RIFORMA PENSIONI 2015 È noto che i lavoratori precoci stanno conducendo una campagna a sostegno del Ddl Damiano che consentirebbe loro di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni. Alcuni hanno scritto al Premier e Renzi pare che abbia risposto a uno di loro spiegando che il Governo è al lavoro per “definire correttivi all’attuale sistema pensionistico. Vogliamo dare maggiore flessibilità in uscita non senza tener conto dell’equilibrio dei conti pubblici. Presto ci saranno novità”. Non resta quindi che aspettare per capire di che cosa si tratta.



Tra le ipotesi per la riforma delle pensioni annunciata con la Legge di stabilità c’è anche quella del prestito pensionistico. In attesa di capire se prenderà corpo, è ormai disponibile anche in Italia il prestito ipotecario. In pratica i proprietari di casa con più di 60 anni, anche quelli che devono andare ancora in pensione, potranno ottenere un prestito dalla banca dando in garanzia l’immobile. Il prestito sarà rimborsato dagli eredi, che potranno decidere anche di chiedere un nuovo finanziamento oppure cedere la proprietà dell’immobile alla banca.



Mentre si ragiona sull’annunciata riforma delle pensioni con la prossima Legge di stabilità, sembra che il Governo valuterà anche la proposta del Presidente Inps Tito Boeri di un reddito minimo per i cittadini con più di 55 anni rimasti senza lavoro e quindi ancora lontani dalla pensione. Difficile dire se questa sarà una misura “alternativa” oppure che si “accompagnerà” alla flessibilità in uscita. Vi è infatti il nodo delle risorse da superare. A favore del reddito minimo sembra esserci l’idea di aiutare chi, fuoriuscito dal mercato del lavoro a quell’età, difficilmente verrebbe riassunto altrove.



L’avvicinarsi di settembre riporta l’attenzione di molte italiane in attesa di una riforma delle pensioni su Opzione donna, ma a quanto pare  qualcosa di più per loro si muove in commissione Lavoro della Camera. Patrizia Maestri, deputato Pd che ne fa parte, ha infatti scritto che ci sono alcune proposte di legge che hanno il preciso scopo di rendere più facile l’accesso anticipato alla pensione per le donne. In particolare si vorrebbero ottenere due anni di contribuzione figurativa per ogni figlio (naturale o adottivo) avuto, da portare a tre nel caso di disabilità. La contribuzione figurativa dovrebbe essere prevista anche per lavori d cura. In alternativa, andrebbe riconosciuto un numero pari di anni di anticipo rispetto all’età pensionabile. 

In attesa di capire se questa proposte di legge andranno in porto, Maestri ricorda che non verrà abbassata la guardia su Opzione donna, che è al momento l’unico strumento che aiuta ad anticipare la pensione rispetto ai 66/67 anni. Certo, essa ha un costo (il calcolo dell’assegno con contributivo pieno) e (sempre che venga sbloccata) potrà essere utilizzata fino alla fine dell’anno. Dunque non resta che sperare nelle promesse del Governo, per una maggior flessibilità nel sistema pensionistico, o nel lavoro dei parlamentari, che finora ha dato dei risultati tangibili.