Gli stanziamenti per il rinnovo dei contratti statali “non sono accettabili”, secondo la Cisl, perché non permettono di allineare gli stipendi pubblici “nemmeno a quelli privati più bassi”. E anche per la Uil “occorre assicurare ulteriori stanziamenti che siano adeguati per rinnovi contrattuali in linea coi privati”. Sono queste le richieste dei due sindacati al governo, secondo quanto riportato da Lettera43.it: in questo momento si attende l’avvio delle trattative ufficiali per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Ma sono già circolate ipotesi sul budget che il governo avrebbe intenzione di stanziare per lo sblocco dei contratti statali. Per la Uil “uno degli elementi che potrebbero favorire l’efficienza della pubblica amministrazione e la valorizzazione del lavoro pubblico, è prevedere che il salario accessorio sia defiscalizzato come avviene del settore privato, introducendo anche nel pubblico agevolazioni di welfare aziendale”. Una strada questa condivisa anche dalla Cisl.
Arriva una denuncia da parte della Cgil riguardo al rinnovo dei contratti statali. Come riportato da Lettera43.it, secondo la Cgil la manovra “non porterà alla svolta della condizione economica del Paese” perché “manca un’idea generale”, c’è “una filosofia dei bonus invece che dei diritti” e ci sono “tagli”, mentre non c’è “un rilancio vero degli investimenti”. Il segretario confederale della Cgil Danilo Barbi ha lanciato, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, anche l’allarme sul “rischio abbastanza evidente di un aggiustamento di bilancio a primavera”, viste le “entrate piuttosto estemporanee” previste anche attraverso il decreto “pieno di condoni, fatto per fare cassa”. Dunque per quanto riguarda l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici resta il giudizio negativo dei sindacati sull’ipotesi di stanziamento da parte del governo. I sindacati restano in ogni caso in attesa dell’avvio delle trattative sul rinnovo dei contratti statali dopo gli incontri informali dei giorni scorsi all’Aran.
L’iter della manovra in cui è inserito anche il rinnovo dei contratti statali sta entrando sempre più nel vivo. E c’è attesa per il confronto tra governo e sindacati sulla questione dell’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici bloccati da sette anni. I contrasti tra le parti riguardano principalmente lo stanziamento ipotizzato dal governo per lo sblocco dei contratti statali. Come riporta Businessonline, in commissione Bilancio sono attese le parti sociali e si discuterà proprio del nodo del budget previsto per l’aumento degli stipendi dei dipendenti statali. Un primo aspetto da chiarire riguarda la cifra indicata nel documento presentato in Parlamento che comprende anche i fondi per le assunzioni delle forze dell’ordine. E un secondo aspetto le modalità di distribuzione dello stanziamento visto che l’ipotesi è di aumenti non a pioggia per i dipendenti pubblici ma in base a merito, produttività e reddito percepito.
Si continua a discutere del rinnovo dei contratti statali bloccati da sette anni. I sindacati attendono l’avvio della trattativa con il governo dopo gli incontri informali dei mesi scorsi all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. Al momento il punto principale della trattativa riguarda il budget da stanziare per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Le ipotesi che sono circolare riguardo allo stanziamento, di quasi due miliardi di euro per tutta la Pubblica amministrazione, non sarebbero soddisfacenti per i sindacati. Secondo le parti sociali infatti, come ricorda Forexinfo.it, gli aumenti non coprirebbero le perdite dovute al blocco dei contratti statali. Sarebbero necessari “180 euro mensili tra perdita di potere di acquisto e mancati aumenti legati agli scatti per arrivare a un’equa copertura”. Sulla base delle stime effettuate sembra che gli aumenti degli stipendi dei dipendenti pubblici ammonteranno “a circa 40 o 50 euro netti mensili a partire dal prossimo anno”.