Il caso dei contratti statali con l’aumento dei loro stipendi promessi da Renzi nella prossima legge di Stabilità (da presentare entro il 20 ottobre) sta spaventando gli stessi dipendenti pubblici che al momento non vedono molte garanzie e temono che le norme pronte ad essere applicate dal ministro Madia non siano sufficienti a superare i problemi attuali. Come riporta una indiscrezione del Tempo, pare che molti dirigenti e semplici dipendenti pubblici siano in procinto di lanciare alcune azioni eclatanti, con probabili manifestazioni contro il governo e contro lo stesso premier Matteo Renzi. «Gli alti dirigenti della pubblica amministrazione preoccupati per gli effetti della riforma Madia, che li riduce alla stregua di semplici iscritti a un albo professionale nonostante il superamento di un concorso pubblico, alzano le barricate», cita la fonte de Il Tempo, ma in generale è l’intero sistema dei dipendenti pubblici a chiedere nuove garanzie per evitare effetti dannosi ad un sistema bloccato da troppi anni. Ma la novità riguarda anche, a livello dirigenziale e sindacale, la possibile nascita di un’unica federazione dei vari sindacati che finora hanno rappresentato le istanze dei direttori nelle contrattazioni per i rinnovi dei contratti statali: «Alla riunione romana convocata dal comitato nazionale dei dirigenti pubblici per la difesa dell’articolo 97 e 98 della Costituzione, nato per contestare la riforma Madia, hanno infatti partecipato anche iscritti a sigle di organizzazioni di lavoratori del ministero degli esteri, della sanità, della funzione pubblica e dell’economia», riporta ancora il Tempo rispetto alla riunione in cui potrebbe essere stata organizzata qualche agitazione contro il ministero della Pubblica Amministrazione.



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