In attesa di capire se le pensioni anticipate potranno essere uno dei temi della riforma della Legge Fornero attesa dal Governo, va detto che nel 2015 sono state erogate 148.540 pensioni anticipate. Lo ha fatto sapere l’Inps, evidenziando anche che si tratta di un dato in crescita del 74% rispetto all’anno precedente. Complessivamente le nuove pensioni erogate sono state più di 500.000 con  un incremento superiore al  9,2%. rispetto al 2014. L’aumento delle pensioni anticipate sembra legato all’innalzamento comportato dalla riforma Fornero, che ha quindi portato a uno slittamento in avanti del ritiro dal lavoro per molti italiani negli anni passati e che quindi stanno avvenendo ora, forti anche dei provvedimenti del Governo che ha annullato le penalizzazioni. 



Cesare Damiano ancora una volta ribadisce la necessità di varare una forma di pensione anticipata.

Oggi a Coffee Break, la trasmissione di La7, l’ex ministro ha spiegato che questa riforma previdenziale aiuterebbe a risolvere il problema di chi svolge lavori usuranti, ma non è coperto dai relativi fondi, come gli edili, e anche di chi ha oltre 40 anni di contributi alle spalle, come i lavoratori precoci, ma non l’età anagrafica necessaria ad accedere alle pensione. Damiano ha quindi esposto ancora una volta il punto centrale del suo ddl: la possibilità di andare in pensione a 62 anni, con 35 di contributi, e una penalizzazioni sull’assegno pari all’8%. 



Il 2016 sarà l’anno per le pensioni anticipate o quanto meno per un ritocco della Legge Fornero? Secondo Maurizio Martina sì. Il ministro delle Politiche agricole, nel corso della trasmissione Ballarò, ha infatti detto che la riforma delle pensioni è necessaria anzitutto per creare spazi per far crescere l’occupazione dei giovani. Un obiettivo che il Governo, ha spiegato Martina, ha già cominciato a perseguire con il Jobs Act, ma che può essere approfondito con un intervento sulle pensioni. Dunque, secondo il membro dell’esecutivo, il 2016 deve essere l’anno di uno sforzo vero per affrontare il tema. 



In tema di pensioni interviene anche Alessandro di Battista, deputato del Movimento 5 Stelle, che ha postato sulla sua pagina Facebook un video in cui propone in apertura le dichiarazioni di Matteo Salvini contro la Legge Fornero rilasciate all’Arena di Giletti su Rai 1. “Maledetta la Legge Fornero e maledetti tutti coloro che l’hanno votata. Noi su questo ci stiamo, perché la Legge Fornero è una vera e propria porcata”, dice Di Battista riprendendo le parole di Salvini. Pur riconoscendo che la Lega Nord non l’ha votata, ricorda però che la riforma delle pensioni del Governo Monti è stata sostenuta da Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, che oggi sono alleati di Salvini nel progetto di un nuovo centrodestra. Dunque per Di Battista bisogna stare attenti sia al centrodestra che al centrosinistra, dato che al loro interno ci sono esponenti che hanno votato una legge che obbliga a lavorare fino a 70 anni, incidendo negativamente sull’occupazione giovanile.

I lavoratori precoci sembrano avere un sostenitore in più: Tiziano Treu. L’ex ministro del Lavoro è infatti intervenuto alla trasmissione diMartedì, dove si è affrontato il tema delle pensioni, anche con la presenza di Maurizio Landini, Segretario generale della Fiom. Treu, in particolare, ha detto che chi ha iniziato a lavorare presto e ha 41 o 42 anni di contributi versati deve poter essere messo in condizioni di andare in pensione. Dunque in anticipo rispetto all’età pensionabile valida per tutti e che è aumentata il 1° gennaio in seguito all’aumento dell’aspettativa di vita. Ma non è tutto, perché i lavoratori precoci, secondo l’ex commissario dell’Inps, dovrebbero poter andare in pensione prima e senza penalizzazioni sull’assegno.

Di fatto quindi Treu appoggia la proposta di Cesare Damiano, anche se dalle sue parole non è chiaro se sosterrebbe “Quota 41” o se ritenesse necessari 42 anni di contributi. Oltre a questo tema, l’ex ministro ha anche detto che l’operazione della busta arancione, da lui stesso promossa quando era a capo dell’Inps, è ottima perché riesce a fornire agli italiani un’idea su quanto percepiranno una volta usciti dal mondo del lavoro.