Questa sera va in onda su La7 un appuntamento da non perdere del talk show Di Martedì condotto da Giovanni Floris, per quanti sono interessanti a conoscere le ultime novità riguardanti delle pensioni. Infatti, tra i tanti ospiti che vi prenderanno parte ci sarà il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti che dovrebbe parlare in maniera approfondita di quanto deciso nel corso dell’incontro tra Governo e Sindacati in merito ad uscita anticipata dal mondo del lavoro, lavoratori precoci e quant’altro. Lo stesso Poletti dai propri profili social ha confermato la presenza in trasmissione e soprattutto che tra i temi principali ci saranno proprio le pensioni. Inoltre il Ministro annuncia come nella giornata di domani verrà pubblicato sui social un video per rispondere a tutte le domande che gli sono pervenute dai cittadini sulle pensioni in questi giorni. Ecco quanto scritto da Poletti: “Stasera sarò a DiMartedì su #La7. Domani pubblicherò video sulle #pensioni dando le risposte alle vostre domande dei giorni scorsi”.
La Uiltrasporti apprezza il lavoro svolto dai sindacati confederali per far sì che il Governo mettese nero su bianco degli impegni sulla riforma delle pensioni. Claudio Tarlazzi, Segretario generale dell’organizzazione evidenzia in particolare che “finalmente si sono riportati in un ambito di diritti e tutele gli argomenti dei lavoratori precoci e dei lavoratori che svolgono attività usuranti, per le quali essi subiscono l’abbassamento della speranza di vita e della sua qualità dopo la pensione, rispetto agli altri lavoratori”. Il sindacalista ha voluto ricordare che il “settore dei trasporti è ad alta concentrazione di lavori usuranti” e che dunque occorre definire con criteri e parametri scientifici le platee e i perimetri delle professioni che avranno un’agevolazione sui requisiti pensionistici.
Annamaria Furlan definisce “epocale” il risultato raggiunto mediante il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Il Segretario generale della Cisl, intervistata dal Corriere della Sera, spiega infatti che “dopo anni di tagli ci sono sei miliardi di euro da investire in termini migliorativi sul sistema previdenziale. E ci sono anche elementi di solidarietà fra le generazioni”. In questo senso la sindacalista aggiunge che “la ricongiunzione gratuita dei contributi è una misura che interessa soprattutto i giovani. Così come il riscatto della laurea valido anche ai fini del calcolo dell’anzianità, cosa che oggi non è”.
Cesare Damiano ritiene che questa sarà una settimana importante in tema di riforma delle pensioni. Dovrebbe infatti riunirsi il tavolo tecnico che dovrebbe individuare i “lavori gravosi” che avranno accesso all’anticipo pensionistico insieme ai lavori usuranti. “La qualità delle soluzioni che si adotteranno per i lavori usuranti e precoci e per gli esodati sarà decisiva per una valutazione complessiva di questa riforma che porterà alle pensioni 2 miliardi di euro all’anno”, ha spiegato l’ex ministro del Lavoro.
Il sindacato Usb si schiera contro l’Ape al centro della riforma delle pensioni allo studio del Governo. Si tratta “di un prestito ventennale che si abbatte come una mannaia sulla pensione di chi utilizza questo strumento. L’affare lo fanno le banche e le assicurazioni, che anticiperanno le risorse necessarie e riscuoteranno gli interessi e i premi assicurativi legati all’anticipo pensione che sarà erogato dall’Inps”, spiega Luigi Romagnoli, dell’Esecutivo nazionale Usb. Il sindacalista ricorda che allo sciopero generale indetto per il 21 ottobre si protesterà anche contro questo intervento previdenziale. Per Romagnoli, bisognerebbe intervenire “abrogando la riforma Fornero, cancellando il sistema di calcolo contributivo e ripristinando l’età pensionabile a 60 anni per le donne e a 65 per gli uomini, con la ricongiunzione gratuita dei contributi versati, per evitare che in futuro si vada in pensione oltre i 70 anni di età e con un assegno da fame”.
Dopo il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni, la Filt-Cgil chiede che “venga dedicata la giusta attenzione al mondo dei trasporti”. In particolare, il sindacato in una nota evidenzia come si debba “passare rapidamente alla puntuale individuazione delle categorie di lavoratori e delle mansioni che daranno diritto alle uscite anticipate”. Per la Filt, “conducenti di autobus e mezzi pesanti, personale navigante del trasporto aereo, personale mobile e di manovra delle ferrovie e marittimi” dovrebbero poter accedere all’Ape agevolata e all’uscita anticipata prevista per i lavoratori precoci dopo 41 anni di contributi.
Il Governo Renzi ed i sindacati sono riusciti a convenire ad un importante accordo per quanto concerne la riforma delle pensioni. Nei prossimi due anni, infatti, sarà possibile in via sperimentale uscire dal mondo del lavoro in maniera anticipata grazie allo strumento dell’Ape, utilizzabile da quanti hanno compiuto i 63 anni di età con un minimo di 20 anni contributi versati. Tuttavia l’intesa sulle pensioni non riguarda soltanto l’uscita anticipata dal mondo del lavoro ma anche tanti altri ambiti molto delicati come la vicenda dei lavori usuranti. I lavori usuranti rappresentano una categoria di attività in cui i dipendenti sono sottoposti a sollecitazioni fisiche piuttosto importanti per cui gli anni di lavoro prima di accedere in pensioni dovrebbero essere inferiori per numero. Su questo argomento si è fatta sentire la CGIL che nel corso di un incontro avvenuto a Livorno con il consiglio direttivo provinciale, sottolineando come occorra mantenere una visione unitaria della vicenda pensioni tra tutte le sigle sindacali e che è altrettanto importante dare giusta considerazione ai lavori usuranti sotto il profilo assistenziale.
Oltre che sulla riforma delle pensioni, Cesare Damiano sembra essere molto attento alle vicende che riguardano l’Inps e la sua governance, “per costituire, finalmente, un normale Consiglio di amministrazione, snello e competente, e uscire dalla logica dell’eterno commissariamento”. L’ex ministro del Lavoro ricorda che in materia ci sono 4 o 5 proposte depositate in Parlamento e dunque non occorre partire da zero. Le modifiche ai funzionamenti dell’Inps sarebbe importante, evidenzia Damiano, per far sì che sia “in grado di gestire le novità legislative, a partire dall’anticipo pensionistico e dalla quattordicesima, che verranno inseriti nella legge di Bilancio. Non vorremmo trovarci di fronte a incomprensibili e colpevoli ritardi a tutto danno dei lavoratori e dei pensionati”.
Matteo Renzi ammette che la riforma delle pensioni che contiene l’aumento delle minime sta creando qualche difficoltà a reperire tutte le risorse necessarie per incrementare gli assegni pensionistici più bassi. Parlando a Radio Popolare, il Premier ha quindi evidenziato che “ci sono persone che hanno tre vitalizi. Io vorrei chiedere a questi di rinunciare, nel momento in cui io sta facendo fatica a trovare i fondi per le pensioni minime”. In qualche modo sembra quindi che Renzi sia concorde con Tito Boeri, che da tempo chiede una riforma del sistema dei vitalizi, in modo che ci sia più equità nella previdenza italiana.
L’aumento della quattordicesima per le minime contenuto nella riforma delle pensioni che il Governo ha promesso di varare “mi sembra rientrare nella solita abitudine di fare regali pre-elettorali; il 4 dicembre infatti ci sarà il referendum costituzionale”. Lo afferma Antonio Maria Rinaldi, professore di Economia politica all’Università Gabriele D’Annunzio di Pescara e alla Link Campus University di Roma, nonché segretario di Alternativa per l’Italia. L’economista, intervistato da Intelligonews, spiega anche che l’Ape è estremamente penalizzante per i lavoratori.
Oggi è in programma presso la sede del ministero dell’Economia e delle Finanze un incontro tra i vertici dell’Abi e di alcune banche italiane con il il ministro Padoan. Stando a quanto riporta Repubblica, il summit non servirà a parlare solamente della situazione del sistema bancario italiano, ma anche per affrontare il tema della riforma delle pensioni, dato che le banche avranno un ruolo importante per l’Ape. Si dovranno però discutere dei dettagli tecnici di non poco conto, quali l’entità dei tassi e la durata dei prestiti che serviranno a finanziare l’anticipo pensionistico per quei lavoratori che potranno andare in pensione a partire da 63 anni.
Nella sua intervista a Sky Tg24, dove ha fatto il punto su tutta la riforma delle pensioni, Giuliano Poletti ha spiegato che con la Legge di Bilancio un milione di pensionati avranno la quattordicesima che ora invece non prendono. Si tratta di coloro che hanno un assegno pari a 1,5-2 volte il minimo. Coloro che si trovano sotto questa soglia, ha spiegato poi il ministro del Lavoro, ci sarà un aumento dell’attuale quattordicesima che sarà “attorno al 30%”. L’importo esatto ancora non si conosce perché “dobbiamo ancora fare un po’ di lavoro per calcolarlo con precisione”.
La scorsa settimana Matteo Renzi è stato ospite di Quinta Colonna. Durante la puntata ha ricordato che il Governo varerà degli interventi in tema previdenziale, attraverso la riforma delle pensioni su cui lo stesso esecutivo e i sindacati hanno siglato un verbale mercoledì. Tale verbale sarà analizzato questa sera dalla trasmissione di Rete 4. Il conduttore Paolo Del Debbio, infatti, analizzerà e definirà i contorni delle nuove misure in materia previdenziale. La trasmissione sicuramente continuerà a parlare del tema anche nelle prossime settimane, considerando che Governo e sindacati dovranno discutere ancora diversi dettagli tecnici degli interventi sottoscritti.
La Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori non accoglie positivamente la notizia della firma del verbale tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. “Il fatto che si tratti di un verbale e non di un protocollo è già di per sé significativo. In pratica, un lungo elenco di se, di ma, di forse, di verifiche da fare, conti da aggiustare, figure professionali da definire. Come dire: le certezze possono attendere”, spiega Francesco Cavallaro. Il segretario generale della Cisal segnala in particolare che l’Ape, “a causa dei suoi limiti obiettivi, non può essere la risposta del governo alle esigenze di flessibilità in uscita”. La conclusione del sindacalista non è certo positiva: “La sostanziale conferma della sacralità dell’attuale sistema contributivo non potrà mai garantire l’effettiva adeguatezza delle attuali pensioni, che per oltre il 65% sono al di sotto dei mille euro, e di quelle future, soprattutto per i giovani, anche a causa dei salari troppo bassi e della persistente confusione tra assistenza e previdenza”.
Mentre oggi il ministro Poletti ha rilanciato sulla riforma pensioni 2016 con le ultimissime in termini di Ape e risorse finanziarie, i problemi ancora sul tavolo dovranno essere affrontati a breve anche perché i tempi non sono larghissimi: entro il 20 ottobre andrà presentata la legge di Bilancio che dovrà contenere tutti i conti e le risorse previste dalla riforma pensioni. Uno dei temi spinosi è quello dei lavoratori precoci: infatti nella nuova norma che supererà quella della Fornero, è stata data una definizione molto ampia del lavoro precoce fissando la soglia a 12 mesi di contributi versati anche non continuativi prima dei 19 anni, per poter poi uscire dal lavoro con ben 41 anni di contributi. Come ricorda il portale Pensioni Oggi, in seguito è stato fissato un paletto lasciando «la possibilità di uscire solo ai disoccupati senza ammortizzatori sociali, i disabili e a coloro che sono impegnati in attività particolarmente gravose». Il problema resta però, visto che i tempi sono strettissimi e l’accordo con i sindacati è tutt’altro che certo e tranquillo.
Il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha parlato anche di pensioni e, quindi, della riforma 2016 della quattordicesima ai pensionati nell’intervista rilasciata a Sky Tg24: “Nella legge di bilancio al capitolo pensioni saranno dedicati circa 2 miliardi di euro”, ha dichiarato il ministro, precisando che il provvedimento riguarda un milione di pensionati che non avevano la quattordicesima e che ora, grazie alle novità in arrivo per le pensioni, l’avranno. Il governo interverrà con misure strutturali attraverso la prossima legge di stabilità. Lo ha assicurato il ministro del lavoro Giuliano Poletti, che ha spiegato la dinamica: “Partiamo leggermente sotto i 2 miliardi, poi il secondo anno avremo intorno ai 2 miliardi e il terzo anno avremo 2 miliardi”. Il governo, dunque, ha deciso di investire 6 miliardi di euro in tre anni per la previdenza. Il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha spiegato anche che entreranno subito nella legge di stabilità anche le misure sull’Ape (la flessibilità in uscita).
Della riforma pensioni 2016 è la vera novità che da mesi sta tenendo sotto scacco governo, Inps e sindacati: resta utile capire però quali categorie di lavoratori, in definitiva, saranno a poter usufruire dell’uscita anticipata gratuita, il famoso Ape. Prende forma una sorta di definitività, con i lavoratori coinvolti nella riforma pensioni che potranno uscire “gratis” dal lavoro fino a tre anni prima che risultano essere: operai su ponteggi mobili, ma anche macchinisti dei treni, autisti in generale di mezzi di trasporto pubblici come anche conducenti di mezzi pesanti. Dall’elenco non sono stati tolti nelle ultime modifiche del governo anche l’ambito della sanità, specie per chi lavora in sala operatoria e costo zero d’addio anche per le maestre d’infanzia. Il Giornale però questa mattina presenta un punto chiave da dover stabilire per comprende se queste uscite gratis potranno purtroppo anche essere ridotte: «L’Ape sarà gratuito però solo fino ad una certa soglia di reddito. E il governo potrebbe fissare la soglia a 1200 euro netti, ovvero 1500 lordi». Platea ridotta in questo modo, ma resta da capire se effettivamente queste soglie saranno decise in questo modo dalla struttura finale della riforma pensioni 2016.
Elsa Fornero “boccia” l’Ape, fulcro della riforma delle pensioni che il Governo si appresta a varare con la Legge di Bilancio. Tecnicadellascuola.it ha riportato il testo dell’intervista che l’ex ministro ha concesso all’Ansa, nella quale vengono espresse diverse perplessità sull’Anticipo pensionistico. In particolare, la professoressa piemontese ha l’impressione “che si sia adottata questa soluzione ben sapendo che sarà scarsamente utilizzata. Sono stata scettica sul Tfr in busta paga e lo sono sull’Ape volontaria”. Esiste certo l’Ape social, ma per la Fornero c’è qui il rischio di “aprire un vespaio o, al contrario, di caricare eccessivamente il bilancio pubblico”. Il riferimento è al fatto che bisognerebbe scegliere come criterio di accesso solo il reddito del pensionando e non il settore di appartenenza. Riguardo infine ai lavoratori precoci, l’ex ministro ritiene che sia stata scelta una soglia “larga”, perché “gran parte delle persone oggi vicine all’età della pensione ha cominciato a lavorare prima dei 19 anni. E quindi, nuovamente, c’è un problema di risorse”. La Fornero riconosce in ogni caso che “i lavoratori veramente precoci meritano un alleggerimento dei requisiti per il pensionamento”.