Il Movimento 5 Stelle si prepara a dare battaglia al Governo per il rimborso totale delle pensioni a seguito della sentenza della Corte Costituzionale. I deputati pentastellati ritengono infatti che Renzi voglia evitare di attenersi al dispositivo della Consulta e accusano il Premier di essere “l’ennesimo cicisbeo di madama Merkel messo a Palazzo Chigi per ottemperare ai diktat dell’austerity”. Il Cinquestelle Camera ritiene anche che Renzi al momento stia tergiversando sul da farsi per via delle imminenti elezioni amministrative, ben sapendo che non rimborserà tutti i pensionati.
Maurizio Landini, leader della Fiom, interviene sulle conseguenze della sentenza della Corte Costituzionale riguardante le pensioni, chiedendo di far fronte alle risorse necessarie con un aumento dei contributi per gli iscritti ai fondi Inps dei dirigenti, che oltretutto, ha specificato Landini, sono oggi in perdita.
Per effetto della riforma delle pensioni voluta da Monti, l’Inpdad è stato assorbito dall’Inps. E così ora proprio l’Istituto nazionale di previdenza sociale rende noto che la spesa per le pensioni agli ex dipendenti pubblici ammonta a circa 65 miliardi di euro al 1° gennaio 2015, in aumento dello 0,75% rispetto all’anno precedente. Questi pensionati ricevono mediamente un assegno lordo 1.770 euro. E nel 58,4% dei casi si tratta di donne. Al 1° gennaio 2015 è cresciuto anche il numero complessivo di pensioni erogate ai dipendenti pubblici, pari a oltre 2,8 milioni, lo 0,16% in più in un anno.
In cinque anni, l’importo medio mensile delle pensioni dei dipendenti pubblici è aumentato di circa 100 euro. E’ il dato che emerge dalle tabelle Inps: da inizio 2011, quando la media era di 1.671,18 euro, si è arrivati ai 1.772,9 euro calcolati al primo gennaio 2015. L’aumento rispetto all’anno scorso è invece di dieci euro. L’importo medio rimane più alto per gli uomini (2.175,1 euro) rispetto a quello delle donne (1.486 euro). Rispetto allo scorso anno è cresciuto anche il numero di pensioni erogate per i dipendenti pubblici: al primo gennaio 2015 sono complessivamente 2.818.300, in aumento dello 0,16% rispetto alla stessa data dell’anno precedente.
Matteo Renzi interviene sul tema pensioni dopo la sentenza della Corte Costituzionale. A Radio Anch’io, il Premier ha spiegato che non verranno tolti soldi a nessuno e che il giudizio della Consulta non significa che non potesse esserci un blocco delle indicizzazioni, ma che non andava bene quello approvato dal Governo Monti. Sostanzialmente basterebbe rivedere, secondo Renzi, quel modello.
La decisione del Governo sul rimborso dei pensionati, dopo la sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco delle indicizzazioni introdotto dal Governo Monti, potrebbe arrivare in tempi rapidi, prima delle elezioni secondo il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti. In attesa di conoscere tempi e modalità di rimborso, molti analisti hanno provato a stimare il rimborso dovuto ai pensionati, tra cui l’Ubp, Ufficio parlamentare di Bilancio, che ha stimato il costo per le casse pubbliche nel caso in cui il Governo decidesse di ripristinare le norme previgenti al taglio delle indicizzazioni del 2011 (l’ipotesi peggiore per i conti pubblici ma poco probabile, considerando che esponenti dell’esecutivo hanno lasciato intendere, in maniera implicità di voler introdurre correttivi per minimizzare i costi). In base allo studio dell’Ubp, i pensionati con l’assegno meno elevato, tra quelli esclusi dall’indicizzazione, riceverebbero un rimborso pari a 3.000 euro (per le pensioni fino a 2.000 euro) per gli anni successivi e un aumento della pensione pari a 1.229 euro all’anno (lordi). Rimborso che sarebbe molto più elevato, ovviamente, per le pensioni più elevate (il Governo, tuttavia, ha già annunciato l’applicazione di criteri progressivi nel rimborso), pari a 3.800 euro per chi percepisce un assegno compreso tra i 2.000 e i 2.500 euro.