Cesare Damiano fornisce a Matteo Renzi due validi motivi per approntare nel 2016 una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità. L’ex ministro evidenzia come lo studio sulle pensioni dell’Istat mostri che il reddito pensionistico può mettere al riparo da situazioni di forti disagio economico. Quindi, è la tesi di Damiano, “mandare in pensione, a partire dai 62 anni, lavoratori diventati disoccupati dopo i 60 anni di età e rimasti inattivi e senza reddito, li salva dalla povertà. Non solo, con l’assegno pensionistico, a loro volta, potranno sostenere le proprie famiglie.



Oltre a questo, il Presidente della commissione Lavoro della Camera evidenzia che la flessibilità “fa spazio ai giovani nelle aziende”.

L’Inps non ci sta e si difende. Con una nota l’Istituto nazionale di previdenza sociale specifica che il pagamento delle pensioni nel mese di gennaio è avvenuto secondo quanto previsto da una legge dello Stato. Inoltre, “l’Inps, le banche e Poste italiane non traggono alcun vantaggio dall’anticipo o dal posticipo delle date di pagamento delle pensioni”. Questa è quindi la risposta ad alcuni articoli di giornale che accusavano l’Inps di non aver avvisato i pensionati del ritardo (cosa che invece è avvenuta prima ancora di Natale con una circolare), che tra le altre cose avrebbe favorito le banche lasciando loro gli importi per qualche giorno in più, facendo guadagnar loro degli interessi, anche ai conti dell’Inps stesso. “Le somme necessarie – ha specificato l’Inps – per il pagamento delle pensioni transitano dai conti di tesoreria ai pensionati nello stesso giorno fissato dalla legge per il pagamento delle pensioni, senza che vi sia alcuna giacenza sui conti correnti dell’Istituto, mentre i flussi informativi per l’effettuazione dei pagamenti sono inviati dall’Istituto a Poste Italiane e alle banche con circa 10 giorni di anticipo rispetto alla data del pagamento: nessuna influenza sugli accrediti, pertanto, è esercitata dal ponte festivo di inizio anno”.



La Uil è stanca degli annunci del Governo sulla riforma delle pensioni, tanto più che dal primo gennaio la Legge Fornero ha portato nuove brutte conseguenze per gli italiani. Domenico Proietti ricorda in particolare che i criteri di determinazione dei coefficienti di trasformazione comportano sia una penalizzazione generalizzata per i pensionandi, sia un disincentivo alla permanenza al lavoro, dato che il montante contributivo potrebbe ulteriormente ridursi.

Oltre a proporre di legare i coefficienti per coorti di età, sulla falsariga del modello svedese, il Segretario confederale della Uil ricorda che è necessario introdurre la flessibilità pensionistica a partire dai 62 anni.

Non ci va leggero Il Giornale, titolando un suo articolo “Il Governo aiuta le banche: pensioni pagate in ritardo”. Patricia Tagliaferri ricorda che lo slittamento del pagamento delle pensioni a gennaio, avvenuta non il primo giorno del mese ma solo ieri sul conto corrente in banca o sabato agli sportelli delle poste, ha comportato non pochi disagi per i pensionati, specie quelli con assegni piuttosto bassi, a cui quindi fa comodo avere la disponibilità della pensione il più presto possibile. Federconsumatori, per esempio, ritiene che l’Inps non abbia segnalato per tempo e in modo diretto ai pensionati stessi, il ritardo che ci sarebbe stato. “Risultato – scrive Tagliaferri – : mentre i pensionati sono costretti a stringere ancora di più la cinghia, le banche ringraziano il governo perché in virtù di questa norma si tengono il malloppo in cassa per un giorno di più”. Concetto ribadito nelle battute finali dell’articolo: “Resta il fatto che ai pensionati è stato chiesto un ulteriore sacrificio, di cui hanno beneficiato le banche”.

Over 50, l’associazione dei pensionati europei promossa dalla Confeuro, chiede parità di trattamento tra uomini e donne anche per quel che riguarda le pensioni. Infatti, le seconde percepiscono mediamente importi inferiori di circa 6.000 euro ai primi, stando ai recenti dati Istat sui trattamenti previdenziali. Rocco Tiso, Presidente di Confeuro, ricorda che uno dei principi della Comunità europea vorrebbe che ci fosse lo stesso trattamento tra i due sessi. Dunque Governo e Inps dovrebbero fare qualcosa per porre rimedio alla situazione italiana. Tuttavia Tiso valuta positivamente il fatto che dai dati Istat risulta che il reddito previdenziale medio in Italia è salito di 400 euro rispetto all’anno precedente. 

Mentre la discussione politica sulle pensioni è sempre incentrata sulle tematiche relative alla normativa relativa alla flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e alla cosiddetta opzione donna, arriva una importante novità per quanti si sono trovati nella situazione di esodati in ragione della Riforma Fornero. In particolare, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali con la circolare numero 36 del 31 dicembre 2015 ha resto noto le istruzioni operative per la presentazione delle domande per il pensionamento con la settima salvaguardia, introdotta nell’ultima legge di stabilità. Entrando maggiormente nel merito, nella circolare vengono evidenziate le modalità di accesso ai lavoratori che si riconoscono nei profili di tutela delle lettere c, d ed e. I profili in questione sono relativi a lavoratori cessati dal servizio a seguito di accordi con il datore di lavoro oppure che hanno avuto risoluzione unilaterale o che hanno avuto congedo dal lavoro per assistere figli con disabilità grave, lavoratori con contratto a tempo determinato e lavoratori in somministrazione o con contratto a tempo determinato cessati tra il 1 gennaio 2007 ed il 31 dicembre 2011. Nella circolare viene sottolineato come l’istanza di accesso debba essere presentata entro il prossimo 1 marzo 2016.