La notizia è di quelle interessanti: la Lamborghini porterà a Sant’Agata la produzione del nuovo Suv che dovrebbe essere pronto per il mercato nel 2019, cosa che comporta anche una crescita occupazionale di circa 500 lavoratori.

Innanzitutto, proprio in vista dell’arrivo del nuovo modello, nei giorni scorsi i sindacati (compresa la Fiom) hanno firmato un accordo con l’azienda per migliorare la produttività aziendale mutuando anche il sistema di prepensionamento in vigore nel gruppo Audi/Volkswagen per favorire l’assunzione dei giovani. Ciò è stato un primo passo per convincere l’azienda tedesca a produrre il nuovo modello della casa nello stabilimento bolognese e non a Bratislava, dove sono assemblati i Suv Audi e Porsche Cayenne.



Il secondo lo ha fatto Matteo Renzi: per battere la concorrenza slovacca, infatti, il governo ha messo in campo circa 100 milioni attraverso il coinvolgimento di Invitalia, l’agenzia per l’attrazione degli investimenti, facilitazioni con il credito d’imposta, l’Ace (l’Aiuto alla crescita economica) e la patent box che detassa i proventi derivanti da marchi e brevetti. La Regione Emilia, invece, si occuperà dei fondi dedicati alla formazione. Tutto ciò ha convinto il management tedesco della bontà dell’operazione italiana.



La vicenda ci indica alcuni fattori importanti: in primis, anche la Fiom ha firmato l’accordo aziendale, a prova di come la vicenda Fiat – per quanto generativa di effetti positivi per il sistema -nasconda in sé un qualcosa di patologico; in secondo luogo, il governo ha dovuto mettere in campo le sue carte migliori per non perdere questa possibilità di sviluppo produttivo e occupazionale.

In sintesi, se l’Italia vuole essere attrattiva, questa è la strada: governo e sindacati hanno bisogno di giocare insieme un ruolo importante. Nel momento in cui c’è stata la firma di quell’accordo sindacale, le parti sapevano bene che anche il governo era pronto a fare la sua parte; e l’ha fatta. Complimenti per l’operazione, il modello va però ora replicato.



N.B.: Maurizio Landini e Matteo Renzi paiono sempre più intendersi. Su cosa si basa questa intesa? Entrambi vogliono la legge sulla rappresentanza, Landini lo ha affermato in modo netto ieri mattina ospite di Coffe Break (La7). E non c’è dubbio che Landini possa giocare un ruolo importante – soprattutto da un punto di vista mediatico, e la cosa fa gioco a Renzi – in questa faccenda. 

 

Ma dalla Cgil frenano: “Maurizio per dare il voto ai lavoratori cominciamo ad applicare il testo unico che la tua organizzazione ha firmato”. Così gli ha replicato la Segreteria generale. Ciò esprime la posta in gioco oggi: un nuovo equilibrio tra federazioni e confederazioni. Ma sopratutto una domanda: quali funzioni hanno oggi le confederazioni?

 

In collaborazione con www.think-in.it

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