Il Comitato Opzione Donna non molla e con un videomessaggio denuncia il ministero dell’Economia e delle Finanze. Questo il testo del messaggio che scorre sul video: “Il Mef reitera il suo atteggiamento palesemente ‘contra legem’ non deliberando l’autorizzazione a procedere affinché Inps possa provvedere alla cancellazione delle circolari attuative diffuse nel 2012 che hanno bloccato l’accesso all’istituto alle donne aventi diritto. Il Mef perpetra tale sopruso a danno delle donne solo ed esclusivamente per una ‘cattiveria del sistema’ nonostante sia un corso una Class Action promossa dal Comitato Opzione Donna presso il Tar del Lazio. Il Mef non rilascia i fondi sufficientemente capienti stanziati a copertura dell’istituto Opzione Donna nel 2004 e tutt’ora residenti, al netto di quanto già erogato, nelle proprie poste di bilancio. Il Mef avvalla la violazione di una legge dello Stato. Il Mef: reitera, perpetra, non rilascia avalla la violazione di una legge dello Stato legalizzando un’ingiustizia! Mef è ora di liberare i fondi e rendere alle donne il loro diritto derubato!”.
Susanna Camusso va all’attacco del Governo durante la manifestazione dei lavoratori pubblici davanti alla sede del ministero della Funzione pubblica. Il leader della Cgil non parla solo del blocco dei contratti della Pa, ma anche delle pensioni, ricordando che Renzi in Europa si vanta dei conti pubblici italiani in ordine grazie al blocco dei contratti pubblici e al taglio delle pensioni. Ora che ci sono margini di manovra, dice Camusso, Renzi annuncia una riforma fiscale, mentre quei soldi devono tornare al lavoro e ai pensionati.
Per molti pensionati sta per arrivare il giorno tanto atteso del rimborso per la mancata indicizzazione dopo la sentenza della Corte di Cassazione. E Il Messaggero rincara la dose rispetto alle proteste che già ci sono state sul provvedimento, ricordando che al massimo i pensionati otterranno il 35% di quello che avrebbero percepito se i loro assegni fossero stati pienamente rivalutati con le regole in vigore prima del 2011. Vedremo se i pensionati promuoveranno cause, magari con l’assistenza dei sindacati o dei partiti come Forza Italia che hanno offerto consulenza gratuita a chi intende fare ricorso.
Si riaccende il dibattito politico attorno alla NaspI, la nuova indennità di disoccupazione che, a partire dallo scorso maggio, ha sostituito AspI e MiniAspI. Il deputato di Sel Giorgio Airaudo, membro della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, ha accusato il Governo di lasciare “soli e dimezzati i lavoratori stagionali che con la NaspI si troveranno con le tutele ridotte e più leggere quando perderanno o interromperanno il rapporto di lavoro, con buona pace delle promesse di allargamento delle tutele”. La NaspI viene erogata per un numero di settimane pari alla metà di quelle lavorate, penalizzando appunto gli stagionali, che con la precedente AspI ricevevano il sussidio in tutti i mesi non lavorati. Sul tema, recentemente, è stata presentata una mozione bipartisan al Senato, in cui si chiede al Governo di “introdurre correttivi ai criteri di calcolo della durata della NASpI che tengano conto della necessità di non penalizzare i lavoratori stagionali, anche alla luce delle difficoltà legate alla contrazione del periodo di lavoro e alla conseguente riduzione del reddito”.
L’introduzione della NaspI, l’ammortizzatore sociale che a partire dallo scorso maggio ha sostituito AspI e MiniAspI, sta penalizzando una vasta fetta di lavoratori italiani, come denunciato dal segretario confederale della Uil Guglielmo Loy. Il sindacalista ha sottolineato come il Governo, nonostante i vari allarmi lanciati nei mesi scorsi, non abbia fatto nulla per sanare alcune criticità emerse con il Jobs Act (i sindacati hanno chiesto al Governo, negli ultimi mesi, di intervenire anche sul tema della riforma delle pensioni), in particolare in relazione ai cosiddetti lavoratori stagionali, che lavorano solo per parte dell’anno e per i restanti mesi non verranno tutelati dalla NaspI, che viene erogata solo per la metà delle settimane retributive (diversamente da quanto avveniva con l’AspI). “Con la nuova NaspI, che avrebbe dovuto essere il fiore all`occhiello della riforma Renzi grazie all’allargamento delle tutele”, ha dichiarato Loy, “oltre 300.000 persone si ritroveranno con una indennità più breve e dimezzata rispetto alla vecchia indennità di disoccupazione (Aspi)”. Loy ha chiesto al Governo un intervento rapido per “evitare veri drammi sociali” e ha sottolineato come i lavoratori stagionali siano già penalizzati dalla mancanza di continuità retributiva.