Si attende ancora l’avvio della trattativa per il rinnovo dei contratti statali. Governo e sindacati devono infatti ancora iniziarla ufficialmente dopo gli incontri informali dei mesi scorsi all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. Al momento, come sottolinea Forexinfo.it, la certezza per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali è che le commissioni parlamentari che stanno analizzando il testo dovranno trasmettere gli emendamenti entro domani. Invece sulle risorse destinate all’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici non è ancora chiaro quale sarà il budget previsto dal governo. Le cifre ipotizzate negli ultimi giorni farebbero infatti riferimento non solo alle somme destinate al rinnovo dei contratti statali ma riguarderebbero anche lo stanziamento complessivo per la pubblica amministrazione, stanziamento che comprenderebbe anche gli investimenti per le nuove assunzioni tra le forze dell’ordine.



Sembra esserci, per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali, una guerra di cifre. Secondo le ipotesi avanzate dal governo lo stanziamento complessivo per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici sarebbe di 900 milioni di euro, 600 con la manovra di quest’anno da aggiungere ai 300 già stanziati lo scorso anno. La legge di bilancio, varata dalla maggioranza nei giorni scorsi e adesso all’esame delle competenti commissioni parlamentari, prevede però una cifra complessiva per la pubblica amministrazione: resta quindi ancora da capire quale sia effettivamente il budget previsto per il rinnovo dei contratti statali. La Corte Costituzionale ha imposto al governo lo sblocco dei contratti statali fermi da sette anni. Secondo i giudici, come riporta Businessonline, servono 1,7 miliardi di euro visto che “l’accordo quadro del 30 aprile 2009 sull’assetto delle relazioni sindacali nel pubblico impiego, sinora peraltro mai sperimentato, ipotizzava incrementi retributivi pari all’andamento stimato dell’inflazione nel periodo di riferimento, misurata attraverso l’indice IPCA, depurato dal prezzo dei prodotti energetici importati, limitati alle sole componenti stipendiali della retribuzione”.

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