Il tema del rinnovo dei contratti statali resta tra punti cardine della nuova Finanziaria che il governo sta ultimando entro fine ottobre: uno dei temi conseguenti all’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici è anche la possibilità di trovare una sistemazione ad alcuni lavoratori del settore pubblico che vanno risistemati tra ricollocamenti ed eventuali assunzioni. In molti in queste settimane imputano al ministero della Pubblica Amministrazione di non svolgere i dovuti lavori di “sblocco” del settore, ad esempio nel turnover dei municipi o in altri uffici pubblici. La risposta della Madia non si è fatta attendere: “assunzioni già sboccate in Lombardia. Oggi verrà data la comunicazione ufficiale con i dettagli dello sblocco dopo i vincoli messi per favorire il riassorbimento sul territorio nazionale degli esuberi delle Provincie”, sono le parole del ministro sul sito della Funzione Pubblica. L’iter continua, mentre parallelamente il settore del pubblico vede all’opera il piano di rinnovo dei contratti, con troppi punti ancora da chiarire purtroppo e con i sindacati ancora sul piede di guerra, come spieghiamo qui sotto.
Sui contratti statali la mossa del governo sembra ormai orientata verso questa cifra sbandierata da due giorni su tutti i media nazionali: nella prossima Legge di Bilancio, da presentare entro fine ottobre, la quota per il rinnovo degli stipendi dovrebbe attestarsi attorno ai 900 milioni di euro, poco sotto il miliardo che aveva già promesso in un primo momento il premier Renzi. Il problema è che ancora la norma non viene confermata e la pubblica Amministrazione il completo rinnovo e accordo sui nuovi contratti statali non l’ha ancora raggiunto. I sindacati non si fidano ancora, e il segretario confederale Uil, Antonio Foccillo, ha voluto ricordare con una nota che «se non si apre, immediatamente, una discussione saremmo costretti a proporre ai lavoratori uno sciopero per i rinnovi dei contratti perché è passato un anno e mezzo da quando la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti, ormai giunto al settimo anno». In quest’ottica va osservata la scelta dei dirigenti statali di scioperare il prossimo 24 ottobre, 5 ore per riportare al centro dell’attenzione nazionale il rinnovo degli stipendi per tutto il settore del pubblico, dirigenti compresi. Il governo di contro dovrà arrivare al più presto ad un accordo, come ha fatto con le pensioni, per evitare di trasportarsi in ingombranti e inutili scontro con i sindacati e associazioni di categoria.