Un annuncio importante arriva dal governo sulla riforma delle pensioni. Ieri mattina a parlare di pensioni a Mi Manda Rai Tre c’era ospite Paola De Micheli, la quale ha detto di ritenere che le prime ipotesi sul futuro della previdenza potranno arrivare a partire da marzo. Dunque bisognerà attendere ancora per capire in che modo l’esecutivo intende dare risposte a chi chiede di cambiare il sistema pensionistico italiano.



Il Sottosegretario all’Economia ha anche spiegato che la vera questione è cercare di creare occupazione, così da poter garantire un futuro pensionistico a tutti. Il sistema previdenziale va inoltre guardato con un’ottica di sostenibilità di medio periodo, quindi gli interventi che si faranno dovranno tenerne conto. 



Sul tema delle pensioni interviene anche Beppe Servergnini, noto scrittore e giornalista del Corriere della Sera. Sul suo blog Italians, un lettore gli pone una domanda non semplice. Partendo dal fatto che spesso i giovani oggi sono aiutati dai più anziani pensionati, ma che in futuro, se riusciranno ad andare in pensione, rischiano di avere un assegno irrisorio, chi potrà aiutarli? Viene quindi ripreso ciò che aveva detto Boeri sul futuro pensionistico dei giovani italiani. Severgnini in ogni caso risponde così: “Molti ragazzi che conosco stanno sottoscrivendo pensioni private (consentono anche risparmi fiscali). Hanno capito che non possono fidarsi di noi: li capisco”. 



Una precisazione molto utile per le italiane rimaste escluse da Opzione donna arriva da una delle animatrici del Comitato Opzione donna, Orietta Armiliato, che sulla pagina Facebook del gruppo chiarisce una questione importante per le lavoratrici (o ex tali) nate dopo il 30 settembre 1958 (1957 se autonome). “Ferma restando – scrive la Armiliato – per queste donne la mancanza di certezza acquisita rispetto alle altre, vorrei ancora una volta sottolineare che, per tale platea, non si sta parlando di promesse o di aspettative che possono essere disattese, bensì di una norma specifica compresa nella Legge n. 208 del 23 dicembre 2015”. Non c’è dunque alcuna ingiustizia da sanare per le cosiddette “escluse”. E nessuna lotta da fare. “Si tratterà, invece, di seguire l’andamento, i dati a consuntivo etc quindi, lo definirei un lavoro di profilo “contabile” piuttosto che di lotta”, chiarisce la Armiliato.

Stefano Biasoli va all’attacco del Governo Renzi e della Legge di stabilità 2016. In un intervento su Formiche.net, il Segretario generale Confedir ricorda che l’esecutivo ha di fatto prolungato la limitata rivalutazione delle pensioni (superiori a tre volte il minimo) stabilita da Letta, così da finanziare la proroga di Opzione donna, l’aumento della no tax area e per la “salvaguardia della solidarietà intergenerazionale”. Per Biasoli, la Legge di stabilità non rispetta la sentenza della Corte Costituzionale che aveva bocciato il blocco dell’indicizzazione voluto da Monti. “Non ne rispetta lo spirito, perché trascina la mancata rivalutazione piena delle pensioni dal 2012 fino al 2018, un periodo troppo lungo per poter essere definito emergenziale. Non ne rispetta lo spirito, perché carica di compiti ‘assistenziali’ solo una categoria di italiani. Quella dei pensionati, tutelati solo se al limite della sopravvivenza e non tutelati se con pensioni lorde superiori a 1500 euro al mese”, scrive ancora Biasoli.

Il Comitato centrale della Fiom ha approvato un documento in cui saluta con favore l’avvio di un tavolo unitario fra i sindacati dei metalmeccanici e Federmeccanica per rinnovare il Contratto collettivo nazionale di lavoro. Nel documento, le tute blu della Cgil parlano anche del tema delle pensioni. Infatti, il Comitato centrale ritiene che sia importante il lavoro che Cgil, Cisl e Uil stanno facendo per definire una proposta comune “per un nuovo sistema di relazione sindacali che sarà presentata e discussa il prossimo 14 gennaio”. Tuttavia la Fiom vorrebbe di più dalla Confederazioni, ritenendo necessario che discutano della possibilità di “mettere in campo un’iniziativa di mobilitazione a sostegno del rinnovo dei contratti nazionali, di una modifica delle pensioni e di una reale estensione degli ammortizzatori sociali”. Dunque, oltre alla piattaforma comune di vertenza, ci vorrebbe qualcosa di più.

Mentre si continua a parlare a livello politico sulle possibile soluzioni da adottare in tema di flessibilità di uscita dal mondo del lavoro, l’Inps attraverso la circolare numero 211/2015 ha reso noto tutte le informazione per quanto concerne gli assegni familiari e le quote di maggiorazione di pensione per l’anno 2016 ovviamente tenendo in considerazione l’adeguamento del costo della vita. In questo documento viene sottolineato come il calcolo sia stato eseguito a fronte di un tasso d’inflazione programmato pari allo 0,6% con in aggiunta le tabelle con le soglie reddituali familiari da applicare in ottica assegni familiari. I limiti di reddito per il riconoscimento del diritto di assegni familiari per l’anno 2016 sono di 706,82 euro per il coniuge, per un genitore e per ciascun figlio o equiparato mentre è di 1236 euro per due genitori ed equiparati. Le prestazioni sono di 8,18 euro al mese per coltivatori diretti, coloni e mezzadri, 10,21 euro per i pensionati, lavoratori autonomi e piccoli coltivatori diretti ed 1,21 per piccoli coltivatori diretti.