I lavoratori precoci non hanno mai nascosto di non aver gradito la riforma delle pensioni varata dal Governo. Uno di loro, Andrea detto Il toscano, ha deciso di scrivere a Matteo Renzi, Tommaso Nannicini, Pier Carlo Padoan e Giuliano Poletti, per spiegare che l’esecutivo ha preso accordi con i sindacati, che però non potevano considerarsi rappresentanti dei lavoratori precoci. A suo giudizio, le confederazioni hanno avuto un atteggiamento prono, senza portare avanti adeguatamente la battaglia per Quota 41. “Io vi accuso di aver fatto peggio della Legge Fornero, siete stati peggiori perché avete fatto credere ai lavoratori di voler cambiare le cose, mentre avevate in serbo un’ingiustizia ancora maggiore: far credere di cambiare le cose perché tutto rimanga (più o meno) come prima”, aggiunge il lavoratore precoce, che conclude la sua missiva ricordando che il 4 dicembre si avvicina e che quindi il Governo risentirà nelle urne dell’insoddisfacente riforma delle pensioni varata.Fratelli d’Italia ha presentato un pacchetto di emendamenti alla Legge di stabilità, intervenendo anche sulla riforma delle pensioni. In particolare si chiede che il prestito previsto per l’Ape sia fornito dalla Cassa depositi e prestiti e non dalle banche. Che vi sia l’estensione di Opzione donna e l’accesso alla pensione per i Quota 96. Per il lavoratori precoci si chiede invece l’eliminazione del criterio dell’aspettativa di vita e misure di sostegno per quanti di loro hanno disabili in famiglia. Il partito di Giorgia Meloni chiede anche di abolire la Legge Mosca relativa alle pensioni dei parlamentari che non hanno mai versato contributi e l’estensione della tutela per gli esodati in favore di ulteriori categorie.



Mentre la riforma delle pensioni continua il suo iter parlamentare e si cerca di ottenere delle modifiche all’ottava salvaguardia degli esodati, un comunicato fa sapere che la Rete dei Comitati degli esodati è stata sciolta in data 12 novembre 2016 “per volontà irrevocabile dei Coordinatori dei Comitati affiliati”. Questo non vuole dire certo che le rivendicazioni sull’ottava salvaguardia vengano meno, tanto che, viene specificato, “per ogni esigenza riguardante la questione ‘esodati’ sarà tuttavia ancora possibile rivolgersi ai singoli comitati che la costituivano”. Non sono chiare le motivazioni che hanno portato a questo scelta. Ci si augura in ogni caso che l’ottava salvaguardia possa essere risolutiva di modo che non ci siano rivendicazioni particolari da portare avanti nei prossimi mesi.



Il Governo Renzi ha superato il traguardo dei 1.000 giorni dal suo insediamento. E mentre la riforma delle pensioni procede nel suo iter parlamentare, Andrea Orlando ha fatto il punto su quel che l’esecutivo ha fatto in tema di giustizia, annunciando che verrà la posta la fiducia sul ddl per la riforma del processo penale. In un incontro con l’Associazione nazionale magistrati, il ministro della Giustizia ha anche detto che ci sarà un maxi-emendamento per apportare alcuni cambiamenti, tra cui uno relativo alla deroga dell’età pensionabile per le alte cariche della magistratura. Non si sa bene in quale direzione. Tuttavia l’Anm vorrebbe che queste modifiche venissero “sganciate” dalla riforma per procedere per una via autonomia e più veloce.



È stata una settimana davvero ricca di novità per la riforma delle pensioni nata dal confronto tra il Governo ed in sindacati. Alla Camera si sta lavorando per limare le ultime questioni con l’enorme mole di emendamenti presentati da più partiti politici che pian piano incominciano ad essere ritirati e discussi nel merito. Tra le novità più interessanti che stanno prendendo forma in questi giorni, spicca quella riguardante la cosiddetta Opzione Donna. Infatti, sembra essere cosa ormai certa l’arrivo della proroga fino al mese di luglio 2016. Nello specifico ne potranno usufruire accedendo anticipatamente al sistema pensionistico, anche le lavoratrici che hanno raggiunto il requisito anagrafico fissato a 57-58 anni, sul quarto trimestre 2015. Inoltre, sembra che ci possano essere novità interessanti anche in ottica lavori usuranti con i termini per accedere all’Ape social che potrebbero diminuire andando così ad estendere il bacino di possibili beneficiari. Ne sapremo di più nei prossimi giorni.

Mentre il Governo sta definendo le ultime questioni relative alla riforma delle pensioni da inserire nella Legge di Bilancio, sembra essere scoppiato un vero e proprio caos nei sindacati per quanto concerne la situazione della rivalutazione delle pensioni il cui blocco nel 2015 era stato sentenziato come illegittimo dalla Corte Costituzionale. In particolare non c’è unità di vedute tra i vari sindacati sugli eventuali ricorsi da presentare. A tal proposito la Cgil e la Cisl hanno cercato di far chiarezza pubblicando una opportuna nota in merito: “E’ stato chiarito e in tal senso vengono informati tutti i pensionati e le pensionate che il rimborso non è automatico né, almeno in questa fase, sicuro. In attesa di un ulteriore pronunciamento della Corte costituzionale, che chiarisca in via definitiva la questione, però tutti i pensionati possono presentare entro la fine dell’anno richiesta di interruzione del termine di prescrizione per il rimborso. I ricorsi sono già stati eseguiti dalle organizzazioni sindacali ed hanno rinviato la decisione nuovamente alla Corte Costituzionale”.

Non c’è dubbio che il dispositivo battezzato come Ape sia l’aspetto più interessante dell’intero pacchetto rivolto alla riforma delle pensioni e nato dal lungo confronto portato avanti dal Governo con le parti sociali. Per quanto concerne l’ape volontaria è stata salutata con favore la possibilità lasciata al datore di lavoro, dietro preventivo accordo con il dipendente, di finanziarlo in un’ottica di incentivazione all’uscita per quei lavoratori un po’ in più in là con gli anni. In questo caso per i dipendenti le previste spesse per il rimborso potrebbero rivelarsi meno pesanti del previsto. Tuttavia occorre tenere in considerazione un aspetto che rischia di rendere questa tipologia di ape volontaria incentivata meno conveniente. Infatti, c’è da fare i conti con degli oneri di restituzione del prestito pensionistico che potrebbero rendere questo dispositivo meno conveniente ad esempio rispetto all’isopensione. Insomma, occorre attendere il decreto attuativo per conoscere nei minimi particolari la legge e quindi valutarne la convenienza.