Elsa Fornero non è d’accordo con Cesare Damiano. Come noto, il Presidente della commissione Lavoro della Camera ritiene che la flessibilità pensionistica sia da varare anche per far sì che ci siano più opportunità lavorative per i giovani. Ma l’ex ministro del Governo Monti non trova che sia giusto “mandare persone in pensione per fare spazio ai giovani. Queste due cose devono stare insieme”. La Fornero ha anche detto che si è troppo spesso detto che se le donne lavorano ci sono minor opportunità per gli uomini. “Non credo che Damiano accetti questo punto di vista, quindi non può non accettare che il lavoro ci sia per tutti coloro che sono in grado di lavorare”. Carla Cantone, Segretario generale uscente dello Spi-Cgil, non ha dubbi: il Governo Renzi deve aprire un tavolo coi sindacati per cambiare la Legge Fornero. La sindacalista, che ora diventerà Segretario generale della Ferpa, il sindacato europeo dei pensionati, parlando nella trasmissione di La7 Coffee Break ha evidenziato inoltre che il numero degli esodati cresce, nel senso che ci sono diverse persone sopra i 55 anni che perdono il lavoro, ma si trovano ancora lontani dalla pensione. Quanto meno per gli esodati “ufficiali”, quelli che ancora non sono stati coperti da provvedimenti di tutela, occorre quindi varare al più presto l’ottava salvaguardia, ha detto la Cantone. 



Elsa Fornero è stata ieri ospite di una tavola rotonda organizzata a Trieste e ha parlato anche di riforma delle pensioni. L’ex ministro ha detto che oggi ci sono le condizioni per inserire flessibilità nel sistema pensionistico, come vorrebbe tra l’altro fare il Presidente dell’Inps Tito Boeri. Una flessibilità che la Fornero ha detto avrebbe voluto fare lei stessa, solo che nel 2011 e nel 2012 non c’erano le condizioni per vararla, dato che occorreva dimostrare all’estero che non si sarebbero fatti passi indietro sulla riforma delle pensioni. Oggi, invece, secondo l’ex ministro le condizioni sono diverse e ci sono margini per intervenire, facendo però attenzione a due cose: reintrodurre nuove garanzie e incidere sui privilegi. 



Il 2016 sarà l’anno in cui mettere mano alla riforma Fornero. Se ne dice convinta Titti Di Salvo, deputata del Partito democratico che siede nella commissione Lavoro. Partecipando alla trasmissione Mi manda Rai 3, ha anche ribadito che con 41 anni di contributi bisogna poter andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni sull’assegno. Un altro sostegno dunque alla causa dei lavoratori precoci e di “Quota 41” proposta da Cesare Damiano. La deputata ha detto anche che nel percorso che porterà all’introduzione della flessibilità nel sistema pensionistico si inseriranno delle misure specifiche per le donne, come riconoscere il loro lavoro di cura per i famigliari ai fini pensionistici. In questo modo si metteranno tante italiane in condizioni di poter avvicinarsi ai requisiti pensionistici che col passare del tempo stanno diventando sempre più difficili da raggiungere. 



Mentre i lavoratori stanno facendo i conti con le novità sulle pensioni introdotte in questo 2016 soprattutto dalla Riforma Fornero con un deciso innalzamento dei vincoli per riuscire ad avere accesso al sistema pensionistico sia in ottica anagrafica che contributiva, sia continua a discutere degli ottimi dati pubblicati dall’Inps sul mondo del lavoro. Nello specifico, la discussione dell’opinione pubblica è incentrata sul mezzo milione di posti di lavoro in più creati nello scorso anno per un’Italia che sembra finalmente ripartire. Sull’argomento ha detta la propria anche il presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, che ha salutato con entusiasmo i dati tuttavia esprimendo preoccupazione per l’aumento dei voucher: “Dall’INPS arrivano notizie positive per quanto riguarda l’occupazione: aumentano i contratti a tempo indeterminato, più 443 mila nei primi 11 mesi del 2015, mentre diminuisce ulteriormente l’apprendistato. Preoccupa invece a crescita abnorme dei voucher: non vorremmo che per questa strada si consolidasse la coesistenza con il lavoro nero e che i voucher fossero sostitutivi di quote importanti di lavoro subordinato (soprattutto stagionale ed a termine)”.