Matteo Salvini sfida il Pd e il Governo sul tema delle pensioni, spiegando di essere pronto a votare in Parlamento la proposta di Cesare Damiano che introduce le pensioni anticipate a 62 anni e la quota 41 per i lavoratori precoci. In effetti nonostante da tempo il Presidente della commissione Lavoro della Camera abbia messo a punto una proposta articolata di legge, questa è rimasta “ferma” in commissione senza mai approdare in aula. Il leader della Lega Nord ha fatto queste dichiarazioni durante la trasmissione Ballarò, dove era pure presente Michel Martone, il quale ha ricordato che non ci sono risorse per finanziare le proposte di Damiano, anche perché con sempre meno giovani al lavoro il sistema previdenziale è sempre più a rischio sostenibilità. Giorgio Airaudo non ha perso l’occasione per attaccare la Legge Fornero. È accaduto a Ballarò, dove oltre all’ex sindacalista Fiom era presente anche Michel Martone, viceministro proprio di Elsa Fornero. Airaudo ha ricordato che con quella legge i pensionati sono stati usati come “bancomat” e che le previsioni fatte sui risparmi sono state errate. Dunque la riforma delle pensioni va rifatta, introducendo la flessibilità. Martone ha ricevuto le critiche anche di Matteo Salvini, pure lui ospite della trasmissione. “Chi ha lavorato con la Fornero non merita di parlare di pensioni”, ha detto il leader della Lega Nord. 



Le pensioni minime vanno aumentate. Lo hanno ribadito con modalità differenti Giovanni Toti e Luigi Di Maio durante la trasmissione diMartedì. Il Presidente della Liguria, nonché esponente di Forza Italia, ha infatti evidenziato che i pensionati hanno pagato il prezzo più alto per mettere in sicurezza i conti pubblici attraverso la Legge Fornero. Dunque vanno quanto meno aumentate le pensioni minime. Il Vicepresidente della Camera, che è anche esponente di punta del Movimento 5 Stelle, ha invece detto che occorre tagliare le pensioni d’oro, mettendovi un tetto, e destinando le risorse a un aumento di ben 500 euro proprio alle pensioni minime. Difficile ipotizzare una convergenza tra M5S e Forza Italia, vedremo comunque se l’obiettivo di aumentare le pensioni più basse verrà raggiunto. 



Cesare Damiano insiste: la pensione anticipata con la flessibilità in Italia si può introdurre, nonostante i “richiami” della Commissione europea. Per il Presidente della commissione Lavoro della Camera, l’Italia non può reggersi ancora una volta “a spese dei pensionati” come vorrebbe Bruxelles. Per questo il 2016 deve essere l’anno della flessibilità. Il Governo deve introdurla correggendo la legge Fornero. Per Damiano, inoltre, sarebbe molto utile che “i conti sull’incidenza previdenziale sul Pil, fossero depurati dai 43 miliardi di tasse pagate nel 2013 sulle pensioni e dagli esborsi per l’assistenza. Si scoprirebbe che il 15,3% calcolato dall’Istat scenderebbe al 10,7%, allineando la nostra spesa a quella degli altri Paesi europei”. 



Ancora una volta Matteo Salvini si scaglia contro la Legge Fornero in televisione. Il leader della Lega Nord ha partecipato alla puntata di Ballarò trasmessa ieri sera e il conduttore Massimo Giannini gli ha chiesto di ritornare sulle sue dichiarazioni di due settimane fa (ancora in tv) con cui aveva paragonato la Legge Fornero a uno stupro. Salvini ha ribadito che si tratta di una riforma delle pensioni di una violenza inaudita e poi ha detto che occorre cambiare “quella ca… di Legge Fornero”. Parole, quest’ultime, che ha ribadito anche via Facebook, segnalando come la parolaccia pronunciata abbia creato scandalo. 

In Italia si continua a parlare di pensioni e di come potrebbe essere effettuata una certa riforma soprattutto in ottica flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e della cosiddetta opzione donna. Tuttavia vi vogliamo parlare del dislocamento degli assegni pensionistici ed in particolare di quali siano le città italiane con la media più alta. Il primato assoluto spetta a Milano che tuttavia viene nettamente scansata da Roma per quanto concerne le sole pensioni di anzianità. La Capitale ha una media di 2276 euro netti al mese contro i 2061 di Milano. Un distacco che viene giustificato dalla presenza di un numero maggiore di lavoratori ministeriali. La classifica poi continua con Genova che ha una media di 1889 euro, Napoli con 1862 quindi la provincia di Monza e Brianza con 1838 euro e Torino con 1815. Nella zona bassa della classifica ci sono Campobasso con 859 euro, Benevento con 945 e Catanzaro con 703 euro.