Mentre il Governo ha messo a lavoro i propri tecnici per trovare delle soluzioni che possono permettere ai lavoratori vicini alla pensione di potervi accedere in anticipo in cambio di penalizzazioni sull’assegno mensile, i sindacati non sembrano per nulla convinti della cosa. Infatti, sono arrivati segnali negativi in tal senso sia da parte della Cisl che della CGIL. Nello specifico i due sindacati hanno ribadito la necessità di cambiare nel più breve lasso di tempo possibile la Legge Fornero senza tuttavia optare per delle soluzioni che la Camusso ha definito ‘strane’. Invece, la Furlan, numero uno della Cisl, ha evidenziato come debbano arrivare dal Governo delle risposte chiare già nella prossima legge finanziaria.
Seppur sembri alquanto improbabile che la riforma pensioni possa essere inserita in questa Legge di Stabilità, il Governo presieduto dal Premier Matteo Renzi, continua a lavorare senza sosta per trovare delle soluzioni apprezzabili in ottica flessibilità. Infatti, sembra che i tecnici del Governo stiano valutando delle opzioni specifiche per quanto concerne la pensione anticipata in alcuni casi. In particolare, si parla di permettere l’ingresso nel sistema pensionistico a 63 anni di età con 30 oppure 35 anni di contributi versati a patto che il lavoratore accetti una decurtazione che dovrebbe oscillare da un mimo del 3 oppure 4% fino ad un massimo del 12% a secondo del numero di anni di contributi. In buona sostanza si tratterebbe dell’allargamento della cosiddetta opzione donna anche per altre tipologie di lavoratori come gli esodati. Tuttavia, nelle ultime ore si parla della possibilità di inserire questa soluzione nella Legge di stabilità per dare una risposta concreta agli esodati che sono rimasti fuori dalla salvaguardia mentre le riforma delle pensioni vera e propria è destinata a slittare nel nuovo anno.