Non bisognerà aspettare molto per sapere che riforma delle pensioni ha studiato il Governo. Giuliano Poletti, secondo quanto riporta Toscana TV, ha infatti detto che tra qualche giorno si saprà “cosa saremo in grado di fare”. Il ministro, a margine di un incontro organizzato a Siena dalla Cna, ha ribadito che insieme al ministero dell’Economia si stanno studiando le soluzioni più utili e compatibili con le esigenze di bilancio in tema di flessibilità pensionistica.



Cesare Damiano replica a Pier Carlo Padoan, il quale aveva dichiarato che l’idea di una flessibilità a costo zero è “inesatta”. Il Presidente della commissione Lavoro spiega infatti che da questo provvedimento “si possono ottenere addirittura dei risparmi”. Per Damiano, accanto ai costi per gli anni di anticipo, al massimo 4, vanno considerati anche i 18 anni, in media in base alle aspettative di vita, di successivi risparmi. In buona sostanza, “se si anticipa la pensione a 62 anni, avendo 35 anni di contributi e accettando l’8% di penalizzazione, si avrà un costo per i primi 4 anni (fino al raggiungimento degli attuali 66 anni di età) e un risparmio per i successivi 18 (fino alla speranza di vita media di 84 anni)”, aggiunge l’ex ministro.



La Cgil, attraverso il Segretario confederale Vera Lamonica, chiede al Governo di modificare la legge Fornero, in modo che si possa andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Questo, spiega la sindacalista, permetterebbe di andare incontro non solo a lavoratori precoci e a chi svolge mansioni usuranti, ma anche alle donne. Va infatti ricordato che con il legame dei requisiti pensionistici alle aspettative di vita, presto si arriverà a dover cumulare 45 anni di contributi.

Per Tito Boeri in Italia ci sono le condizioni per varare “l’ultima” riforma delle pensioni. Secondo il Presidente dell’Inps, c’è la possibilità di rendere il patto tra le generazioni più equo “con piccoli interventi su chi ha avuto trattamenti eccessivamente di favore e sulla sostenibilità del sistema”. Con questi interventi, ha aggiunto Boeri, il sistema pensionistico italiano potrà essere guardato come un esempio da tutto il mondo.



Il tema degli esodati verrà affrontato “con una soluzione definitiva”. Lo ha detto il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, intervenuto ieri a Trieste in occasione di “Ancora Europa”, la cosiddetta “Leopolda” europea organizzata dall’europarlamentare Pd Isabella De Monte. “Ci sono più opzioni aperte per affrontare il problema – ha aggiunto Baretta – Una di queste è inserire gli esodati nel nuovo possibile intervento sulla flessibilità in uscita, sul quale stiamo ragionando. E’ un sistema che costa molto, ma avrebbe dei vantaggi sociali, perché darebbe margine di scelta alle persone, garantendo libertà”. Secondo il sottosegretario la legge Fornero “non è stata un errore nella struttura, ma nei tempi. Non è stata cioè sbagliata la scelta di spostare in avanti l’età pensionabile, visto che negli anni la vita media è notevolmente aumentata, ma farlo dalla sera alla mattina, creando alcune problematiche serie come quella degli esodati”.