Un po’ più cauto del collega Poletti, ma anche il ministro Padoan ha parlato dell’introduzione della flessibilità nel sistema pensionistico. Parlando a diMartedì, il titolare di via XX settembre ha infatti comunque difeso lo status quo, segnalando che il sistema pensionistico italiano è il più stabile del mondo avanzato, ma anche detto che il Governo intende ampliare lo spettro delle possibilità per gli italiani. Ancora non è dato sapere quali siano i requisiti minimi e le penalizzazioni cui sta concretamente pensando l’esecutivo. Probabilmente lo si scoprirà solo dopo l’estate.



L’ex presidente del Consiglio Mario Monti si è detto sorpreso dalla sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il blocco delle indicizzazioni, introdotto dal governo da lui guidato con il decreto Salva Italia del 2011. “La sentenza ha sorpreso me come tanti”, ha detto l’ex premier e senatore a vita dal 2011, criticando l’operato dell’Avvocatura dello Stato che a suo parere “poteva utilizzare molti argomenti per difendere meglio la legge”. Monti ha ricordato la difficile situazione in cui si trovava il paese, nel momento in cui il provvedimento venne emanato e che il blocco delle indicizzazioni non colpì tutti i pensionati. Alcuni giorni fa anche l’ex Ministro Fornero aveva criticato la decisione della Corte Costituzionale, giudicando la sentenza “incomprensibile”. 



Matteo Renzi ha annunciato un intervento sulle pensioni nella prossima Legge di Stabilità, rivelando di voler ridurre le rigidità delle norme vigenti, senza fornire dettagli specifici. Sul tema è intervenuto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che a specifica domanda, nella trasmissione “Di Martedì” ha spiegato che ricalcolare le pensioni utilizzando esclusivamente il metodo contributivo sarebbe “non ragionevole, non sensato, non logico”, in quanto, oltretutto, il ricalcolo penalizzerebbe oltre modo le pensioni più basse. Sulla stessa lunghezza d’onda il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha confermato la transizione dal metodo retributivo a quello contributivo nel lungo periodo e che “i diritti acquisiti si preservano” e che non sono previsti interventi specifici sotto questo aspetto. Padoan ha aperto alla pensione anticipata, chiarendo tuttavia che “rispetto alla legge Fornero non si torna indietro”, lasciando intendere che il Governo non è intenzionato a stravolgere l’idea di fondo. 

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