Matteo Renzi torna a parlare di pensioni. Durante il suo discorso alla direzione del Partito democratico ha infatti detto che “i conti pensionistici per quello che riguarda il nostro Paese non si toccano”. Il Premier ha quindi aggiunto che il Governo sta studiando la possibilità di prevedere delle forme di flessibilità in uscita. “Se esistono condizioni per farlo sarebbe un gesto di buona volontà”. Probabilmente non resta che aspettare il testo definitivo della Legge di stabilità per capire se conterrà o meno una qualche riforma previdenziale.
Giuliano Poletti riaccende le speranze degli italiani che sperano nell’introduzione della flessibilità pensionistica. “Stiamo lavorando sulla riforma delle pensioni. Sappiamo che c’è una spetto da risolvere legato a uno scalino alto che blocca il turn over introdotto dalla legge Fornero”, ha spiegato il ministro, che ha anche aggiunto che le diverse opzioni sono in fase di valutazione insieme al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Vedremo a cosa porterà quest’analisi condivisa.
La Uil spinge ancora per l’approvazione di una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità, presentando dei dati capaci di mostrare che la spesa pensionistica in Italia resterebbe in linea con la media europea. Domenico Proietti, Segretario confederale del sindacato, ha spiegato che considerando la spesa previdenziale al netto di quella assistenziale, sia arriva a un’incidenza sul Pil pari al 13,2%. Una percentuale che scende al 10,7% se si considerano le aliquote Irpef e le addizionali regionali e comunali che gravano sulle pensioni.
Dopo che Renzi ha “promesso” una forma di flessibilità pensionistica e che Padoan ha “frenato” sulle ipotesi più costose, prosegue all’interno del Governo il dibattito sulla riforma delle pensioni che può essere obiettivamente varata con la Legge di stabilità. Il Corriere della Sera ritiene che la situazione possa essere favorevole a una proroga di Opzione donna, che darebbe la possibilità a Renzi di mantenere la sua promessa (dar la possibilità alle nonne di stare coi propri nipoti) e allo Stato di non spendere troppo.
Cesare Damiano torna a chiedere il varo della settima salvaguardia per gli esodati. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera spiega che qualcuno ritiene che non esistano più esodati, ma se così fosse il ministero dell’Economia e delle Finanze non chiederebbe coperture miliardarie. Questo è per l’ex ministro invece un segnale che i numeri reali sugli esodati sono ancora importanti. Per questo Damiano chiede un confronto con il Governo in commissione Lavoro.
Sì a una correzione della legge Fornero, ma solo “per chi è vicino ai requisiti ma in difficoltà con il lavoro”. Lo ha scritto su Twitter il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ribadendo quanto già dichiarato nella recente intervista rilasciata a La Repubblica. Secondo il responsabile del Tesoro, “non c’è nulla di male a esaminare possibili correttivi che riguardano individui che si trovano vicini alla pensione ma con una prospettiva occupazionale difficile. Ma va considerato naturalmente che questo ha un costo e l’equilibrio di finanza pubblica deve essere mantenuto”. Si potrebbero dunque immaginare modifiche alla legge Fornero, ma rivolte in particolare ha chi ha problemi lavorativi, magari coloro che hanno perso il posto di lavoro e che non riescono a trovarne un altro perché vicini alla pensione. “Intanto va detto che il sistema pensionistico italiano è uno dei più robusti in Europa – ha detto ancora Padoan nel corso dell’intervista – Non lo diciamo noi, ma la Commissione Ue, con una valutazione che viene aggiornata continuamente. È fondamentale non deragliare da un principio fondamentale: vanno legate le prestazioni pensionistiche alla durata del tempo di lavoro e alla aspettativa di vita”.
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