Un recente rapporto della Ragioneria Generale dello Stato evidenzia come la variazione, complessiva, del numero dei dipendenti pubblici in Italia registri una riduzione nel 2014, rispetto al 2007, del 5,1%. Un dato che, tuttavia, potrebbe arrivare fino a un più significativo – 6,8% se si considerassero anche alcuni enti non presenti nella rilevazione di 9 anni fa.



Oltre due terzi di questi operano nei soli tre comparti della Scuola (29,17%), della Sanità (21,79%) e delle Regioni ed Enti locali (15,36%). Se a questi si aggiungono anche gli addetti del settore Sicurezza-Difesa si supera agevolmente l’80% degli occupati in tutto il pubblico impiego. Lo stesso rapporto ci dice che, pur riducendosi in valore assoluto ormai da tempo, la presenza femminile è stata, anche in questi anni, percentualmente in costante aumento in tutti gli ambiti.



Un altro interessante studio di Eurispes, risalente a poco meno di due anni fa, faceva emergere, inoltre, sfatando anche miti consolidati nella nostra opinione pubblica, come, nel nostro Paese, si contino solamente 58 impiegati nella Pubblica amministrazione ogni mille abitanti, ai livelli della Germania (54), rispetto, ad esempio, alla Svezia, dove, nello stesso campione, i funzionari pubblici sono ben 135. Lo stesso rapporto ci diceva, quindi, che l’Italia era l’unico Paese europeo in cui, negli ultimi dieci anni, il numero dei dipendenti pubblici si era ridotto, registrando un significativo meno 4,7%.



Nel resto d’Europa, gli addetti nel pubblico impiego sono, infatti, negli stessi anni, cresciuti, soprattutto in Irlanda e in Spagna dove si è registrato un aumento rispettivamente del 36,1% e del 29,6%. Anche altri paesi, storicamente considerati virtuosi, mostravano incrementi vicini al 10%: il Regno Unito si fermava a un + 9,5% e, addirittura, il Belgio raggiungeva il 12,8%. In termini poi di Pil è da sottolineare come, sempre secondo lo studio prima citato, la Danimarca ne spendesse, per il pubblico impiego, ben il 19,2%, seguita dalla Svezia (14,4%), dalla Finlandia (14,4%), dalla Francia (13,4%), dal Belgio (12,6%), dalla Spagna (11,9%), dal Regno Unito (11,5%), dall’Italia (11,1%), dall’Austria (9,7%), dai Paesi Bassi (10%), e, per finire, dalla Germania con il 7,9%. La situazione del nostro Paese risultava, quindi, essere perfettamente in linea con la media europea.

In un quadro complessivo come questo si deve valutare la proposta del Governo Renzi di poter licenziare, entro 48 ore, i funzionari pubblici dal “badge facile” e i fannulloni di brunettiana memoria. A prescindere da questi provvedimenti spot, infatti, sembra emergere la necessità di qualificare e rendere, allo stesso tempo, più efficace la Pubblica amministrazione che deve tornare ad essere, veramente, al servizio dei cittadini e delle imprese del nostro Paese. La strada da intraprendere, tuttavia, per raggiungere questo obiettivo non può essere solamente, o prioritariamente, quella sanzionatoria e punitiva.

Se, certamente, i comportamenti fraudolenti devono essere, infatti, sanzionati, come peraltro lo prevedono le norme già esistenti, l’inefficacia e l’inefficienza della macchina pubblica potranno essere rottamate solo attraverso una grande scommessa e un investimento, anche economico, sulle tante persone valide, e competenti, che sono, nonostante una pubblicistica poco favorevole, dentro le pubbliche amministrazioni e che, ogni giorno, si impegnano per dare risposte concrete ai, sempre più complessi, bisogni dei cittadini.