Per la vicenda del rinnovo dei contratti statali i nodi da scegliere sono ancora parecchi: a pochi giorni dalla presentazione in Consiglio die Ministri della Legge di Stabilità, i tempi si sono allungati visto che la norma è ora al vaglio della Commissione Europea che ha subito manifesto i primi dubbi specie sulle coperture e il rialzo anche se minimo del deficit debito/Pil. Per questo motivo tutti i settori implicati direttamente dalla Manovra Economica dovranno attendere qualche giorno in più per avere le ultimazioni sulle rispettive leggi. Il problema è che il settore del pubblico, con l’aumento degli stipendi dei dipendenti statali, è quello maggiormente in subbuglio per via delle cifre che non hanno convinto per nulla le parti sociali interessate. Il premier Renzi aveva menzionato la voce complessiva di 1,9 miliardi di euro destinata però a tutto l’impianto: assunzioni, rinnovi contrattuali ed esigenze del comparto difesa e sicurezza, senza specificare la sua ripartizione interna. Come riporta il Messaggero citando fonti vicine al Ministero, «Una ripartizione che a quanto pare premierebbe proprio poliziotti e militari, lasciando alla trattativa per la generalità dei dipendenti pubblici risorse che i sindacati giudicano insufficiente». Le coperture non convincono e gli stessi fondi vengono giudicati troppo bassi per rilanciare e rinnovare il settore del pubblico congelato da 8 anni circa: le confederazioni e i sindacati sono allarmate e stando alle parole del numero 1 Cisl, Annamaria Furlan, «le risorse sono assolutamente insufficienti». Insomma 900 milioni, perché di queste cifre si sta parlando a livello effettivo per il rinnovo dei contratti statali, non bastano: da qui a fine novembre ci sarà un ritocco in positivo per i dipendenti pubblici?