Gigi Petteni, Segretario Confederale della Cisl, in questa intervista pubblicata sulle nostre pagine affronta anche il tema delle pensioni. A suo dire, che sia necessario introdurre la flessibilità con la prossima Legge di stabilità è sotto gli occhi di tutti. Tra le diverse ipotesi, Petteni sembra prediligere quella di una staffetta generazionale. Questo perché si tratta di uno strumento capace di ricostruire dei rapporti positivi tra le generazioni, con giovani che potrebbe entrare in azienda per sostituire i lavoratori più anziani.

Non c’è solo una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità tra le richieste dei sindacati al Governo. Domenico Proietti, Segretario confederale della Uil, in una nota chiede infatti che il Governo intraprenda “rapidamente e con coraggio” la strada del taglio delle tasse. Questa perché lavoratori e pensionati italiani “pagano il doppio delle imposte rispetto all’Europa”. È importante quindi, spiega ancora il sindacalista, che si proceda alla diminuzione della tassazione locale con criteri di equità e progressività.

Per molte italiane Opzione donna ha rappresentato un’opportunità di “scavalcare” l’aumento dell’età pensionabile varato con la riforma delle pensioni targata Fornero, anche se al prezzo del ricalcolo contributivo dell’assegno. In molte, come noto, sperano di poter utilizzare questa opportunità quest’anno e sono sorti anche gruppi su Facebook che ne chiedono la proroga fino al 2018 o persino l’estensione agli uomini. L’idea di fondo è che, essendoci il ricalcolo contributivo pieno, si tratterebbe di una forma di pensione anticipata con impatto ridotto sulle casse pubbliche. In attesa di capire quali sviluppi ed esiti avranno queste istanze, va evidenziato che sembra che l’Inps, in alcuni casi, sbagli a fare i calcoli nel liquidare pensione di chi usufruisce di Opzione donna. 

Questo almeno è quel che segnala il sito laleggepertutti.it, spiegando che le segnalazioni giunte parlano di tagli medi degli assegni mensili da 150 a 300 euro e che i maggiori problemi sono riscontrati dalle appartenenti alla gestione Inpdap. Il consiglio, in caso si sospetti di avere una pensione troppo bassa, è quindi quello di rivolgersi a un professionista per far verificare la correttezza dei calcoli ed eventualmente presentare ricorso.