La sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco della perequazione delle pensioni ha sollevato una ridda di dichiarazioni sulle modalità in cui dovrebbe avvenire la restituzione della somma da parte dello Stato. “Stiamo pensando a misure che minimizzino gli impatti sulla finanza pubblica, soprattutto in questa fase, nel pieno rispetto della Corte”, ha affermato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Ne abbiamo parlato con Antonino Galloni, economista e membro effettivo del collegio dei sindaci dell’Inps.



Quali saranno le conseguenze della sentenza della Corte costituzionale?

Questa sentenza fa sì che dovranno essere reperite risorse per sviariati miliardi di euro. Siamo sempre nella fase di transizione dal vecchio sistema a quello contributivo che ancora non è a regime. Questa transizione era stata considerata particolarmente gravosa per le spese pubbliche, e quindi ci sono state la legge Fornero e altre forme di intervento. Adesso il blocco delle perequazioni è stato considerato illegittimo rispetto alle norme costituzionali. Non compete a me formulare un giudizio giuridico su questa sentenza. La questione però è trovare il modo per rendere meno indolore questa fase di transizione dal vecchio sistema al contributivo a regime.



Dove può essere reperita la somma da restituire ai pensionati?

Esistono poche alternative, o si tagliano le spese o si aumentano le tasse. A ciò si aggiunge il fatto che grazie al quantitative easing pagheremo interessi sul debito molto più bassi, perché passeremo da 80-90 miliardi di interessi sul debito di cinque o sei anni fa, fino a 20-30 miliardi. In proiezione c’è un risparmio di 60-70 miliardi, ma quest’ultimo non si realizza immediatamente bensì nel tempo. Bisognerà quindi aumentare l’indebitamento a bassi tassi d’interesse e pagare la somma che lo Stato deve ai pensionati. Abbiamo però il problema che da un lato il Pil non cresce abbastanza, e dall’altra che il debito sta aumentando, e la conseguenza è che andiamo verso un rapporto debito/Pil del 140%. Il debito però tutto sommato con bassi tassi d’interesse è meno preoccupante.



All’inizio si è parlato di 5 miliardi, poi di 10 e ora di 11-13, persino 16. Perché è così difficile calcolare quanto costa questa sentenza?

Le rispondo con un esempio. Io stesso volevo fare dei calcoli alternativi, e ho chiesto agli uffici di dirmi quanti erano gli iscritti all’Inps con contributi rispettivamente fino a 5 e 10 anni. Da un mese stanno elaborando questi dati e ogni volta subentra una nuova difficoltà. È difficile aggiornare la stessa conoscenza del numero degli iscritti, perché ci sono sovrapposizioni, persone che lasciano il lavoro durante l’anno, altre con dei vuoti contributivi e altre ancora che incassano due o tre pensioni. A livello di stime approssimative è facile fare questi conti, ma se si chiede a un attuario di elaborare un dato esatto non si riesce ad arrivare a una cifra precisa al 100% perché c’è sempre qualcosa che sfugge.

Che cosa ne pensa invece della proposta di una staffetta generazionale, con un part-time per i lavoratori anziani per fare spazio ai giovani in azienda?

In alcuni casi può avere un senso. Se però non si tratta di una scelta volontaria, crea una riduzione del reddito sia finché l’anziano resta lavoratore part time sia nel momento in cui diventa pensionato. In questo modo quindi non si aiuta la domanda interna. Le imprese non creano un’occupazione aggiuntiva, ma c’è solo una sostituzione tra il giovane e l’anziano. E il rischio è che poi l’impresa pretenda dal lavoratore part-time la stessa produttività di quando lavorava a tempo pieno.

 

(Pietro Vernizzi)