«Una flessibilità a costo zero per lo Stato è inutile ai lavoratori. Il governo sta destinando tutte le risorse disponibili al taglio di Imu e Tasi, con una evidente mossa elettorale, dirottando gli stessi fondi già stanziati per esodati e Opzione Donna». È la denuncia di Walter Rizzetto, deputato del gruppo Alternativa libera formato da fuoriusciti dall’M5S e membro della commissione Lavoro. Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, riferendosi alla flessibilità pensionistica durante l’ultima audizione alla Camera aveva detto: “Il governo è impegnato ad analizzare la questione a partire dalla legge di stabilità e compatibilmente con il quadro di finanza pubblica. Ogni cambiamento del sistema pensionistico va attentamente valutato”.



Onorevole Rizzetto, perché non è soddisfatto degli impegni presi dal governo durante l’audizione?

Volevamo risposte chiare rispetto ai due temi che erano sul tavolo, ovvero Opzione Donna e settima salvaguardia degli esodati. I due ministri, soprattutto Padoan, hanno fatto un po’ di melina rispetto alle decisioni che avrebbero dovuto prendere. Ricordiamoci che siamo a ridosso della Legge di stabilità, e avremmo dovuto risolvere prima questa problematica che si è creata.



In che modo vanno definite le questioni relative a esodati e Opzione Donna?

La commissione Lavoro della Camera si è sempre spesa e ha prodotto degli atti per la settima salvaguardia, e quindi per portarla a compimento, dando la possibilità a 49.500 esodati di andare in pensione. A ciò si aggiunge la necessità di riaprire e confermare quanto effettivamente la legge Maroni andava a indicare come opportunità per le donne di 57-58 anni di andare in pensione con un sistema solamente contributivo.

Il governo ha detto che con la Legge di stabilità si risolverà definitivamente la questione esodati. La ritiene una risposta soddisfacente?

No. La questione esodati si risolve una volta per tutti applicando la settima salvaguardia, e non invece con la Legge di stabilità. C’erano tutti gli strumenti per effettuare la settima salvaguardia, ma questo non è stato fatto. Si intendono portare gli esodati della settima salvaguardia a una flessibilità in uscita molto pesante per loro e assolutamente a costo zero per lo Stato. Io ritengo al contrario che la flessibilità debba essere sostenibile, e ciò in parte anche per le casse dello Stato ma soprattutto per le tasche dei “pensionandi”.

Rischiamo di attuare una flessibilità che poi non sarà utilizzata dai lavoratori?

Assolutamente sì, è questa l’idea dell’esecutivo. Per quanto riguarda in particolare “Opzione Donna”, rischiamo di andare a fare una figuraccia perché il 6 ottobre è attesa una decisione del Tar in merito alla class action.

 

In concreto che cosa significa che la flessibilità è sostenibile?

Applicare una flessibilità con penalizzazione annua tra il 5 e il 15% non sarebbe sicuramente una soluzione appetibile per quanti vedranno quasi dimezzarsi l’assegno pensionistico mensile. Inoltre ho ricordato di fronte ai due ministri che non si parla più di “Quota 96”, “Quota 41” e delle “Quindicenni”. Del resto sono rimaste senza risposte anche tutte le mie richieste per applicare la cosiddetta “Opzione Donna” agli uomini, perché ricordiamoci che non sono solo le donne a essere rimaste a casa dal lavoro.

 

Dove si possono trovare le risorse per attuare tutte queste misure?

Quando vuole, il governo riesce sempre a trovare le risorse. È riuscito a farlo per quanto riguarda la legge delega al Jobs Act e il bonus da 80 euro. La buona politica deve quindi mettere le risorse con i provvedimenti giusti e al momento giusto. Mai come in questo caso la questione pensioni deve essere prioritaria rispetto all’agenda di governo. Le risorse per esodati e Opzione Donna saranno invece dirottate su altre misure, che sono più a fine elettorale che non per il bene comune delle persone. Mi riferisco a Tasi, Imu sulla casa e Imu agricola. D’altra parte sappiamo tutti che il prossimo maggio ci saranno parecchi Comuni che andranno al voto. Siccome immagino che siano di più le persone che pagano l’Imu, rispetto a quelle che hanno particolari esigenze per andare in pensione, è evidente che si tratta di una mossa elettorale.

 

(Pietro Vernizzi)