Secondo Giuliano Cazzola, la riforma delle pensioni che Tito Boeri aveva proposto non sarebbe costata meno dell’Ape, come il Presidente dell’Inps ha detto l’altro giorno in un’intervista a Il Corriere della Sera. L’ex deputato e vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, nelle sue punture di spillo su Formiche.net, ricorda infatti che “secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio ‘nello scenario Boeri’ le circa 58.000 pensioni in più del 2017 sarebbero salite gradualmente a 215.000 circa del 2024. La maggior spesa sarebbe ammontata a 650 milioni di euro nel 2017 e a poco meno di 1,5 miliardi nel 2018, per poi seguire un trend crescente sino a toccare i 2,8 miliardi nel 2024. Questo importo vale per uno solo degli aspetti della manovra che il Governo intende compiere”. Dunque per il Presidente dell’Inps arriva un’altra “stroncatura”.
Tito Boeri non ha mai avuto “peli sulla lingua”, rilasciando dichiarazioni che hanno indispettito molti. Stavolta però ci tiene a precisare di non aver “mai detto e mai pensato che gli impegni del governo sono poco credibili” in tema di riforma delle pensioni. Il Presidente dell’Inps ha spiegato che ieri ha voluto esprimersi “unicamente sul tema delle salvaguardie precisando che ci avevano detto che la settima sarebbe stata l’ultima invece ora c’è l’ottava e ho già il tam tam della nona”. Come se non bastasse, anche l’Inps ha diffuso una nota per spiegare che il debito pensionistico di cui ha parlato Boeri nell’intervista a Il Corriere della Sera, segnalando che gli interventi varati dal Governo comporteranno un suo aumento, “è un indicatore il cui ammontare non è rilevante nell’attuale sistema di regole di finanza pubblica”.
La riforma delle pensioni nel 2017 porterà a circa 100.000 pensionamenti aggiuntivi. Questo il risultato di una stima fatta dal Governo, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, sugli effetti degli interventi inseriti nella Legge di stabilità 2017. La maggior parte di questi pensionamenti (fino al 70%) dovrebbero pervenire dall’utilizzo dell’Ape social e dalle misure a favore dei lavoratori precoci. Si tratterebbe quindi di pensionamenti che non richiedono costi ai pensionandi. Dunque a utilizzare l’Ape volontaria, che invece prevede delle penalizzazioni, dovrebbero essere meno di 30.000 italiani, considerando che tra i 100.000 pensionamenti aggiuntivi sono stimati anche quelli mediante il cumulo dei contributi e l’eliminazione della finestra mobile per i lavori usuranti.
Social, introdotta con la nuova riforma delle pensioni, preoccupa non poco Tito Boeri. In un’intervista a Il Corriere della Sera, infatti, il Presidente dell’Inps spiega che “non è detto che dopo il 2018 sarà così facile interrompere l’Ape social. Questa misura non comporta riduzioni della pensione per chi si ritira prima. Sarà anzi forte la pressione ad allargare la platea”. Il Professore della Bocconi aggiunge che non sono stati posti paletti sufficientemente rigidi per l’accesso all’Ape social: “Per esempio, viene previsto l’accesso a persone che hanno oneri famigliari legati a situazioni di non-autosufficienza e, alla luce anche di esperienze come la 104, sappiamo quanto sia difficile delimitare le platee dei potenziali beneficiari”.
Le ultime parole di Tito Boeri sulla riforma delle pensioni, come prevedibile, non sono passate inosservate. Cesare Damiano evidenzia come il Presidente dell’Inps abbia dichiarato che il debito pensionistico aumenterà di 20 miliardi di euro nel corso di un’intervista a Il Corriere della Sera. “ Il modo di comunicare è sicuramente irrituale, visto la responsabilità ricoperta che non consentirebbe di confondere l’informalità con l’ufficialità”, dice l’ex ministro, che pone una domanda precisa: “Si tratta di conti personali o di una autonoma certificazione dell’Inps(la formula usata è ‘secondo nostri calcoli’), in questo caso sostitutiva delle stime della Ragioneria dello Stato e del Governo?”. “Forse va fatto un po’ d’ordine, anche perché molti dati ufficialmente forniti dall’Inps sulle platee pensionistiche si sono rivelati, purtroppo, infondati e a discapito dell’azione del legislatore”, ha aggiunto Damiano.
Mentre spuntano in rete anticipazioni sulla Manovra finanziaria e sulla Riforma delle Pensioni che il Governo ha redatto grazie ad un lungo confronto con le varie sigle sindacali, si delinea sempre di più la tanto attesa misura dell’Ape. Stiamo ovviamente parlando del prestito pensionistico che dovrebbe permettere in via sperimentale per i prossimi due anni a lavoratori con almeno 63 anni di età di andare in pensione con un anticipo massimo di 3 anni e 7 mesi. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha rilasciato al quotidiano Il Messaggero in cui parla della questione ed in particolare ha sottolineando come a suo giudizio l’Ape volontaria (per la quale sembra necessario un importo reddituale minimo di 700 euro) “comporti delle penalizzazioni forti” il che la renderebbe non tanto conveniente per i lavoratori. Ovviamente c’è tanta attesa per vedere il testo ufficiale della Manovra e quindi valutare con precisione cosa essa comporterà per i lavoratori che decideranno di adottarla con vantaggi e svantaggi.
Mentre la Manovra finanziaria e la riforma delle pensioni sono ormai in fase di definizione prima dell’approvazione definitiva, l’esponente del Partito Democratico Patrizia Maestri nel corso di una interrogazione parlamentare lancia l’allarme del rischio di indebiti pensionistici nei confronti dei pensionati. La denuncia è stata effettuata dalla Maestri in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati ponendo forte l’attenzione sulla lentezza con cui l’Inps si aggiorna al riguardo di determinate casistiche come il decesso, rioccupazioni, variazioni reddituali e quant’altro. Alla Maestri ha quindi replicato il sottosegretario del Welfare Massimo Cassano che dopo aver ricordato quelle che sono le regole di questo ambito ci ha tenuto a sottolineare come l’Inps sia tenuto in ogni a caso ad indicare una serie di informazioni molto importanti come la motivazione dell’indebito, la prestazione della quale si contesta, il suo importo ed ovviamente il periodo a cui si fa riferimento. Infine, ha voluto ricordare come in nessun caso il pensionato può ricevere una notifica di debito senza aver prima avuto un report con tanto di conteggi della situazione che ha generato l’eventuale indebito.
Sono emersi nuovi dettagli in merito alla Riforma delle Pensioni 2016. Il testo della manovra economica è stato trasmesso al Quirinale e Ansa lo ha anticipato. Dai 122 articoli si è arrivati ai 104 in tutto, per cui il testo è stato “snellito”. Sono stati confermati i principali temi: dall’anticipo delle pensioni agli interventi per il terremoto e i migranti. La manovra comunque verrà vagliata dal Quirinale e poi approderà alla Camera per essere assegnata alla commissione Bilancio, ma entriamo nello specifico delle misure relative alle pensioni. Confermata l’Ape, che potrà essere richiesta con una pensione di almeno 700 euro: la durata minima dell’anticipo è di 6 mesi, quella massima 3 anni e 7 mesi. L’aumento della no tax area è stato confermato al pari della quattordicesima per le pensioni minime. L’anticipo potrà essere richiesto dai disoccupati che hanno esaurito gli altri ammortizzatori da almeno 3 mesi, da chi assiste coniugi o parenti di primo grado disabili, da chi ha una disabilità almeno al 74%, da 11 categorie di lavori pesanti. Con la legge di bilancio arriva anche l’ottava salvaguardia per altri 27.700 esodati.
Le dichiarazioni di Alessia Morani sul prestito vitalizio ipotecario pronunciate a Quinta colonna continuano a far discutere. Ora anche Beppe Grillo è intervenuto sulla Riforma delle pensioni e ha dedicato un post sul suo blog a quanto detto dalla deputata del Pd lunedì sera su Rete 4. “È vergognoso che il prestito vitalizio ipotecario venga spacciato in tv dal Pd come una formula magica per la quale la banca ti dà soldi, tu rimani in casa e resti proprietario. Che si è fumata? Queste balle potrebbero convincere degli anziani in difficoltà a compiere una scelta sulla base di informazioni inaccurate”, scrive il punto di riferimento del Movimento 5 Stelle. “La prima cosa da fare è innalzare le pensioni minime e con il nostro Reddito di Cittadinanza la pensione minima sarà di 780 euro, la seconda cosa è abolire le pensioni d’oro. La terza è impedire che il Pd continui a proporre assurdità ai pensionati”, è quindi la ricetta previdenziale di Grillo, che ricorda anche che il Movimento 5 Stelle ha votato contro il prestito vitalizio ipotecario.