Per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali i nodi ancora da sciogliere non riguardano solo il budget del governo per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. La cifra non è ancora stata definita ufficialmente anche se i sindacati hanno già fatto sapere che le ipotesi formulate finora non sarebbero “adeguate”. Un altro punto sul quale ci sono divergenze tra governo e sindacati è quello che riguarda la platea dei dipendenti pubblici interessata dal rinnovo dei contratti statali. Come ricorda infatti Forexinfo.it, le parti sociali chiedono che il governo “riveda quanto disposto dalla riforma dell’ex ministro Brunetta che riserva gli aumenti di stipendio non a tutti i dipendenti pubblici, ma solo a tre su quattro di essi sulla base del merito accertato tramite pagelle”. Nel caso in cui la riforma non venisse rivista, infatti, molti dipendenti pubblici resterebbero esclusi dall’aumento degli stipendi disposto con il rinnovo dei contratti statali.



Si attende ancora, per il rinnovo dei contratti statali, l’avvio della trattativa ufficiale tra governo e sindacati. Intanto il Codacons ha invece già avviato un’azione collettiva in favore dei dipendenti pubblici per i quali va avanti da sette anni il blocco degli stipendi. L’associazione a difesa dei consumatori sottolinea infatti che i contratti statali non hanno usufruito “dell’adeguamento rispetto all’aumento del costo della vita calcolato in base agli indici Istat” e per questo “ogni dipendente ministeriale ha perso, in termini di mancato aumento salariale, circa 2.700 euro lordi l’anno”. L’indennizzo che si può chiedere attraverso il Codacons per il blocco dei contratti statali è passato “da 11.200 a 11.400 euro”, fa sapere l’associazione che sottolinea che già 2mila dipendenti pubblici hanno proposto ricorso. Per i contratti statali fermi da sette anni il Codacons chiede infatti sia un indennizzo “per danni per effetto mancato rinnovo dal 2010. La richiesta di indennizzo è di 100 euro al mese per il periodo che va dal 2010 al 30 luglio 2015” che un risarcimento “per danni per mancato rinnovo dalla data successiva alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale. La richiesta è di 200 euro al mese per il periodo successivo al 30 luglio 2015”.

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