L’Inps dedica un altro dei suoi studi dell’operazione “Porte aperte” ai commercianti, spiegando che la gestione negli ultimi cinque anni è stata sempre foriera di risultati negativi e che il rapporto iscritti/pensionati è destinato a peggiorare significativamente nel medio-lungo termine. Ma quel che colpisce di più è un altro dato: il 91% delle pensioni in essere dei commercianti subirebbe una riduzione se ci fosse un ricalcolo con metodo contributivo.



Ancora i rimborsi ai pensionati non sono arrivati, ma già sono pronti i ricorsi contro il decreto del Governo. Manageritalia, dopo un incontro nella sede di Cida, con i rappresentanti dello Studio Orrick, ha infatti deciso di avviare una serie di cause pilota in varie città italiane così da cercare di avere dalla Magistratura di merito nuove ordinanze di rinvio alla Corte Costituzionale per un giudizio sul decreto del Governo Renzi.



Una buona notizia, per le italiane che hanno fatto richiesta per la pensione tramite Opzione donna, è arrivata con l’ultima circolare dell’Inps. Nell’attesa dell’erogazione del primo assegno, chi ne avrà diritto potrò usufruire dell’indennità di disoccupazione Aspi, mini-Aspi e Naspi. Una buona notizia, come dicevamo, ma forse quello che alcune cittadine stanno aspettando con ansia è una risposta circa la possibilità di poter utilizzare Opzione donna anche in questo 2015: un’istanza per cui hanno anche presentato una class action riunite nel Comitato Opzione donna.

Resta alta l’attenzione dei sindacati sul tema della riforma delle pensioni, alla luce degli annunci fatti dal Governo, che negli ultimi messi ha promesso interventi finalizzati a ridurre la rigidità della legge Fornero. Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha ricordato gli impegni presi dal Governo, in particolare sulla modifica della Fornero e sulla riduzione delle tasse. “Settembre è dietro l’angolo e sarà il momento delle verifiche, delle scelte e della resa dei conti”, ha detto Barbagallo, che ha chiesto al Governo “risposte immediate su problemi che potrebbero spianare la strada alla ripresa economica”. Sul tema della riduzione della pressione fiscale, Barbagallo ha auspicato una riduzione delle imposte per lavoratori dipendenti e pensionati e non un intervento generalizzato, che finirebbe per avvantaggiare gli evasori fiscali. Per quanto riguarda, invece, la riforma Fornero, Barbagallo ha condannato l’immobilismo del Governo, nonostante le parole pronunciate da membri dell’esecutivo nei mesi scorsi. Il riferimento principale è al Ministro del Lavoro Poletti che sottolineò il “disagio sociale” creato dalla Riforma Fornero.



Il 3 agosto i pensionati italiani riceveranno, nel cedolino, il cosiddetto bonus Poletti, un rimborso una tantum con cui il governo risarcirà, parzialmente, i pensionati penalizzati dal blocco delle indicizzazioni, introdotto nel 2011 dal Governo Monti (non si tratta, quindi, di una misura attuata nell’ambito della riforma delle pensioni ma di un atto dovuto, a seguito della sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il blocco delle indicizzazioni). Come già accennato, il rimborso ai pensionati sarà solo parziale (un rimborso integrale avrebbe provocato un esborso pari a 17,6 miliardi di euro, a fronte dei 2,2 miliardi stabiliti dal dl pensioni) e in ogni caso non eccederà il 35% dell’importo non ricevuto negli ultimi 3 anni. L’entità del rimborso dipende dalla fascia di reddito del pensionato: i maggiori beneficiari del bonus Poletti saranno coloro che percepiscono un assegno lordo compreso tra le 3 e le 4 volte il minimo (compreso tra 1.405 e 1.873 euro lordi) mentre chi percepisce un assegno lordo superiore alle 6 volte il minimo (superiore a 2.810 euro) non percepirà alcun rimborso.