Fiat-Chrysler e i sindacati in questi giorni hanno fatto un importante passo avanti per quanto riguarda gli aspetti retributivi del rinnovo contrattuale che, come si sa, sono le ultime voci in via di definizione prima della chiusura dell’accordo. Il premio di redditività – sia nella sua parte fissa, sia in quella variabile – sarà pagato anche ai lavoratori in cassa integrazione: non sarà quindi legato alle presenze. Nel complesso si tratta di un premio annuo di 330 euro collegato alla redditività. Al termine del quadriennio con la retribuzione di marzo 2019, al raggiungimento degli obiettivi del piano, i lavoratori riceveranno un saldo, nella media, pari ad almeno 1.300 euro.



È stato anche definito un premio relativo all’efficienza di stabilimento, legato al World Class Manufacturing, che erogherà annualmente, con la retribuzione di gennaio, un importo variabile da 1.100 a 1.580 euro per ciascun anno di vigenza del contratto. Per un totale di importi quadriennali medi di circa 10.000 euro. Per quanto riguarda il premio di efficienza, basterà avere lavorato un trimestre nell’anno per maturare una quota parte. Le parti, l’azienda e i sindacati si mostrano soddisfatti. 



C’è tuttavia una novità molto importante che arriva da questo round contrattuale: col nuovo accordo nascerà il “consiglio dei delegati di fabbrica”, a cui i sindacati cederanno il potere di indire agitazioni che saranno decise a maggioranza. Il consiglio sarà composto da un membro di ciascuna organizzazione firmataria del contratto e ciò che deciderà in materia di scioperi sarà valido “erga omnes”, ovvero per tutti. Quindi, una minoranza non potrà indire scioperi oltre la decisione del consiglio. Certo è che, se la Fiom – come plausibile – non firmerà questo rinnovo, nessuno potrà costringerla a non scioperare.



La nuova norma è di per sé molto importante e avrà sicuramente degli effetti sul sistema della contrattazione. Ancora una volta è la vicenda Fiat a dettare i tempi del lavoro ed è piuttosto prevedibile che prima o poi si inizierà a discutere circa la possibilità che l’astensione dal lavoro possa essere proclamata solo dalla maggioranza dei delegati delle organizzazioni firmatarie degli accordi.

Il governo farà qualcosa? Starà a guardare o ci metterà lo zampino? Viste le recenti agitazioni di una minoranza sindacale dei trasporti in piena Expo, probabilmente ancora una volta Renzi e Marchionne si faranno sponda. Resta tuttavia molto delicato il terreno di un diritto costituzionalmente garantito come il diritto allo sciopero; l’argomento non è quindi di facile soluzione e archiviazione.

Una cosa è certa: da Torino a Roma, riti e abitudini sindacali stanno andando modificandosi, sempre meno lentamente.

 

In collaborazione con www.think-in.it