Sul tema delle pensioni, “la legge di stabilità è l’inevitabile appuntamento per valutare gli aggiustamenti possibili”. Lo scrive in una nota Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato. “Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan riconosce oggi che il sistema previdenziale italiano ha nel lungo periodo la maggiore sostenibilità in Europa – aggiunge – Essa è il risultato dei coefficienti di adeguamento delle prestazioni in relazione al Pil e della età di pensione in rapporto alla aspettativa di vita. Ma poi, anche e soprattutto della brutale legge Fornero che, senza eguali al mondo, ha drasticamente alzato l’età di pensione al livello più elevato conosciuto”. Per questo secondo Secondi “la correzione della legge Fornero con regole di flessibilità è indifferibile. Dobbiamo dare risposte non solo agli esodati ma ai molti ultra sessantenni che, complice la rivoluzione delle macchine, rimangono senza salario e senza pensione”. In particolare, sono urgenti soprattutto “disposizioni che consentano uscite anticipate, ancorché penalizzate, ed altre che rendano flessibili le modalità di alimentare la posizione previdenziale individuale consentendo al datore di lavoro di versare per il lavoratore anche una volta cessato il rapporto o di farlo per l’intero nel caso di part time degli ultimi anni, recuperando periodi di laurea e di apprendimento in modo modulare, utilizzando TFR ed accantonamenti complementari”.
Le parole di Renzi, che ha aperto ad un possibile intervento sulle pensioni sin dalla prossima Legge di Stabilità, hanno riacceso il dibattito politico attorno alla riforma delle pensioni, auspicata da più parti per risolvere alcune criticità emerse negli ultimi anni, soprattutto a partire dall’introduzione della riforma Fornero. Il premier aveva annunciato un meccanismo in grado di aumentare la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, chiamando direttamente in causa i ministri Poletti e Padoan ma il ministro dell’Economia, in un’intervista concessa a “Repubblica” ha ricordato i limiti nelle risorse, parlando solo di “possibili correttivi”. “È fondamentale non deragliare da un principio fondamentale: vanno legate le prestazioni pensionistiche alla durata del tempo di lavoro e alla aspettativa di vita”, ha dichiarato Padoan, che ha tuttavia aperto alla possibilità di introdurre “correttivi che riguardano individui che si trovano vicini alla pensione ma con una prospettiva occupazionale difficile”.
“La questione delle pensioni va vista nel complesso. I princìpi fondamentali del sistema pensionistico italiano, che è molto stabile e solido, devono essere preservati”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a margine del convegno “How can we govern Europe?” organizzato da Eunews a Roma. Il titolare del Tesoro ha quindi spiegato che per affrontare l’emergenza “vedremo cosa si può fare” nella Legge di Stabilità che il governo deve presentare al Parlamento entro il prossimo 15 ottobre. Le parole di Padoan arrivano mentre il premier Matteo Renzi, in una lettera pubblicata sulle pagine del quotidiano L’Unità, annuncia di aver chiesto ai ministri dell’Economia e del Lavoro “di individuare un meccanismo per consentire più flessibilità in uscita. Spero che riusciremo a trovare un primo rimedio già con la legge di Stabilità”. Si attende intanto la nuova mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per risolvere le questioni esodati e opzione donna: è stato infatti organizzato per martedì 22 settembre alle ore 10 un nuovo presidio in Via XX Settembre di fronte il Ministero dell’Economia. I sindacati chiedono al governo “risposte certe e un concreto impegno alla stesura della settima salvaguardia ed alla proroga di opzione donna prima della legge di Stabilità”.