Una quattordicesima per le pensioni più basse: a proporla è Riccardo Nencini, Segretario del Partito socialista, che in vista di una probabile riforma delle pensioni chiede anche di separare la spesa assistenziale da quella previdenziale e di introdurre un meccanismo di flessibilità per l’accesso alla pensione tra i 62 e i 70 anni in base ai versamenti effettuati. Per finanziare la mensilità “extra” agli assegni più bassi, Nencini propone di usare una tassa sul gioco d’azzardo e di utilizzare l’8×1000 non dichiarato.



Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro, nota per la sua riforma delle pensioni, interviene sulla crisi greca, spiegando in un’intervista a La Stampa che se fosse un membro dell’esecutivo di Atene non imporrebbe restrizioni al sistema pensionistico, non compierebbe dei tagli, ma cercherebbe di portare subito a regime le riforme fatte e di impedire pensionamenti anticipati. Parole che certamente non lasceranno indifferenti i tanti esodati italiani. Maria Luisa Gnecchi, deputata del Pd membro della commissione Lavoro, chiede un impegno di Parlamento e Governo per modificare la legge Fornero, in particolare per tutelare le donne. Gnecchi ricorda infatti che l’attuale sistema, senza interventi, permetterebbe a quasi tutte le donne che sono nel contributivo puro di andare in pensione solo a 70 anni. Il decreto sulle pensioni non è piaciuto alle opposizioni, ma viene difeso da Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera, che sottolinea come grazie al passaggio proprio in commissione, nel decreto sia stata inserita una norma per non consentire il recupero, neanche in futuro, dell’indice negativo del Pil relativo al 2014 nel calcolo del montante contributivo. Si accende il dibattito politico attorno al tema della riforma delle pensioni, con l’approvazione, da parte della Camera dei Deputati, del dl pensioni, ideato dal governo per risarcire, ad agosto, i pensionati penalizzati dal blocco delle perequazioni, in corso dal 2011 e recentemente bocciato dalla Consulta. Protestano le opposizioni, in particolare i parlamentari della Lega Nord, che hanno organizzato un sit-in di protesta, mostrando cartelli tra cui un fotomontaggio in cui viene raffigurato il premier Renzi, intento a stringere due bottini, con la scritta ‘giù le mani delle pensioni’. Giudizio estremamente negativo da parte del leader della Lega Nord Matteo Salvini, che ha accusato il presidente del Consiglio di aver elargito “un’elemosina”, spiegando che “Renzi in economia non ne azzecca una”. – In attesa di conoscere, nel dettaglio, la proposta di riforma delle pensioni presentata da Boeri, si torna a parlare del rimborso ai pensionati di agosto. La Camera dei Deputati ha approvato, a larga maggioranza, il dl pensioni che passa ora al Senato. Bocciati 48 emendamenti, passa solo un emendamento che permetterà il rifinanziamento della Cigs per cessata attività, con lo stanziamento di 20 milioni di euro. In caso di approvazione, tutt’altro che improbabile, da parte del Senato (entro la scadenza perentoria del 20 luglio), ad agosto i pensionati penalizzati dal blocco delle indicizzazioni, introdotto dal Governo Monti nel 2011 e dichiarato incostituzionale da una sentenza della Consulta, riceveranno un rimborso parziale e progressivo. Proprio questi due ultimi aspetti hanno suscitato l’indignazione delle opposizioni e dei principali sindacati, che hanno chiesto al Governo Renzi un maggiore sforzo e una maggiore aderenza con la sentenza della Corte Costituzionale. I maggiori beneficiari del rimborso sancito dal dl pensioni saranno i pensionati appartenenti alle fasce più basse, in particolare quelli con assegno compreso tra le 3 e le 4 volte il minimo (all’incirca con assegno compreso tra 1.500 e 2.000 euro).

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