Il decreto del Governo sui rimborsi ai pensionati dopo la sentenza della Corte Costituzionale non soddisfano i sindacati. Ieri i  rappresentanti della Uil, in un’audizione alla Camera, hanno spiegato che l’esecutivo avrebbe dovuto semplicemente ripristinare il diritto alla rivalutazione, nonché discutere coi sindacati stessi le modalità e l’entità dei rimborsi. La Cgil va oltre, ricordando che i rimborsi non sono dei “bonus” e che quindi occorre reperire fondi per garantire il totale calcolo della rivalutazione per i pensionati. I sindacati, insomma, annunciano battaglia.



Depositato in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati la proposta di legge firmata Sergio Pizzolante (NcD), finalizzata ad aumentare la flessibilità nel versamento dei contributi pensionistici. La proposta di legge, che si inserisce nell’ambito della riforma delle pensioni, recepisce le indicazioni dell’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, che aveva auspicato misure a favore di tutti coloro che, a causa dell’instabilità del mercato del lavoro italiano, rischiano di non raggiungere i rigidi paletti necessari per l’ottenimento della pensione. Secondo i firmatari della proposta, le norme non provocherebbero “oneri aggiuntivi per la finanza pubblica” (messa a dura prova dalla sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco delle perequazioni introdotto dal governo Monti) e “permetterebbero ai contribuenti “di salvaguardare i versamenti effettuati, qualora non siano sufficienti per il raggiungimento dei requisiti minimi”. Il premier Renzi ha annunciato un intervento, nella prossima legge di Stabilità, volto a modificare la Legge Fornero aumentandone la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e potrebbe valutare la sostenibilità del provvedimento per le casse pubbliche, in alternativa alla proposta già presentata da Damiano e Baretta e a quella firmata dal presidente dell’Inps Boeri, che dovrebbe arrivare entro la fine di giugno. 

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