Roberto Simonetti, membro della commissione Lavoro della Camera in quota Lega Nord, chiede al ministro Poletti di presentarsi in Parlamento per dire cosa intende fare il Governo per superare i problemi della legge Fornero. Simonetti ricorda che la Lega ha proposta la quota 100 (con un minimo di 35 anni di contributi o 58 anni di età) e ritiene inaccettabile che il ministro del Lavoro attenda la Legge di stabilità per decidere il da farsi.



Giuliano Poletti replica ai sindacati, spiegando che il Governo sta compiendo un’istruttoria sulla possibilità di porre in essere una riforma delle pensioni che introduca un meccanismo di flessibilità nel sistema. Al termine di questo lavoro, il ministro del Lavoro ha detto che verrà aperto un tavolo coi sindacati per modificare la legge Fornero. Ciò in ogni caso avverrà prima della Legge di stabilità.



Era inevitabile: dopo l’approvazione del decreto pensioni da parte del Senato, i sindacati sono tornati a far sentire la loro voce. Nazzareno Mollicone, responsabile previdenza dell’Ugl, sostiene che il provvedimento è “l’ennesima dimostrazione di insensibilità nei confronti dei pensionati”. Il sindacalista ricorda anche che ci sono stati diversi voti contrari e che questo dovrebbe indurre il Governo e il ministro Poletti a intervenire per rimediare a quella che viene definita un’ingiustizia. Mollicone sottolinea che non sono da escludere dei ricorsi alla magistratura contro il decreto.



Davanti all’esecutivo della Uil, il Segretario generale Carmelo Barbagallo ha criticato il decreto pensioni appena licenziato dal Senato, ricordando che l’esecutivo con questo provvedimento non ha risolto il problema evidenziato dalla Corte Costituzionale nella sentenza contro la mancata indicizzazione delle pensioni e che quindi potrebbero esserci nuovi ricorsi. Il sindacalista ha anche ribadito la necessità di modificare la legge Fornero, condivisa anche da Cgil e Cisl. Perciò ha ribadito la richiesta di apertura di un tavolo di confronto col Governo sul tema.

L’approvazione in Parlamento del decreto pensioni è stata criticata dalle opposizioni e dai sindacati, che avevano già espresso nei mesi scorsi la contrarietà ad un rimborso ai pensionati parziale. Il Segretario generale di Fnp Cisl, Gigi Bonfanti, ha criticato l’operato del Governo, reo di aver umiliato il Parlamento, “che ancora una volta ha rinunciato a svolgere il proprio ruolo, intervenendo per migliorare un decreto che ha avuto come unico obiettivo quello di offendere e umiliare i diritti dei nostri pensionati”. Bonfanti ha criticato, in particolare, la mancata applicazione, nella sostanza, della sentenza della Consulta, che ha bocciato il blocco delle indicizzazioni delle pensioni, introdotta nel 2011 dal decreto Salva Italia, sottolineando l’inconsistenza del rimborso rispetto a quanto dovuto. 

Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi si schierano in netto favore dell’Opzione donna e hanno promesso che alla fine di ciascuna seduta della Camera, insieme a tutti gli appartenenti alla commissione Lavoro, interverranno per sollecitare il Governo ad affrontare e risolvere la situazione di tutte le lavoratrici che vorrebbero andare in pensione a 57 anni (con 35 di contributi), ma non possono farlo, dato che l’Inps è in attesa di istruzioni dell’esecutivo.

Il Governo ha annunciato nei mesi scorsi interventi sul tema pensioni nella prossima Legge di Stabilità, in particolare aumentando la flessibilità nell’età pensionabile. In attesa di una vera e propria riforma delle pensioni (che potrebbe non essere attuata, considerando gli stretti vincoli di bilancio), il Governo è intervenuto sul tema emanando lo schema di regolamento attuativo dell’Asdi, il nuovo ammortizzatore sociale che si rivolge esclusivamente ai disoccupati over 55 o con figli minori a carico. L’introduzione dell’Asdi non equivale, quindi, al reddito minimo auspicato dal presidente dell’Inps Tito Boeri ma è un provvedimento che va in quella direzione, prevedendo una forma di sostegno alle fasce più deboli della popolazione che si trovano in condizioni di bisogno (con Isee inferiore a 5.000 euro) . Per quanto riguarda i requisiti richiesti, avranno diritto all’Aspi i disoccupati over 55 o con figli minori a carico che hanno già usufruito della NaspI (il sussidio di disoccupazione che a partire da maggio ha sostituito le previgente AspI e MiniAspI) per l’intero periodo, per una durata di 6 mesi. L’importo mensile del sussidio è pari al 75% dell’ultimo assegno NaspI percepito.