Garanzia Giovani in Lombardia comincia a produrre risultati. Gli iscritti al programma a livello regionale sono 56.806, 16.000 dei quali provengono da altre Regioni. 39.204 hanno scelto l’operatore e 33.367 sono già stati convocati; 31.005 hanno svolto un colloquio, 20.935 sono stati avviati nel mercato del lavoro, 10.663 in tirocinio e i restanti con un contratto di lavoro. La maggioranza delle offerte resta a tempo determinato (7.176), le assunzioni a tempo indeterminato sono leggermente in crescita, (1.549), pari a quelle con contratto di apprendistato.
Dopo un lunghissimo rodaggio, si incominciano a vedere risultati migliori che comunque dovranno essere costantemente monitorati e analizzati. In particolare, si dovrà verificare quanti tirocini si trasformeranno in posti di lavoro e in quanto tempo. Il rapporto tra i sessi è abbastanza bilanciato: maschi 53,77%, femmine 46,23%; la maggioranza delle persone prese in carico ha il diploma di scuola superiore e fa parte della fascia di aiuto bassa (44,53%), mentre le fasce alte riguardano il 37%. Va ricordato che solo recentemente il Ministero ha modificato gli elementi di profilazione che, in un primo tempo, avevano determinato l’assoluta preponderanza della fascia bassa.
In particolare, quest’ultimo dato è particolarmente significativo, se si pensa che i soggetti attivati in Lombardia tramite la Dote Lavoro (strumento regionale lombardo per la ricollocazione) erano per lo più appartenenti alla fascia di “alta intensità di aiuto”. Ovviamente un primo discrimine riguarda i meccanismi di profilazione, differenti tra i due strumenti. Altro dato da tenere in considerazione è la popolazione di riferimento: Garanzia Giovani si rivolge unicamente agli under 29 e questo influenza notevolmente il profilo della platea.
L’elemento della profilaziome, e quindi dei giovani che aderiscono al programma, non è meno importante dell’esito occupazionale. Il dato in entrata è utile a comprendere il valore in uscita. Se gli avviamenti, o per meglio dire “le attivazioni”, fanno registrare un valore positivo, dobbiamo constatare che quasi la metà dei giovani è classificata nella bassa intensità di aiuto: probabilmente prima o poi un lavoro lo avrebbero trovato anche da soli, senza incrementare la percentuale di Neet.
Garanzia giovani potrebbe essere uno strumento strutturale, come auspicato dal ministro Poletti, solo nella misura in cui viene integrata in maniera sinergica con il mondo dell’istruzione. Il cosiddetto flusso deve essere rafforzato, in modo da seguire il giovane in tutto il suo percorso formativo e lavorativo, tarando quindi meglio gli interventi e le risorse utilizzate.
Anticipare i servizi al lavoro permette quindi non solo un migliore successo occupazionale, ma offre soprattutto la possibilità di orientare il giovane, guidandolo verso un percorso nel mondo del lavoro più responsabile e accurato.
La sfida vera, insieme a quella di generare e favorire l’occupazione giovanile, rimane quella di sostenere il giovane e il suo desiderio di esprimersi, in un momento storico in cui l’unica preoccupazione sembra quella di avere buone percentuali occupazionali.