Il Governo è al lavoro per inserire una riforma delle pensioni nella Legge di stabilità. E secondo Il Sole 24 Ore starebbe varando una flessibilità per consentire l’uscita dal lavoro a 63 anni con 35 di contributi, con una penalizzazione del 4% per ogni anno di anticipo. Una soluzione che non aiuterebbe molto le donne, che spesso hanno una carriera contributiva piuttosto discontinua. Per questo si sta anche lavorando a una nuova Opzione donna.
Walter Rizzetto, vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, ha deciso di scrivere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per esprimere tutto il suo disappunto per come il Governo si sta comportando in tema di pensioni e salvaguardia degli esodati. Nella sua lettera Rizzetto segnala la necessità di prorogare Opzione donna, con l’estensione anche agli uomini. Inoltre ricorda che anche lavoratori precoci e “quindicenni” attendono un intervento. Su tutti questi temi, aggiunge Rizzetto, Camera e Senato hanno già pronte proposte di legge, dunque si può intervenire in fretta. E per questo il parlamentare auspica che Mattarella possa segnalare ulteriormente l’urgenza di tali provvedimenti.
Mentre si dibatte di riforma delle pensioni, i pensionati stessi finiscono spesso sul banco degli imputati, additati di provocare costi eccessivi per lo Stato. Per questo lo Spi-Cgil di Foggia, come riporta Il Corriere della Sera, ha iniziato una campagna di informazione (dal titolo “Non siamo noi la Banda Bassotti) su quanto realmente percepiscono i pensionati italiani. I numeri diffusi parlano di oltre 2,5 milioni di pensioni di circa 267 euro lordi mensili e di quasi 5 milioni sotto i 700 euro (sempre lordi). Complessivamente sono circa 12 milioni gli italiani con un pensione inferiore ai 1.200 euro.
I dati dell’Inps, comunicati periodicamente da Tito Boeri nell’ambito della cosiddetta operazione trasparenza, hanno dato adito a una nuova ipotesi: quella di intervenire sulle pensioni erogate agli italiani che risiedono all’estero per ricalcolarle con il metodo contributivo. L’idea sarebbe quella di far confluire i risparmi in un fondo che dovrebbe servire alle politiche di integrazione degli immigrati e a cercare di frenare la “fuga” dei pensionati italiani all’estero. Un’idea di non facile realizzazione, anche perché spesso gli italiani si trasferiscono in paesi dove il potere d’acquisto delle loro pensioni è più alto che in patria.
Al centro dell’attenzione politica e non solo ci sono sempre le vicende relative alla riforma pensioni con le tante discussione al riguardo dei vari aspetti che sembrano poter essere oggetto di modifiche. Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Cesare Damiano, ha annunciato che l’audizione con il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e quello dell’economia Pier Carlo Padoan, abbia permesso di fissare delle linee guida per i successivi interventi per quanto concerne la previdenza. Insomma sembra che nella Legge di Stabilità ci spossa essere spazio per affrontare tre delicati punti e nello specifico la settima salvaguardia per gli esodati, la tanto discussa opzione donna e più in generale l’aspetto relativo alla flessibilità in uscita. Lo stesso Damiano ha sottolineato come vi sia sinergia con il Ministro Padoan per quanto concerne la necessità di trovare una soluzione definitiva per quanto concerne la questione degli esodati. Infine ci sono segnali piuttosto positivi anche per quanto riguarda la questione della flessibilità in uscita con Damiano che rimarca di aver messo sul tavolo una serie di proposte in tal senso che sembrano poter essere soddisfacenti (62 anni e 25 di contributi con penalità che possono arrivare fino ad un massimo dell’8% con l’abbinamento dei 41 anni per i lavoratori precoci).