Provaci ancora, Richard. Lui è Richard Branson, il patron del gruppo Virgin; il quale, dopo aver annunciato tempo fa – non senza qualche sensazionalismo – la completa liberalizzazione delle ferie per i dipendenti del suo staff, permettendo loro di decidere in autonomia quando prendersi un periodo di riposo, aggiunge ora un ulteriore tassello alla sua campagna family-friendly, concedendo ai dipendenti di Virgin Management la possibilità di godere di un anno di congedo parentale a stipendio pieno. E ancora una volta, anche se a essere interessati dalla misura, dei 140 dipendenti in questione, sono solo quelli con anzianità superiore a 4 anni, l’effetto promozionale è garantito.
Branson non è l’unico ad averci pensato: a fare da apripista, ispirando il magnate britannico, era stata la società di video online Netflix (che lancerà il suo servizio anche in Italia il prossimo ottobre). La “Netflix culture”, basata sul binomio “libertà e responsabilità”, comporta tra l’altro l’abolizione del limite delle ferie, in questo caso per tutti i dipendenti. Qualcosa di più sostanziale, insomma, rispetto all’iniziativa di Branson, perché radicata geneticamente nella cultura aziendale, che fa dell’eccellenza e dell’interesse superiore della società l’unico criterio per assumere, trattenere e premiare i lavoratori.
Ma la costruzione di una cultura non è affare immediato: richiede un cambiamento di paradigma, una trasformazione in profondità, a tutti i livelli dell’azienda – non solo nei CdA, dove la diffusione della presenza femminile da questo punto di vista aiuta meno che nel middle management. A questo scopo, anche la semplice promozione è la benvenuta, se serve a spezzare una lancia; ma poi occorre proseguire su altri fronti.
E in Italia? Dalle nostre parti i progressi sono trainati dall’iniziativa istituzionale. Con gli ultimi decreti attuativi del Jobs Act approvati in Consiglio dei Ministri lo scorso 11 giugno è stata sancita la possibilità per i genitori di usufruire dei congedi parentali fino agli 12 anni del figlio, nonché – in alternativa al godimento del congedo – di poter richiedere il passaggio al part-time. Anche per quanto riguarda il telelavoro il Governo mostra di voler dare una spinta alla diffusione, prevedendo incentivi per le aziende che lo accordino ai dipendenti per soddisfare le loro esigenze di conciliazione.
Un tentativo necessario, ma non sufficiente, se il testimone passato dal versante istituzionale non viene raccolto dalle imprese. A livello locale, un esempio virtuoso è quello della provincia di Mantova, dove – nello spirito delle Reti Territoriali per la Conciliazione – enti pubblici e aziende del territorio, coordinati dalla società di consulenza Variazioni, hanno cooperato per realizzare un’alleanza locale, battezzata simpaticamente EuGenio, finalizzata a interventi in favore della conciliazione.
Ma le aziende di rilevanza nazionale che si sono esposte su questo fronte si contano ancora su poche dita, e spesso si tratta di un’esposizione promozionale – à la Branson -, piuttosto che sostanziale. La differenza sta tutta nel provarci, come Richard: o nel volerci davvero riuscire.