Cesare Damiano risponde a Pier Carlo Padoan sul tema di una modifica del sistema previdenziale. Il Presidente della commissione Lavoro ha infatti spiegato che introdurre la flessibilità non vuole dire cancellare la legge Fornero, ma correggerla. Inoltre, nel fare valutazioni su questa misura andrebbero considerati anche i benefici e non solo i costi. Per Damiano non si può dimenticare che una penalizzazione degli assegni farà risparmiare nel futuro.



Giuliano Poletti riaccende la speranza di chi vorrebbe una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità. Intervenendo a Radio articolo 1, il ministro del Lavoro ha infatti detto che il tema è ancora aperto e sarà necessario un confronto e una valutazione sul merito. Tra le altre cose Poletti ha anche aggiunto che le conclusioni di questo confronto si vedranno “all’esito della Legge di stabilità”.



Un sostegno al ministro Padoan arriva da Scelta Civica, che apprezza e sostiene la posizione del titolare di via XX Settembre. Il partito centrista si oppone a una riforma delle pensioni strutturale, ritenendo prioritario un intervento sulla pressione fiscale che possa stimolare la crescita e aiutare così anche chi non ha né un lavoro, né una pensione. Per Scelta Civica sarebbe un errore aumentare la spesa pubblica per consentire di andare in pensione prima a chi un lavoro ce l’ha.

Maurizio Sacconi si schiera a favore della flessibilità pensionistica. Il Presidente della commissione Lavoro del Senato ha infatti spiegato che si tratta di una riforma non più rinviabile e che in questa materia “non si devono considerare solo i numeri ma anche le persone”. L’ex ministro ha anche ricordato che il non essere intervenuti per modificare la legge Fornero ha già comportato una spesa di circa 12 miliardi di euro in provvedimenti di salvaguardia per gli esodati.



Il ministro Padoan lancia nuovi messaggi avversi all’introduzione della flessibilità pensionistica nella Legge di stabilità. Una riforma delle pensioni di questo tipo, ha spiegato, avrebbe oneri rilevanti sulla finanza pubblica. Padoan ha quindi spiegato che il Governo non intende compiere modifiche strutturali della legge Fornero. Diversamente, sulla questione esodati, l’esecutivo è al lavoro per trovare una soluzione a chi ancora non è stato salvaguardato.

Prosegue la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per risolvere le questioni esodati e opzione donna. I sindacati hanno indetto per martedì 22 settembre alle ore 10 un nuovo presidio in via XX Settembre di fronte il Ministero dell’Economia e delle Finanze per chiedere al governo “risposte certe e un concreto impegno alla stesura della settima salvaguardia e alla proroga di opzione donna prima della legge di Stabilità”. Proprio quest’ultima “deve affrontare la reintroduzione di un principio di flessibilità di accesso alla pensione per favorire l’occupazione dei giovani e per sanare le iniquità e ingiustizie prodotte dalla legge Fornero, come più volte riconosciuto in questi mesi dal ministro del Lavoro e dallo stesso presidente del Consiglio”, scrivono le sigle in una nota. Sul caso esodati è intervenuto ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il quale ha spiegato durante un question time alla Camera che l’esecutivo sta valutando la possibilità di “un nuovo provvedimento di salvaguardia”. Il ministro ha quindi ribadito che “il governo riconosce l’esistenza di situazioni di disagio e intende trovare soluzione con dovuta urgenza”.