Anche nell’ultimo weekend, ma non è una novità per chi vive a Roma, si è assistito alla solita domenica di ordinaria follia per quei “coraggiosi” che ancora “scelgono” (sempre che sia una scelta) di muoversi con i fantastici mezzi dell’Atac. Le linee della metro A e B hanno portato, infatti, ritardi, più o meno pesanti, durante tutta la giornata e la ferrovia Roma-Viterbo non si è fatta mancare poi di saltare, come da consuetudine, un corposo numero di corse. La Roma-Lido, proprio durante il momento delle vacanze estive, ha preso la buona abitudine di passare, senza fretta, ogni mezz’ora quando va bene.



In questo quadro si è arrivati, quindi, di fronte all’ennesimo sciopero proclamato dai sindacati, alla precettazione dei lavoratori. Autisti e macchinisti hanno risposto pan per focaccia agli ultimatum della traballante Giunta Marino. Si è deciso così che al primo guasto ci si ferma, come previsto da contratto del resto, e come sta già accadendo da settimane. In questo scontro chi ovviamente ha la peggio è l’utenza del trasporto pubblico come dimostrato anche dalle scene, facilmente rintracciabili su youtube, di ressa e di risse alle fermate degli autobus sotto il sole cocente di questa “estate romana”.



L’audace Sindaco Marino ha così deciso di lanciare con forza la cosiddetta “fase 2” di Atac. Si è scelto, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, di partire dall’azzeramento del management. Le teste che salteranno non sono solo quelle dei cinque membri del consiglio di amministrazione. Circola, infatti, già un elenco di almeno 10 dirigenti, sui solamente 54 attualmente in organico, nella municipalizzata dei trasporti romana destinati a cambiare, a breve, lavoro.

La vicenda romana è, ovviamente, solo esemplificativa e si deve leggere, peraltro, in un quadro d’insieme perlomeno complesso. Tuttavia è indubbio che anche in molte altre città d’Italia il servizio pubblico di trasporto è vissuto come un inutile carrozzone improduttivo e che, per molti aspetti, si vorrebbe velocemente rottamare.



Non è, tuttavia, sempre è necessariamente, così come ci dimostra la storia, almeno finora di successo, di Mega Bus, l’operatore leader del mercato nel servizio di pullman intercity economici, sbarcato solo poche mesi fa nel nostro Paese, ma già operante nel Regno Unito, in Europa e in Nord America. Questo rappresenta infatti un moderno gruppo internazionale di trasporto pubblico che offre viaggi intelligenti, rispettosi dell’ambiente e, cosa non secondaria, a prezzi convenienti. 

Un’azienda nata nel Regno Unito nel 2003 e che offre, con profitto, tariffe a partire da un euro, in tutto il Regno Unito e ora anche in Europa, in città come Parigi, Amiens, Amsterdam e Bruxelles, collegando oltre 110 località, viaggi low cost di alta qualità a bordo di moderni pullman che trasportano ben 5 milioni di passeggeri all’anno.

Sarebbe, forse il caso per Roma, ma non solo, di studiare con attenzione la lezione inglese ed entrare finalmente nel terzo millennio. La scelta di inserire Rome, invece della più gloriosa scritta SPQR, nel logo del Comune non è, tuttavia, un precedente incoraggiante.

I servizi pubblici, infatti, se gestiti in maniera intelligente, possono rappresentare un asset strategico per lo sviluppo e la promozione del nostro Paese: si pensi solo alle ricadute sul turismo e sull’occupazione, e non, come troppo spesso è stato finora, dei carrozzoni forse più dissestati e lenti degli autobus in cui, sfortunatamente, molti romani sono costretti a entrare tutti i giorni per andare, in ritardo, a lavoro.

Un ruolo propositivo e protagonista del pubblico nella sfida per il rilancio del Paese e dell’occupazione, in particolare per quella “generazione persa” dei nostri giovani, lo può avere, infatti, anche gestendo ed erogando in efficienza servizi pubblici di qualità capaci di guardare, senza alcun senso di inferiorità, al mercato e alle migliori pratiche che in questo si realizzano. Il momento in cui stiamo vivendo è, infatti, cruciale per agganciare la ripresa e far sì che questa sia anche foriera di tante opportunità di lavoro. Speriamo che sia #lavoltabuona, troppi treni (ops, bus) sono stati già persi.