In Europa, dopo sei anni di crescita contenuta e di relativa debolezza del mercato del lavoro, si deve evidenziare come, ahimè, il numero dei disoccupati di lunga durata sia raddoppiato rispetto al periodo pre-crisi. Metà dei disoccupati è ora, infatti, a lungo termine. Si parla, complessivamente, di una condizione che interessa più di 12 milioni di persone (il 5% della popolazione attiva in Europa), il 60% dei quali è senza lavoro da almeno due anni.
La quota crescente della disoccupazione di lunga durata e la diminuzione di quella a breve termine mostra che la ripresa rischia di beneficiare principalmente i disoccupati di breve durata lasciando stabile il numero delle persone che lo sono da un lungo periodo, con il pericolo di un ulteriore deterioramento della loro occupabilità e di rendere questa condizione strutturale.
Preso atto della situazione, la Commissione europea ha così avanzato, pochi giorni fa, una proposta agli Stati membri per aiutare e favorire il ritorno nel mercato del lavoro dei disoccupati a lungo termine. La proposta di raccomandazione del Consiglio prevede che tutti coloro in cerca di lavoro, che sono, in particolare, senza occupazione da più di 12 mesi, avranno diritto a un’azione di assessment individuale e alla definizione di un accordo per la reintegrazione nel mercato del lavoro. La rete dei servizi al lavoro sarà così chiamata a offrire a queste persone un piano concreto e personalizzato prima che questi raggiungano i 18 mesi di disoccupazione.
La proposta della Commissione scommette, quindi, su tre elementi chiave: incoraggiare la registrazione dei disoccupati di lunga durata ai servizi di collocamento, fornire ai disoccupati di lunga durata registrati un momento di assessment individuale approfondito al fine di identificare i loro bisogni e le loro potenzialità e l’offerta di un accordo di ricollocazione.
Quest’ultimo potrà includere, a seconda dei servizi esistenti in ciascuno Stato membro, il mentoring, l’aiuto nella ricerca di lavoro, percorsi d’istruzione e formazione, il supporto per l’abitazione, i trasporti, dei bambini e servizi di assistenza o di riabilitazione.
Insomma, dopo i rilancio dell’iniziativa per l’occupazione giovanile a maggio, questa proposta è, nella prospettiva della Commissione, un’altra iniziativa concreta per rafforzare la creazione di occupazione, la ripresa economica e l’equità sociale in Europa.
Questa nuova “garanzia per i disoccupati” sarà, inoltre, fin dai prossimi mesi, un importante banco di prova per il Jobs Act e per una prima valutazione della qualità e dell’efficacia delle misure di politica attiva che questo prevede, a partire proprio dall’assegno di ricollocazione. La speranza, tuttavia, è che, almeno in Italia, i risultati siano migliori di quelli finora realizzati dalla Garanzia Giovani.