Non c’è la proroga di Opzione donna nella riforma delle pensioni, ma il Comitato Opzione donna proroga al 2018 ha ricevuto i ringraziamenti di Maria Elena Boschi e della Segreteria di Giuliano Poletti in cui si intuisce che forse qualche speranza di fare qualcosa per le italiane che vorrebbero accedere alla pensione anticipata si possa fare. La Boschi, nella sua mail, scrive infatti: “Sono sicura che insieme continueremo a fare un buon lavoro”, mentre dalla segreteria del ministro del Lavoro viene evidenziato che “il percorso intrapreso di condivisione e lavoro di squadra, proseguirà con la stessa serietà e premura fin qui riscontrata”. Difficile dire cosa ci si possa realmente aspettare a livello di interventi su Opzione donna. Magari l’ipotesi di Tommaso Nannicini di una sorta di “Opzione donna social”?



Matteo Renzi ha parlato di una riforma delle pensioni che porterà da 30 a 50 euro al mese in più per le pensioni più basse. Tuttavia l’associazione 50&Più della Confcommercio, come riporta Repubblica, fa notare che se si considera l’intera platea di oltre 2 milioni di italiani che riceveranno un aumento, le cifre sono più modeste, da 8 a 42 euro. “Per i pensionati che già percepiscono la quattordicesima, l’incremento mensile dell’importo è rispettivamente nelle tre fasce di: 8,41, 10,50 e 12,58 euro”, per un valore medio di 10,49 euro, sottolinea l’associazione. Andrà meglio a chi avrà la quattordicesima per la prima volta, dato che l’incremento delle tre fasce sarà di 28, 35 e 42 euro, per una media di 35 euro. Per 50&Più, al di là delle cifre, c’è una discriminazione intollerabile: i requisiti all’accesso sono differenziati a seconda dell’ambito di lavoro di provenienza e prevedono tre anni in più di contribuzione per gli ex lavoratori autonomi rispetto ai dipendentiMentre la riforma delle pensioni passa all’esame del Senato, Tito Boeri fa sapere che presto l’Inps procederà alla nomina del nuovo direttore generale, chiamato a prendere il posto del dimissionario Massimo Cioffi. “La cosa più importante è che che porteremo a termine la riorganizzazione interna: azzereremo tutta la fascia dirigenziale nei tempi più rapidi possibili e completeremo il processo di rinnovo di tutte le posizioni entro l’anno. Poi passeremo alle seconde fasce all’inizio dell’anno nuovo”, ha detto il Presidente dell’Inps. Dunque la riforma dell’Istituto nazionale di previdenziale sociale dovrebbe già portare a dei cambiamenti prima della fine del 2016, in meno di un mese.



La legge di stabilità 2017 è stata approvata e con essa tutti le misure del pacchetto relativo alla riforma delle pensioni frutto del lungo confronto tra il Governo e le parti sociali. Tra le novità più importanti c’è senza di dubbio quella relativa all’anticipo pensionistico offerto dall’ape per i lavoratori con età superiore ai 63 anni. Ma qual è il costo di tale dispositivo? È effettivamente conveniente? Il costo dell’Ape volontario ed ossia quello in cui gli oneri sono completamente a carico del lavoratore è stato valutato che il peso varia, a seconda dell’inquadramento previdenziale, da un minimo del 5,4% fino ad un massimo del 6,1% sul valore netto dell’assegno per ogni anno di anticipo a cui si accede. I costi saranno diluiti nel corso dei venti anni previsti come periodo di ammortamento in maniera decrescente. Non è possibile fare un’ipotesi precisa anche perché in base al meccanismo molto dipende dal valore dell’anticipo richiesto ricordando che se ne può ricevere al massimo il 95% della pensione netta maturata al momento della richiesta della prestazione.



Dopo l’approvazione alla Camera della Legge di stabilità, contenente la riforma delle pensioni, Giuliano Cazzola, nelle sue punture di spillo su Formiche.net, ritiene che a questo punto sia difficile trovare qualcuno che in Italia sia andato in pensione con la Legge Fornero. Questo perché si è varata l’ottava salvaguardia degli esodati, è stata prorogata Opzione donna, viene introdotto l’Ape social per i lavori “faticosi”, “si mette in circolazione la mina vagante della tutela dei lavoratori precoci, mentre la possibilità di ricongiunzione contributiva viene estesa anche alle Casse dei liberi professioni”. A questo punto, secondo l’ex deputato, qualcuno dovrebbe avvisare Matteo Salvini che la Legge Fornero “è ormai soltanto una tigre di carta inoffensiva”.

Giuliano Poletti dà rassicurazioni sulla riforma delle pensioni: saranno varati tutti gli interventi previsti senza “sforare” i 7 miliardi di euro stanziati per i prossimi tre anni. Il ministro del Lavoro ha anche voluto spiegare che l’aumento della quattordicesima delle pensioni più basse avviene rispettando un principio di equità, dato che viene permesso di riceverla a chi non prima non l’aveva, “ma con un incremento un po’ più basso per i pensionati che già beneficiavano di pensioni un po’ più alte”. Dunque Poletti ha voluto far capire che il Governo intende rispettare tutte le promesse fatte, ma avendo sempre sott’occhio il principio dell’equità.

Roberto Calderoli non ci va leggero nel criticare quello che ritiene un uso strumentale della riforma delle pensioni. “Ci vuole un bel coraggio davvero a cercare di andare a comprarsi il Si al referendum, come sta facendo Renzi, promettendo un aumento dai 30 ai 50 euro in più alle pensioni più basse, facendo credere che si tratti di un aumento mensile, quando invece è solo un aumento annuale una tantum, aumento che l’Istat ha quantificato in 38 euro medi all’anno”, ha detto l’ex ministro secondo quanto riporta l’agenzia newsage. “Questa operazione mi ricorda tanto quella del famoso bonus da 80 euro fatto, giusto giusto, prima delle elezioni Europee e poi, passate le elezioni, smantellato in toto visto che ad oltre un milione e 400 mila persone è stata chiesta la restituzione di quei soldi”, ha aggiunto Calderoli.

Cesare Damiano, dopo il varo da parte della Camera dei deputati della Legge di stabilità, contenente la riforma delle pensioni, ha pubblicato sulla propria pagina Facebook qualche “cartello” per sintetizzare alcune delle novità introdotte, come l’ottava salvaguardia degli esodati o l’estensione di Opzione donna. La soddisfazione che si intravvede nei commenti è “a metà”. C’è infatti chi sottolinea che la salvaguardia è uscita diversa dalla bozza messa a punto dallo stesso Damiano e ne è rimasto escluso. O chi ricorda che ci sono italiane che, per via delle proprie carriere discontinue, non riusciranno ad accedere a Opzione donna solo perché hanno versato contributi in casse diverse.

La Legge di stabilità, dopo la votazione della Camera, passerà al Senato, portando al suo interno la riforma delle pensioni. Una delle novità è quella dell’Ape social, che consentirà a partire da maggio l’accesso alla pensione anticipata a determinate fasce di popolazione senza penalizzazioni. Durante l’iter a Montecitorio, è stata fatta una modifica al testo originario del Governo, riguardante i lavoratori autonomi. Normalmente, infatti, l’indennità garantita dall’Ape social risulta compatibile con la percezione di redditi da lavoro fino a 8.000 euro all’anno. L’emendamento approvato ha però abbassato questa soglia a 4.800 euro solo per gli autonomi.

La riforma delle pensioni basata sull’Ape non piace alla Lega Nord. E secondo quanto scrive businessonline.it, Luca Zaia sarebbe pronto a sostenere un’iniziativa volta all’abolizione dell’anticipo pensionistico se venisse definitivamente approvato nella versione attuale. Il Presidente della Regione Veneto potrebbe assumere un ruolo più importante nel partito, arrivando forse a sfidare la leadership di Matteo Salvini. E uno dei suoi punti programmatici riguarderebbe anche la riforma delle pensioni. Che dovrebbe essere simile a quello ipotizzato da Tito Boeri, con la possibilità di accedere alla pensione fino a tre anni prima rispetto alle attuali soglie fissate dalla Legge Fornero. Tra l’altro in Veneto si è già reso protagonista di un taglio alle pensioni più elevate degli esponenti politici.

Quella di ieri è stata una giornata cruciale per quanto concerne la riforma delle pensioni con l’approvazione in Parlamento di tutte le misure nate dal confronto tra Governo e parti sindacali inserite nell’ambito della Legge di stabilità 2017. Tra le misure più importanti ricordiamo il cosiddetto anticipo pensionistico denominato Ape, la proroga con relativa estensione dell’opzione donna, l’ottava salvaguardia che va a coprire le situazione di ben 30 mila e 700 esodati e tanto altro ancora. Buone notizie sono arrivate anche per le pensioni minime con l’aumento di 50 euro al mese e per i professionisti iscritti ai vari albi. Infatti, sono essi sono stati inseriti tra gli aventi diritto al nuovo cumulo gratuito dei contributi. Esso prevede la possibilità di raggiungere la pensione di vecchiaia e quella di anzianità sommando i periodi di versamenti presso gestioni previdenziali differenti. La somma avviene mediante un calcolo pro quota che seguono regole che sono differenti rispetto ad ogni tipologia di gestione previdenziale.

Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan hanno presentato oggi in conferenza stampa le novità della Legge di stabilità, che contiene anche la riforma delle pensioni. A questo proposito il Premier, oltre a illustrare i provvedimenti con le consuete slide, in cui veniva evidenziato l’Ape, ha ricordato l’importanza del provvedimento sul ricongiungimento delle pensioni, “una misura particolarmente attesa da giovani professionisti”. In evidenza anche l’ottava salvaguardia degli esodati. Poi Renzi ha voluto sottolineare, come già fatto nei giorni scorsi, che le pensioni più basse avranno un aumento tra i 30 e i 50 euro al mese. “Non siamo riusciti ad arrivare agli 80 euro, ma abbiamo fatto per la prima volta un aumento per le pensioni sotto i 1000 euro”, ha aggiunto il Premier.

La riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità porterà fino a 500 euro in più per i pensionati. Sono i calcoli di Repubblica, che analizzando la manovra fanno emergere vantaggi di non poco conto per diverse categorie di cittadini. Nell’articolo si segnala però che non tutti i pensionati saranno “premiati” allo stesso modo. “L’innalzamento della no tax area non riguarda chi ha più di 75 anni. E aiuta i redditi bassi con un beneficio medio, calcola l’Istat, di appena 38 euro annui. La quattordicesima dà maggiori soddisfazioni, specie a chi fino a oggi non la prende. Circa 1 milione e 200 mila pensionati dal prossimo anno riceveranno l’assegno extra a luglio, dai 300 ai 500 euro a secondo dei contributi versati. Mentre le quattordicesime esistenti salgono del 30%: 100-150 euro in più, una volta all’anno”.

Il testo della Legge di stabilità sta per essere approvato dalla Camera. Dunque anche la riforma delle pensioni, con tanto di emendamenti presentati in commissione Bilancio, prende forma, pronta a entrare in vigore dal 2017. Non è escluso che ci saranno delle modifiche ulteriori nel passaggio al Senato, dato che non c’è chi ha mancato di far notare delle problematiche. Come la difficoltà di accesso all’Ape per il personale della scuola, dato che l’anticipo pensionistico scatterebbe a partire da maggio, mentre le domande per la pensione in questo comparto vanno presentate a dicembre, oppure la non chiarezza su chi possa effettivamente utilizzare il cumulo contributivo gratuito. Non resta quindi che capire se il Governo “blinderà” il testo con la fiducia a palazzo Madama o meno. Senza dimenticare che domenica prossima c’è un voto cruciale per l’esecutivo.

Gli emendamenti alla riforma delle pensioni hanno portato dei cambiamenti su Opzione donna e ottava salvaguardia degli esodati, ma sembra che resti un problema di non poco conto riguardante il cumulo contributivo reso gratuito dalla Legge di stabilità. Secondo quanto riporta Pensionioggi.it, infatti, esso sarà possibile per accedere alla pensione anticipata, di vecchiaia, di inabilità o indiretta. Ma non per arrivare ai 35 anni di contributi necessari ad accedere a Opzione donna o per raggranellare l’anzianità contributiva che potrebbe consentire di entrare nell’ottava salvaguardia degli esodati o nella disciplina dei lavori usuranti. Non è nemmeno chiaro se potrà essere dai lavoratori precoci considerati nella manovra.

La riforma delle pensioni porterà anche alla possibilità di accedere a Opzione donna per le donne nate nell’ultimo trimestre del 1957-58, rimaste escluse dal regime sperimentale di pensione anticipata lo scorso anno. Per questo motivo, Andrea Maestri, insieme ai colleghi Civati, Brignone, Mattarelli e Pastorino, ha presentato un ordine del giorno alla Camera per chiedere di impegnare il Governo “a valutare ogni possibilità di impiegare le risorse non utilizzate, risultanti dall’attività di monitoraggio prevista dall’art. 1, comma 281 della legge 208/2015, prioritariamente per la prosecuzione del regime sperimentale di Opzione Donna”. I deputati di Possibile avevano aggiunto la volontà di presentare questa richiesta, dato che nella Legge di stabilità non è stata prevista alcuna proroga di Opzione donna.

Con le sue ultime mosse, Silvio Berlusconi sembra pronto a ritornare in campo direttamente. E se il suo ricorso alla Corte europea dei diritti umani verrà accolto non mancherà di candidarsi un’altra volta. In attesa del verdetto di Strasburgo, il leader di Forza Italia guarda comunque al referendum di domenica prossima e se dovesse vincere il No, l’ex Cavaliere ha in mente di cercare di ricompattare il centrodestra proponendo anche un programma comune, tra i cui punti verrebbe inserita anche una riforma delle pensioni. In questo senso, come ricorda Il Giornale, uno dei cavalli di battaglia di Forza Italia è quello dell’aumento delle minime. Se Renzi è pronto a dare ad aumentare i percettori della quattordicesima, Berlusconi vorrebbe aumentare il loro assegno mensile.

Con i vari interventi di riforma delle pensioni varati dai diversi governo succedutisi in Italia, non sempre si è creato un sistema favorevole per tutti. Ne sono convinti i pensionati di Federmanager Roma che, riunitisi la scorsa settimana, hanno chiesto alla loro federazione nazionale e alla Confederazione (Cida) di portare avanti tre richieste, secondo quanto riporta il sito 9colonne.it. La prima è quella di “cercare di sconfiggere le costanti politiche riduttive delle pensioni poste in atto dai diversi governi”, come i contributi di solidarietà o il blocco delle indicizzazioni. La seconda è “tutelare e migliorare le pensioni di reversibilità, pensioni che riguardano i coniugi superstiti e quindi la parte più debole dell’insieme dei pensionati”. Infine, si chiede di premere sul Governo affinché abbassi le tasse sulle pensioni, “essendo i pensionati italiani i più tartassati d’Europa”.

Matteo Renzi ha parlato anche della riforma delle pensioni a Domenica Live, spiegando le novità in arrivo: “Nella manovra quelli che guadagnano meno di mille euro di pensione minima vengono tirati su con 50 euro in più al mese”, ha annunciato il premier, secondo cui il bonus potrebbe salire il prossimo anno a 80 euro. “Invece che aspettare l’anno prossimo per avere 80 euro abbiamo preferito farlo subito”, ha spiegato il presidente del Consiglio nello studio di Barbara d’Urso. Il piano di riforma delle pensioni resta comunque invariato a prescindere dall’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre: lo ha assicurato Matteo Renzi a Domenica Live. “Se vince il No c’è lo stesso questa misura, è una riforma che abbiamo fatto nella legge di Stabilità”, ha ricordato il premier a Canale 5. Il premier, che ha lasciato molte questioni irrisolte, ha deciso di cambiare rotta andando incontro ai sindacati e ai lavoratori?

Le novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2017 che include la riforma delle pensioni hanno spinto l’Inps a lavorare per l’adeguamento del sistema previdenziale. Il presidente dell’Inps inoltre ha invitato i lavoratori a darsi da fare per l’attivazione dello Spid, il Sistema pubblico d’identità digitale. Si tratta di uno strumento utile per aggiornare i dati relativi ai lavoratori e al loro trattamento previdenziale: “Serve per tenere conto dei cambiamenti che potranno intervenire sui conteggi dei contributi con la flessibilità in uscita o il cumulo, previsti dalla legge di bilancio”, ha dichiarato recentemente. I lavoratori potranno controllare la loro situazione contributiva, simulare i trattamenti pensionistici in rapporto alla formula di uscita dal lavoro, cioè se con la pensione d’anzianità, della pensiona anticipata o se con l’anticipo pensionistico volontario previsto dalla riforma pensioni del Governo. “I lavoratori potranno così vedere la loro situazione contributiva attuale e confrontarla poi con quella che potrebbe diventare utilizzando flessibilità in uscita o cumulo”, ha aggiunto il presidente dell’Inps.

Tra i vari emendamenti approvati sulla riforma pensioni 2016 e ora in dirittura d’arrivo con l’approvazione della Manovra Economica, la novità tra le più interessanti riguarda il cumulo con anticipi consistenti, anche di diversi anni. Per decisione degli ultimi accordi Ministero Lavoro e Inps, gli anticipi consistenti potranno derivare dal ricorso al cumulo, dato che gli spezzoni contributivi versati con più gestioni potranno da ora essere sommati. Non ci sono costi per questa azione, che poterà al raggiungimento del minimo per la vecchiaia, e non solo: stando alle anticipazioni del Sole 24ore, «gli spezzoni contributivi versati in più gestioni potranno essere sommati, senza costi, per raggiungere il minimo per la vecchiaia o, novità del Ddl di Bilancio, anche per l’anticipata e se si è già maturato un diritto autonomo in una delle gestioni». In questo modo si potrà evitare la totalizzazione o la ricongiunzione, che resta infatti onerosa: ma su questo fronte un’altra novità è inserita negli emendamenti a riguardo di questo settore della riforma pensioni 2016. «Possibilità di cumulare i contributi versati alle Casse di previdenza dei professionisti. Rispetto alla vecchiaia si possono guadagnare anche sette-otto anni», conclude il quotidiano economico nel suo recap degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2017.

Sulla riforma pensioni 2016 e con le ultime regole ritoccate in vista della Legge di Bilancio da approvare domani in Parlamento si arrivano ad alcune conclusioni importanti e dibattuti per mesi: ad esempio, ecco la nuova ottava salvaguardia. Stando alle anticipazioni del Sole 24ore, la nuova salvaguardia applica a determinate categorie di lavoratori: i requisiti pre-riforma Monti-Fornero con l’anzianità che si raggiunge con quota 96 – minimo 60-61 anni di età e 35 di contributi. Importante però è la novità sui posti aggiuntivi immessi nella nuova riforma pensioni: si passa dagli iniziali 27.700 agli attuali 30.700 grazie all’emendamento approvato alla Camera in settimana appena passata. Come riporta il quotidiano economico di Milano, «Saranno tutelati anche lavoratori che raggiungeranno la pensione con le vecchie regole entro il 6 gennaio 2019».

) Accanto all’Ape introdotto con la riforma delle pensioni, i cittadini sardi troveranno un altro strumento che consentirà loro l’accesso alla pensione anticipata nel caso siano disoccupati. La Giunta regionale sarda ha infatti messo a punto un prestito previdenziale dedicato a coloro che hanno perso il lavoro e si trovano in prossimità dell’accesso alla pensione. Che cosa differenzia questa misura dall’Ape social, anch’essa dedicata ai disoccupati vicino ai requisiti pensionistici? Anzitutto il fatto che l’Ape social sarà attiva dal 1° maggio 2017, mentre il prestito previdenziale della Regione Sardegna dovrebbe partire a breve. Per quanto riguarda i requisiti, ai cittadini sardi basterà essere senza lavoro e non aver per forza esaurito gli ammortizzatori sociali. Tuttavia l’anticipo potrà essere al massimo di nove mesi rispetto all’età pensionabile. Non sembrano però essere richiesti degli anni minimi di versamenti contributivi. Tuttavia il prestito andrà restituito, una volta che si sarà andati in pensione, senza interessi, in un’unica soluzione oppure ratealmente, in un arco massimo di sette anni. Il prestito previdenziale sardo è stato varato in accordo con l’Inps, secondo il quale la misura può dare risposte da subito a circa 500 persone residenti sul territorio regionale.

Roberto Simonetti ha postato sulla sua pagina Facebook un video estratto dalla sua dichiarazione di voto alla Camera in merito alla Legge di stabilità, contenente tra le altre cose la riforma delle pensioni. Il deputato della Lega Nord ha in particolare evidenziato come il Governo e il Pd abbiano cancellato Opzione donna e che non abbiano inserito alcuna proroga o estensione della medesima. “Avete solo dato alle lavoratrici quel che era nel loro diritto, perché la legge parlava di una scadenza naturale, che era quella del 31/12/2015. Non era quella di un anno prima legata alla finestre e nemmeno di tre mesi prima legata all’aspettativa di vita. Queste sono solo interpretazioni vostre. Fatta dai vostri uomini all’interno dell’Inps, fatta dai vostri ministri che non hanno vigilato sulle circolari dell’Inps e che hanno creato solo dei disagi per le lavoratrici”, ha detto Simonetti. “Questo non può essere sbandierato come una prosecuzione di Opzione donna”, ha aggiunto.

La riforma delle pensioni ha subito delle modifiche durante il passaggio alla Camera dei deputati. Non è chiaro, però, se queste siano ritenute soddisfacenti dalla Cgil. Susanna Camusso ha infatti spiegato di non aver visto i testi e di non poter quindi commentare gli emendamenti sulle pensioni “che sono da guardare con molta attenzione”. Come noto, si è intervenuti principalmente su Opzione donna ed esodati. Due temi che non erano stati segnalati come “critici” dalla Cgil, che continua ad avere delle perplessità sull’Ape. Non sono mancati dei “ritocchi”, anche per questa misura, ma in effetti ha ragione la sindacalista a non volersi sbilanciare prima di conoscere nel dettaglio il testo finale approvato dalla Camera.

La riforma delle pensioni approvata dal Governo conterrà, come noto, l’Ape, cui sarà possibile accedere dal 1° maggio 2017. Questo potrebbe essere però un problema per gli insegnanti e il personale scolastico. Infatti, per poter andare in pensione l’anno prossimo hanno a disposizione la “finestra” di settembre (l’anno in questo settore termina infatti il 31 agosto) e le domande per accedervi dovranno essere presentate entro la fine di gennaio 2017. Come fare dunque ad accedere all’Ape se partirà dopo? Una soluzione potrebbe quella di concedere una “proroga” a docenti e personale della scuola oltre il mese di gennaio. Ma dovrà essere il Governo a prendere una decisione in merito.