In modo piuttosto silenzioso rispetto a quanto il settore ci ha abituato, prosegue la trattativa per il rinnovo del Ccnl metalmeccanico che, anche la prossima settimana – mercoledì 26 precisamente – vedrà le Parti ritrovarsi nuovamente. Da quando il negoziato si è riaperto, dopo gli scioperi, le Parti hanno trovato degli intendimenti che ora vengono anche scritti, al di là del fatto che per le firme manca ancora qualche passaggio.
La trattativa è arrivata all’ultimo miglio. Le organizzazioni stanno lavorando molto al loro interno per rendere partecipe la loro base circa le novità, in particolare Federmeccanica – che è partita da una situazione piuttosto diversa – e la Fiom, per cui questo contratto è quasi una rivoluzione, soprattutto per le novità inerenti il welfare integrativo, previdenza complementare (Cometa) e assistenza sanitaria integrativa (MètaSalute). Non è un mistero che i metalmeccanici della Cgil in passato contestassero, tra le cose, anche questo spazio al welfare integrativo nel Ccnl, tanto che non hanno firmato gli ultimi rinnovi.
Ora invece la stessa Fiom è d’accordo su quanto definito: per ciò che concerne la previdenza complementare, a decorrere dal 1° gennaio 2017 la contribuzione a carico delle aziende a favore dei lavoratori iscritti al Fondo di previdenza complementare aumenterà dall’1,6% al 2% dei minimi contrattuali; da quella data i lavoratori iscritti potranno versare una contribuzione almeno pari all’1,2% del minimo contrattuale.
Per quanto riguarda invece l’assistenza sanitaria integrativa, dal 1° gennaio 2017 tutti i lavoratori in forza alla medesima data saranno iscritti al Fondo MètaSalute (salvo rinuncia scritta dei singoli lavoratori); contemporaneamente è stato esteso il diritto all’iscrizione al Fondo anche ai lavoratori con contratto part-time, con contratto di apprendistato e con contratto a tempo determinato di durata non inferiore a 6 mesi a decorrere dalla data di iscrizione; in tale ultimo caso l’iscrizione è automaticamente prolungata in caso di proroga del contratto. A decorrere dal 1° gennaio 2017 la contribuzione sarà pari a 156 euro annui a totale carico dell’azienda, comprensiva delle coperture per i familiari fiscalmente a carico, senza alcun costo per i lavoratori. Le novità, come si evince, sono importanti e interessanti.
Restano certamente da definire le soluzioni circa l’inflazione pagata ex post e il famoso décalage, ovvero l’inflazione pagata solo in parte. Sul primo punto tutto dovrebbe filare liscio – e questa è una soluzione che il sistema delle relazioni industriali potrebbe adottare -; sul secondo – invece – i sindacati vorrebbero rivedere quanto proposto da Federmeccanica: non un meccanismo a scalare (100% nel 2017, 75% nel 2018 e 50% nel 2019), ma un meccanismo a salire (tipo 50% nel 2017, 75% nel 2018 e 100% nel 2019). Ancora non si è deciso nel merito, ma si tratta di una soluzione proposta dalla Fim: questo perché l’inflazione è bassa oggi e si presume salga domani.
Se non ci saranno sorprese, entro fine anno la trattativa si concluderà. E, come abbiamo ricordato più volte, questo rinnovo ne sbloccherà molti altri al momento fermi e dovrebbe essere definito anche lo stesso accordo interconfederale. La stagione che si sta aprendo pare orientata a un clima più partecipativo; merito degli incentivi, ma anche merito dei meccanici.
Twitter @sabella_thinkin