I numeri sulle pensioni di anzianità in crescita non lasciano molti dubbi a Cesare Damiano: la rigidità del sistema previdenziale dopo l’introduzione della Legge Fornero induce gli italiani a lasciare il lavoro appena possibile. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera invita poi a non dimenticare che fra 30 anni il requisito anagrafico per andare in pensione salirà a 69 anni e 5 mesi, mentre per la pensione di anzianità ci vorranno 45 anni e 8 mesi. All’orizzonte si intravvede quindi un futuro fatto di aziende piene di settantenni, dice l’ex ministro del Lavoro. “Per questo motivo è necessario che il Governo si decida e faccia del 2016 l’anno della flessibilità delle pensioni”, anche perché diversamente anche in futuro diminuirebbero le opportunità lavorative per i giovani. Tra le varie proposte di riforma delle pensioni si è in passato parlato anche di colpire i vitalizi dei politici per recuperare risorse da destinare ad altri soggetti. Non sembra però un provvedimento facile da mettere in atto, come ricorda Il Fatto Quotidiano. Gerardo Bianco, Presidente dell’Associazione degli ex parlamentari, lamenta il fatto che un ricalcolo con il contributivo dei vitalizi porterebbe a negare ciò che che invece è riconosciuto ad altri cittadini. Anche consiglieri ed ex consiglieri regionali lamentano il fatto che i diritti acquisiti sono “invalicabili”. Vedremo se queste obiezioni potranno essere “scavalcate” da una legge o meno. 



La riforma delle pensioni targata Elsa Fornero è stata diverse volte criticata e potrebbe essere oggetto di “revisione” in questo 2016. L’ex ministro del Lavoro torna nel frattempo a parlare in pubblico, oggi pomeriggio, a Trieste. Nella sede della Camera di Commercio, infatti, da oggi fino a domenica si tiene il workshop “La via per un nuovo welfare”. Dalle 16:30 di oggi si svolgerà una tavola rotonda dal titolo “Gli anziani, problema o risorsa?”. Vedremo se la Fornero tornerà a parlare della sua legge o se in ogni caso farà delle dichiarazioni riguardo possibili “aggiustamento” del sistema previdenziale italiano. Non va rivista solo l’età pensionabile. Per la Cisl, una riforma delle pensioni deve anche rimettere mano alla Gestione separata dell’Inps. Lo evidenza il Segretario confederale Maurizio Petriccioli, spiegando che negli ultimi anni le aliquote contributive per gli iscritti sono cresciute e ora è quindi giunto il momento di rafforzare le prestazioni sociali in caso di malattia e gli ammortizzatori sociali per inoccupazione. Diversamente crescerebbe la percezione che la Gestione separata serva solo a finanziarie le altre gestioni Inps che sono in passivo. Non bisogna poi dimenticare che tantissimi lavoratori parasubordinati hanno versato contributi, ma rischiano di arrivare a un assegno di pensione molto basso. “Si tratta di un ulteriore argomento che sollecita il Governo ad aprire, quanto prima, la discussione su una riforma organica del sistema previdenziale”, spiega Petriccioli. 



Mentre si attendono novità sulle intenzioni del Governo circa la riforma delle pensioni, il ministro Poletti ha commentato i dati relativi all’aumento delle pensioni anticipate registrato nel 2015, spiegando che si tratta di un dato fisiologico, dipendente dal fatto che “ci sono persone che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di anzianità e quando arrivano a quella condizione scelgono di andare in pensione”. Il ministro riconosce quindi che con l’innalzamento dell’età pensionabile derivato dalla Legge Fornero, appena si raggiungono i requisiti pensionistici si coglie l’occasione per andare in quiescenza. Resta da vedere se il Governo abbasserà i requisiti con un intervento legislativo durante il 2016. 



Nell’ambito della Legge di Stabilità 2015, il Governo Renzi ha introdotto degli interessanti strumenti sulle pensioni che permettono ai lavoratori di limare il carico lavorativo senza subire delle penalità sul futuro assegno pensionistico. Nello specifico viene offerta la possibilità, in pieno accordo con il datore di lavoro, di optare per un part-time senza penalità su base volontaria per una riduzione di orario che può andare da un minimo del 40% fino ad un massimo del 60%. Possono far richiesta di part-time agevolato i dipendenti privati con iscrizione all’AGO oppure forme sostitutive, contratto a tempo pieno ed indeterminato, maturazione entro il 31 dicembre 2018 del diritto alla pensione ed almeno 20 anni di anzianità contributiva. Tuttavia nella Legge viene sottolineato come le domande verranno accolte anche tenendo conto delle risorse messe a disposizione dal Governo che per il 2016 sono 60 milioni di euro, nel 2017 sono 120 milioni per poi tornare ad essere 60 nel 2018.