Sono svariate le proposte di riforma delle pensioni che circolano in queste settimane. Spesso arrivano da politici, dai sindacati o dai tecnici. Tuttavia anche gli italiani vogliono dare il loro contributo e qualcuno ha scritto sulla pagina Facebook del ministro Poletti, condividendo il suo messaggio con il “Comitato Opzione donna”. Ecco quel che ha scritto Anna Bacci: “Caro ministro, ascolto lei e i suoi colleghi da circa un anno sul tema pensioni e flessibilità: belle parole ne avete spese tante, quando incomincerete a realizzare veramente qualcosa? Potete partire da quanto esiste già e viene disatteso: Opzione Donna! La legge esiste, è valida e persegue tutte le direttive di flessibilità a cui tendete. Viene bloccata da due circolari Inps che non hanno ragione di essere e vanno contro le vostre attuali linee guida. Ripristinare l’osservanza di questa legge è un’azione veloce, facile e concreta. Date prova di voler veramente fare e non solo parlare! Grazie”.



Cesare Damiano è molto attivo (e anche combattivo) sul fronte di una riforma delle pensioni che introduca la flessibilità. Per questo sarà tra i partecipanti all’iniziativa “La flessibilità nel sistema pensionistico”, che si terrà giovedì 18 giugno alle 17:00 presso la Sala Berlinguer del Gruppo Parlamentare Pd della Camera. Oltre all’ex ministro, parteciperanno anche Maria Luisa Gnecchi, Pierpaolo Baretta, Teresa Bellanova, Lorenzo Guerini, Ettore Rosato, Filippo Taddei e tutti i membri Pd della commissione Lavoro della Camera.



La Cisl si schiera contro una riforma delle pensioni che prevede la flessibilità solo per chi accetta il ricalcolo contributivo della propria posizione previdenziale, anche perché ciò favorirebbe gli le pensioni più elevate. Maurizio Petriccioli, segretario confederale Cisl con delega alle pensioni, ha spiegato che con la riforma Fornero si sono ottenuti già importanti risparmi, superiori alle stesse previsioni della Ragioneria Generale dello Stato. Quindi non c’è bisogno di chiedere ulteriori sforzi agli italiani. Petriccioli invita quindi il Governo a prendere in considerazione le proposte di legge giacenti in Parlamento sul tema della flessibilità.



I dati diffusi ieri dalla Covip sui fondi pensione italiani spingono Cesare Damiano ad avvertire il Governo a non inasprire più la tassazione nei confronti della previdenza integrativa, manovra fatta con l’ultima Legge di stabilità. Dunque ogni riforma delle pensioni dovrebbe tenere conto di questo importante pilastro previdenziale. Anche perché per chi volesse andare in pensione anticipata c’è la possibilità di fruire delle risorse accumulate nel fondo pensione, riuscendo così magari a integrare un assegno basso.

Il presidente dell’Inps Tito Boeri, nell’audizione alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, ha parlato di riforma delle pensioni, soffermandosi in particolare sulle proposte presentate negli ultimi mesi. In particolare Boeri si è espresso sulle proposte Damiano-Barretta e quota 100, che potrebbero ispirare l’azione di governo, che negli ultimi giorni ha ribadito la volontà di agire per aumentare la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e potrebbe inserire norme specifiche nella prossima Legge di Stabilità (membri dell’esecutivo, tuttavia, hanno spiegato che il Governo è intenzionato ad apporre solo dei correttivi alla Legge Fornero, e non stravolgimenti). Boeri ha stimato in 8,5 miliardi di euro il costo potenziale della proposta Damiano-Baretto, con cui verrebbe introdotto la pensione anticipata (che può essere richiesta con un anticipo massimo di 4 anni in cambio di una decurtazione dell’assegno, non superiore, complessivamente all’8%). Boeri ha parlato anche della cosiddetta introduzione della quota 100, che permetterebbe di andare in pensione al raggiungimento del requisito numerico, sommando età pensionabile e anzianità contributiva, misura che avrebbe un costo stimato di 10,6 miliardi.