Si discute ancora del rinnovo dei contratti statali bloccati da sette anni. La discussione tra governo e sindacati si concentra in particolare sull’importo dello stanziamento che non vede un punto d’incontro tra le parti. Non è però solo il budget per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici a tenere banco in queste settimane. Un altro punto di confronto per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali, come sottolinea BusinessOnline, è quello dei tempi. I fondi per i contratti statali potrebbero infatti essere suddivisi su quattro anni invece che su tre: in questo modo il governo potrebbe riconoscere aumenti più alti ma si arriverebbe fino al 2019. Si tratta della principale novità sul fronte dello sblocco della trattativa proprio nella settimana in cui il governo vara la legge di bilancio. L’ipotesi di stanziamento da parte del governo è di 900 milioni di euro, un terzo dei quali arriva dalla legge di stabilità dello scorso anno. La riforma del pubblico impiego è in ogni caso ad ampio raggio e “prevede anche il riconoscimento di una professionalità spendibile nelle procedure, per coloro che hanno svolto lavoro flessibile presso la pubblica amministrazione”.



L’aumento stipendi e dei contratti statali è previsto nella manovra economica del prossimo anno ma con una cifra, 1,9 miliardi di euro, considerata troppo bassa dopo le promesse di ben altre cifre da parte del governo e dello stesso premier Renzi, ieri a Firenze per illustrare le novità della Legge di Stabilità 2017. I sindacati sul piede di guerra, specie per le misure sul comparto pubblico che prevede non moltissime novità per i dipendenti pubblici: il rischio che i fondi e quindi l’aumento sia troppo minimo è purtroppo alto, anche se ora il governo potrà limare su eventuali accordi lampo per cambiare qualche cifra, anche se non potrà essere clamorosa visto l’invio del testo già avvenuto all’Unione Europea. Facendo cenno alla riforma della pubblica amministrazione, Renzi ieri a Firenze ha dichiarato così, “difendendo” la propria scelta in Consiglio dei Ministri: «C’è un potenziale vantaggio competitivo nel fatto che il sistema pubblico non ha funzionato al massimo finora, perchè questo ci permette di recuperare». La semplificazione della burocrazia, presente e rilanciata per tutto il settore della Pubblica Amministrazione, rischia di rimanere un cerino al vento della possibile rabbia sindacale contro le cifre troppo basse dei nuovi contratti statali. Al Ministro Madia nei prossimi giorni il compito di ricucire il legame tra le associazioni di categoria e i sindacati nazionali. 

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