«Renzi contrasti evasione fiscale e corruzione per ridurre le aliquote ai pensionati fin da subito e utilizzi una parte delle risorse risparmiate con la legge Fornero per introdurre un sistema più flessibile». Sono le richieste di Domenico Proietti, segretario confederale della Uil. Nel suo piano di tagli delle tasse il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha inserito anche una riduzione delle aliquote Irpef per i pensionati da realizzare nel 2018. Per Proietti, però, «Renzi dovrebbe essere più coerente, fare meno promesse e realizzarle subito».



Che cosa ne pensa della proposta di Renzi di tagliare le aliquote Irpef nel 2018? La proposta è sicuramente utile. Il problema è che non bisogna aspettare il 2018, ma è necessario tagliare subito le tasse ai pensionati. Il presidente Renzi deve sapere che i pensionati italiani pagano in media il doppio delle tasse dei loro colleghi europei. L’aliquota media delle tasse sulle pensioni in Europa è il 9%, mentre in Italia è del 21%.



Resta il fatto che 8 milioni di pensionati non pagano le tasse… Non pagano le tasse tutti quelli che sono dentro la “no tax area”, cioè al di sotto dei 7.500 euro l’anno. Sono pensioni talmente basse che sarebbe assurdo tassarle. Anzi, noi abbiamo proposto di equiparare la “no tax area” dei pensionati a quella dei lavoratori, che come sappiamo è pari a 8mila euro.

Dove si trovano le risorse per tagliare le aliquote? Le coperture si trovano innanzitutto intensificando la lotta all’evasione fiscale. Stando alle stime più prudenziali l’evasione è pari a 120 miliardi di euro l’anno, mentre quelle più ampie parlano addirittura di 180 miliardi. Altri 60 miliardi sono sprecati nella corruzione, come ha certificato la Corte dei conti. Sono risorse che vanno ad alimentare anche il malaffare e le mafie, e quindi creano un ulteriore danno al Paese.



Basta questo per chiudere la questione coperture? No, bisogna anche ridurre gli sprechi della politica, cominciando a diminuire le aziende partecipate. In Italia sono oltre 8.500, e basterebbe abolirne mille per risparmiare diversi miliardi. Infine non dobbiamo dimenticare che in Italia ci sono 37mila stazioni appaltanti, e che ciò si traduce in un enorme spreco di risorse. Una siringa costa una somma al Nord, il doppio al Centro e il triplo al Sud.

Renzi ha detto che è presto per dire se ci saranno le risorse per inserire la flessibilità nella legge di stabilità. Ha paura di finire come la Grecia?

Renzi farebbe bene a essere coerente. Un anno fa ha detto che avrebbe tagliato le tasse ai pensionati attraverso il bonus da 80 euro, poi non lo ha fatto e adesso dice che taglierà le aliquote nel 2018. Qualche mese fa aveva detto che nella Legge di stabilità sarebbe stata reintrodotta la flessibilità in uscita per l’accesso alla pensione, in quanto la legge Fornero era iniqua dal punto di vista sociale.

 

E dunque?

Chiediamo dunque al governo che rispetti questo impegno, anzi siamo già in ritardo. Con la legge di stabilità bisogna reintrodurre la flessibilità in uscita. Noi proponiamo un range tra 62 e 70 anni dentro al quale il lavoratore può scegliere anche in base alle diverse tipologie di lavoro.

 

Sono misure sostenibili?

Questa manovra è pienamente sostenibile. Basta riprendere una parte degli 80 miliardi risparmiati grazie alla legge Fornero, la più gigantesca operazione di cassa sulle pensioni, per riprendere una parte di queste risorse e rimetterle nel sistema, con un beneficio complessivo per la nostra economia e per le aziende che oggi tornano a chiedere di favorire un turnover all’interno del mercato del lavoro.

 

(Pietro Vernizzi)