Un sì convinto a Quota 41, una soluzione individuata da Cesare Damiano per aiutare i lavoratori precoci a raggiungere la pensione dopo 41 anni di contributi, arriva da Walter Rizzetto. Il vicepresidente della commissione Lavoro della Camera ha scritto un tweet che recita “Per me un “si” convinto a #Q41, categorizzare e non generalizzare con #flessibilità #pensioni #lavoro #precoci”, accompagnato da una foto in cui sfoggia una maglietta con scritto “Quota 41 x tutti. Ddl 857” (ovvero la proposta di legge di Damiano). C’è da dire che nelle varie ipotesi di intervento di flessibilità pensionistica circolate in ambito governativo non sembra mai esserci stata una particolare attenzione per i lavoratori precoci, dunque il supporto dei parlamentari è quanto mai importante per loro. Roberto Simonetti, Segretario della commissione Lavoro della Camera, ha voluto inviare un messaggio al Comitato Opzione donna, che ha deciso di renderlo pubblico. Il testo è stato mandato in occasione dell’evento organizzato la scorsa settimana a Roma per festeggiare la proroga di Opzione donna, e oltre a ripercorrere la battaglia fatta per concedere alle italiane di usare ancora il regime sperimentale introdotto da Roberto Maroni, il deputato leghista evidenzia che ora c’è altro lavoro da fare, come il monitoraggio del “contatore”, “affinché la nostra battaglia per la proroga al 2018 del regime sperimentale ‘opzione donna’ possa verificarsi e quindi includere un numero sempre maggiore di lavoratrici”. Oltre, naturalmente alla modifica della riforma Fornero all’insegno della flessibilità, che deve essere compiuta il prima possibile. 



Matteo Salvini attacca ancora una volta Elsa Fornero per la sua riforma delle pensioni. Prima ancora di partecipare all’Arena di Giletti, in onda su Rai 1, il leader del Carroccio ha infatti pubblicato un eloquente post sulla sua pagina Facebook che a caratteri cubitali recita: “Stramaledetta la Fornero!”. In trasmissione, il Segretario della Lega Nord ha parlato di molti temi e ha solamente accennato alla legge che porta il nome dell’ex ministro del Lavoro, a cui ha augurato di essere mandata su un’isola deserta a passare il resto della vita a pane e acqua. Recentemente avevano fatto discutere delle dichiarazioni in tv di Salvini, che aveva paragonato la legge Fornero a uno stupro. 



Il Sole 24 Ore di oggi contiene un intervento di Gianni Geroldi, Docente di Economia della previdenza e dei sistemi pensionistici, che fa un punto anche sugli ultimi interventi approvati con la Legge di stabilità al posto di una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità. Geroldi ricorda, tra le altre cose, che per finanziare gli interventi c’è anche la non piena indicizzazione delle pensioni superiore a tre volte il minimo già stabilita dal Governo Letta. Dunque, “di fronte agli evidenti limiti di queste misure”, scrive l’esperto, “c’è effettivamente da chiedersi se il ‘pacchetto previdenza’ anche in questa legge di Stabilità risponda effettivamente a obiettivi di razionalizzazione del sistema, o non sia piuttosto un’ulteriore aggiunta di strumenti tra loro poco connessi, che rischiano di complicare ancor più il quadro”. Geroldi segnala anche un possibile effetto indesiderato: i lavoratori si trovano a fare delle scelte “in un contesto normativo che non riesce a diventare stabile”.



In questo weekend di “pausa politica” il tema della riforma pensioni 2016 continua a battere insistentemente su web, giornali e social: rimane un punto chiave per capire come e se avverranno i cambiamenti storici promessi dal governo e dalle varie riforme portate avanti nell’Inps. Uno dei temi meno battuti è quello della reversibilità della pensioni per il coniuge o in maniera indiretta, spesso un punto che viene superato dalle polemiche sugli impianti generali della riforma, eppure rimane una vicenda piuttosto calda. Come funziona la cosiddetta riduzione sulla pensione di reversibilità, che come spieghiamo qui sotto da quest’anno sarà per tutti quelli che superano il reddito di circa 20mila €? Ecco qui le linee guida: sia nell’atto della domanda di pensione che nei vari anni successivi, il coniuge deve presentare una dichiarazione reddituale che attesti i redditi percepiti nello stesso anno, in modo da determinare l’esatta misura della riduzione da operare sulla pensione. In sostanza, nella nuova norma in studio, sembra che in presenza di redditi di poco superiori al limite previsto, sia ipotizzata una norma di salvaguardia secondo la quale il trattamento derivante dal cumulo dei redditi con la pensione ai superstiti ridotta non può essere inferiore a quello che spetterebbe allo stesso soggetto, dal momento che il quel caso il reddito sia pari al limite massimo delle fasce che trovate sempre qui sotto.

Un’ultima notizia dal mondo delle riforma pensioni 2016 riguarda un atto di cui abbiamo già trattato in passato  ma che oggi ottiene una importante notifica, giunta dalle decisioni in settimana di Inps e commissioni del governo: quest’anno la soglia limite per non subire alcuna riduzione dell’importo della pensione è pari a 19.573 (fonte PensioniOggi) nel caso di reversibilità verso il coniuge o la pensione indiretta. Questo deriva, come da norma, dai vari casi in cui lo svolgimento di attività lavorativa, o il possesso di altri redditi può provocare riduzione della pensione spettante al coniuge del pensionato in questione oppure del lavoratore già defunto. Di norma la pensione di reversibilità sono un importo pari al 60% della pensione percepita: per questo 2016, nel caso in cui il coniuge del defunto consegua un reddito annuo che sarà superiore alla soglia di cui sopra, subirà una riduzione del 25%. Sale invece al 40% tale sforbiciata nel momento in cui il reddito si compreso tra 19.573 e 26.098 euro, mentre arriva al 50% nel caso in cui il reddito del coniuge sia superiore ai 32mila euro annui.

La notizia è arrivata ieri in serata e sulla questione della riforma pensioni, in questo inizio 2016, qualcosa potrebbe cambiare: per decisione del Inps, via libera all’erogazione del 5% delle risorse stanziate nel 2015 per la cassa integrazione e la mobilità in deroga per poter fornire una integrazione salariale nei conforti dei lavori che non rientrano nel nuovo metro di applicazione dei vari ammortizzatori sociale in deroga (fonte PensioniOggi). Dunque arrivano quei fondi sembrati dispersi negli scorsi mesi, e si tratta di quelli che possono essere dati dalle regioni e dalle varie provincie autonome per coprire le varie situazioni di disagi salariali. Tali fondi vengono ripartiti tra l’Inps stessa e il Ministero del Lavoro che si prende parte del carico di queste casse integrazioni: in tale modo, dal punto di vista pensionistico si possono creare degli “spazi” di movimento per sblocchi eventuali, laddove l’Inps non deve farsi carico totalmente del peso delle casse di mobilità erogate lo scorso anno. Cambierà poi davvero l’impianto dell’opera Inps alla luce di queste novità? Questo è ancora presto per dirlo, andranno come sempre verificati e misurati gli effetti di queste decisioni.

Nel panorama politico italiano si continua a dibattere sulla questione delle riforma delle pensioni con diversi partiti politici che rivendicano la necessità di andare a modificare praticamente in toto la cosiddetta Legge Fornero, causa di diversi disagi per i cittadini a partire dalla vicenda esodati. A tal proposito, il Governo ha previsto nell’ambito delle Legge di stabilità una settima salvaguardia indirizzata ad oltre 26 mila lavoratori che loro malgrado si sono trovati a diventare esodati. Nonostante ciò sono nate diverse polemiche in quanto non tutti vi rientrerebbero per cui ci sarebbe ancora una parte di essi scoperti. Uno dei portali che si occupa di pensioni, Pensioneoggi.it, ha sviluppato un software aggiornato secondo i criteri presenti nella settima salvaguardia, in grado di verificare se si rientri oppure no. Clicca qui per prenderne visione.