Flexicurity (flessibilità per le aziende e sicurezza per la persona), formazione e il nuovo apprendistato sono stati i temi dell’incontro sul mercato del lavoro tenutosi ieri al Meeting di Rimini. Temi affrontati da interlocutori che hanno espresso diversi punti di vista: aziendale, sindacale, del mondo della formazione e dei servizi per il lavoro e delle istituzioni, rappresentate dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti.



Il dibattito è iniziato portando l’attenzione su recenti interventi di papa Francesco che sollecita l’importanza del lavoro per la dignità della persona, un lavoro quindi per tutti e dignitoso. È in questo senso che, ricordando ancora le parole del Papa, non si può aspettare la fine della crisi, occorre intervenire subito con risposte capaci di dare speranza alle persone.



Le sollecitazioni sono state molteplici: l’amministratore delegato di Loreal, Cristina Scocchia, ha raccontato di esperienze aziendali rivolte a favorire l’ingresso dei giovani e nel contempo di iniziative a sostegno di situazioni di difficoltà, ponendo l’accento sull’importanza del capitale umano e sulla responsabilità sociale dell’impresa; Paola Vacchina, presidente di Enaip, ha posto l’attenzione sui risultati ottenuti dal sistema della formazione professionale nella riduzione della dispersione scolastica e nell’inserimento di molti giovani nel mondo del lavoro e ha quindi sostenuto la riforma dell’apprendistato come strumento non più contrattuale ma formativo; Gigi Petteni, Segretario confederale della Cisl, ha portato l’attenzione sull’importanza che qualsiasi azione, qualsiasi cambiamento normativo, parta dal riconoscimento che si sta operando per il bene della persona; ha quindi detto che la tutela del lavoro oggi si chiama formazione e non articolo 18 e che le politiche, i servizi alle persone, rappresentano un punto primario per lo sviluppo di un nuovo mercato del lavoro; Stefano Colli-Lanzi, amministratore delegato di Gi Group, ha evidenziato l’importanza delle agenzie di somministrazione per la costruzione di un corretto sistema di flessibilità e sicurezza.



Questi e altri spunti hanno sollecitato Poletti, che ha posto la sua attenzione sull’esigenza, il bisogno, di un profondo cambiamento culturale. L’evoluzione normativa in atto, ha detto il ministro, si pone infatti l’obiettivo di creare le condizioni affinché in gioco ci sia innanzitutto la responsabilità di ciascuno. Molte situazioni negative (ha detto ancora Poletti), come il debito pubblico, la disoccupazione dei giovani, sono il frutto di responsabilità non prese, di un sistema di rendite che va scardinato e combattuto affinché si torni a promuovere le opportunità. Il ministro ha quindi concluso il suo intervento affermando che il tema di oggi si chiama occupabilità, ed è in questo senso che occorre sostituire la tutela nel posto con la tutela nel mercato.

Tutti gli interlocutori dell’incontro, pur con diversa enfasi, hanno evidenziato l’urgenza di un cambiamento culturale che favorisca la responsabilità di ciascuno (imprenditore, operatore e legislatore), affinché si collabori alla costruzione di un nuovo e più moderno mercato del lavoro. Le testimonianze delle diverse esperienze positive descritte e il dialogo costruttivo emerso, dicono che il cambiamento è in atto ed è possibile. Ripartire da questa positività è la strada per una risposta di reale costruzione del bene comune.

Leggi anche

CARO GRILLINO.../ Sapelli: lo sai che anche denaro e potere possono fare il bene?IDEE/ Poletti e la "responsabilità" per cambiare il lavoro in ItaliaFAMIGLIA E MATRIMONIO/ L'"invidia" delle unioni civili