La legge di stabilità, contenente la riforma delle pensioni, interesserà anche alcuni cittadini sardi che hanno lavorato nel polo industriale di Ottana. È stato infatti approvato un emendamento presentato da Michele Piras, deputato di Sel, che chiedeva l’estensione delle tutele previdenziali previste per i lavoratori esposti all’amianto anche per coloro che hanno lavorato nel sito in provincia di Nuoro che fu di Enichem e di Montefibre. “La Commissione bilancio della Camera dei deputati ha approvato il mio emendamento alla legge di Stabilità che riconosce la pensione di inabilità ai lavoratori esposti all’amianto, riaprendo così per il 2017 e per il 2018 i termini per presentare le richieste all’Inail da parte di coloro che abbiano contratto malattie asbesto correlate. Il fondo finanziario è dotato di 50 milioni di euro nel biennio: 20 milioni per il 2017 e 30 milioni per il 2018”, ha detto Piras.
Il costante confronto tra il Governo Renzi ed i vari rappresentati dei più importanti sindacati italiani ha dato vita ad una storica intesa in tema di riforma delle pensioni che è stata inserita nella Legge di Stabilità che proprio in queste ore sta per essere definitivamente approvata in Parlamento. Tante le misure di interesse per i cittadini tra le quali sicuramente spicca la possibilità di andare anticipatamente in pensione grazie all’Ape. Uno strumento che per il momento è stato varato in via sperimentale per i prossimi due anni che tuttavia potrebbe essere rilanciato anche oltre il 2018. Infatti, è stato stabilito che il Governo dovrà presentare entro il 10 settembre 2018 alle Camere una relazione dettagliata sui risultati prodotti dall’Ape, in conseguenza dei quali si potrebbe andare ad una estensione nel tempo dello strumento magari con qualche rivisitazione tecnica.
La riforma delle pensioni sembra stia soddisfacendo sempre di più il mondo dei sindacati ed ovviamente i lavoratori. Infatti nel passaggio alla Camera della Legge di Stabilità sono arrivate ulteriori buone notizie per la platea degli esodati. Nello specifico non solo è arrivato l’ok definitivo all’ottava salvaguardia ma è stata ulteriormente allargata la platea di beneficiari passando dai precedenti 27 mila previsti alle attuali 30 mila unità. A deciderlo è stata la Commissione Bilancio della Camera che ha voluto ampliare il fronte temporale portandolo al 31 dicembre 2014 quale data ultima entro la quale è avvenuta la risoluzione del rapporto di lavoro per i lavoratori in mobilità. Questa sostanzialmente è l’unica novità inserita nel testo che quindi rimane lo stesso ch era stato varato dal Consiglio dei Ministri nello scorso 15 ottobre. È attesa per oggi la votazione per la definitiva approvazione alla Camera.
Nella giornata di ieri il Governo ha posto la fiducia per l’approvazione della Legge di Stabilità 2017 all’interno della quale sono state inserite tante importanti misure tra cui diverse in ottica riforma delle pensioni. È stata introdotta l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per mezzo dell’Ape, si è andato a rivedere alcune questioni dei lavori usuranti e dei lavoratori precoci e molto altro. Sulla Legge di Stabilità ha voluto rilasciare la propria impressione il deputato del Partito Democratico Davide Baruffi che ha rimarcato: “La legge di Bilancio ha stanziato oltre 7 miliardi di euro per il prossimo triennio a favore del fronte previdenziale, iniziando a riparare a molti dei problemi generati dalla riforma Fornero. Un sostegno anzitutto alle pensioni più basse, con l’estensione della quattordicesima e della no tax area per i pensionati, e misure per l’uscita pensionistica anticipata dei lavoratori che abbiano raggiunto i 63 anni, per gli usuranti e per i precoci in condizioni di maggiore difficoltà. Grazie ai nostri emendamenti, in particolare, portiamo a casa l’ottava salvaguardia per altri 30.700 esodati, la possibilità di usufruire della sperimentazione di Opzione Donna per le lavoratrici che abbiano maturato i requisiti necessari nell’ultimo trimestre del 2015 e il cumulo gratuito dei contributi, compresi quelli delle casse professionali precedentemente escluse”.
Nessun aumento delle pensioni in vista per il 2017. Mentre la Camera approva la Legge di stabilità e la riforma delle pensioni che essa contiene, un decreto ministeriale Economia-Lavoro ha stabilito che la rivalutazione definitiva per il 2015 e quella provvisoria per il 2016 sarà pari a zero. Questo vuol dire che gli importi delle pensioni resteranno invariati. E dire che essendo stata l’inflazione negativa (-0,1%), la situazione poteva essere differente. Tuttavia con la manovra dello scorso anno è stato deciso di evitare il “recupero negativo” che avrebbe di fatto comportato una diminuzione degli assegni pensionistici. Tuttavia non è da escludere, scrive Il Sole 24 Ore, che nel 2017 ci sia questa “decurtazione”, perché il “recupero” è stato posticipato “in sede di rivalutazione definitiva dei trattamenti pensionistici 2016”. Dunque potrebbe servire un nuovo intervento legislativo per evitare che i pensionati si trovino a restituire un importo, seppur minimo, dei loro assegni.
Cesare Damiano è soddisfatto per gli emendamenti approvati in commissione Bilancio della Camera alla Legge di stabilità, tra cui quelli riguardanti la riforma delle pensioni. L’ex ministro del Lavoro segnala in particolare che l’ottava salvaguardia coinvolgerà 30.700 lavoratori, portando così il totale dei salvaguardati dopo la Legge Fornero a oltre 160.000 unità. “Si estende la possibilità di usufruire di Opzione Donna alle lavoratrici che compiono 57 anni di età, se dipendenti, e 58 se autonome, nel quarto trimestre del 2015, precedentemente escluse dalla normativa; si ampliano i benefici previdenziali per i centralinisti telefonici non vedenti; si consente il cumulo gratuito dei contributi tra i vari fondi, comprese le Casse professionali”, aggiunge il Presidente della commissione Lavoro della Camera, che evidenzia come ci siano anche misure per il contrasto alla povertà e il lavoro.
Con gli emendamenti approvati in commissione Bilancio della Camera sulla riforma delle pensioni si è intervenuti anche sull’Ape. Scrive Il Sole 24 Ore che “il lavoratore che decide di anticipare il ritiro dall’impiego con l’Ape potrà recedere dal contratto entro due settimane. E l’anticipo finanziario a garanzia pensionistica sarà considerato a tutti gli effetti una forma di credito al consumo anche se la somma complessiva richiesta sarà superiore ai 75mila euro”. Nessuna modifica sembra esserci invece stata per l’Ape social. Da più parti, infatti, si era chiesto di far scendere il requisito contributivo per i lavori gravosi attualmente fissato a 36 anni.