Le dichiarazioni di Pier Carlo Padoan sull’Ape social, una delle misure più importanti della riforma delle pensioni varate dal Governo, mettono in allarme Cesare Damiano. Il ministro dell’Economia, durante un’audizione alla Camera, aveva infatti detto che “andrebbe verificato” se la misura sia completamente coperta. “Non vorrei scoprire, mentre stiamo discutendo la legge di Bilancio e preparando gli emendamenti, che dobbiamo ancora verificare se ci sono le risorse finanziarie per l’Ape social. Devo essere sincero: le parole di Padoan mi hanno seriamente preoccupato”, ha detto il Presidente della commissione Lavoro della Camera, che ha poi aggiunto: “Noi difenderemo senza esitazione i contenuti del verbale sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil con il Governo, e pensiamo che in alcuni punti possano essere migliorati”. 



Una parte della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità 2017 sembra essere molto apprezzata dagli italiani. Lo evidenzia un sondaggio condotto da Demopolis per Otto e mezzo, il programma in onda su La 7, da cui risulta che la misura più apprezzata (68%) è l’aumento della quattordicesima per le pensioni più basse, davanti agli interventi per le aree colpite dal terremoto nel Centro Italia (67%). L’intervento previdenziale supera anche l’abolizione di Equitalia e la rottamazione delle cartelle esattoriali (60%). Il 71% degli intervistati avrebbe voluto comunque interventi più concreti per l’occupazione nella manovra. Secondo i dati dell’Istituto di Pietro Vento, l’indice di insicurezza economica degli italiani è sceso dal 67% del 2013 al 58% del 2016.



L’Ape, misura cardine della riforma delle pensioni, ha ricevuto diverse critiche. C’è chi non ha mancato di sottolineare che non è conveniente per i lavoratori che vogliono andare in pensione anticipata e che quindi non sarà usata. Pier Carlo Padoan, oltre a ricordare che si tratta di “un’importante innovazione che introduce flessibilità in uscita verso la pensione in presenza di vincoli di finanza pubblica di breve e lunga durata”, ha voluto rispondere a questa critica durante l’audizione che c’è stata sulla Legge di bilancio davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Il ministro dell’Economia ha infatti detto di essere “più ottimista di altri” rispetto al funzionamento e alle adesioni all’Ape. Parlando invece dell’Ape social, il ministro ha detto che gli risulta che sia “completamente coperta, ma andrebbe verificato”.



La strada verso l’ottava salvaguardia degli esodati, attualmente non facente parte della nuova riforma delle pensioni, si arricchisce di un nuovo elemento. Come riporta il sito pensionioggi.it, infatti, il ministero del Lavoro ha reso disponibili i dati sull’accesso alle sette salvaguardie finora approvate, da cui risulta che complessivamente sono state liquidate 113.219 pensioni (55.004 per le donne e 58.125 per gli uomini), mentre sono state respinte 28.765 domande (12.135 di donne e 16.630 di uomini). I dati dettagliati contenuti nel report serviranno alla commissione Lavoro della Camera per formulare emendamenti volti a disegnare nel modo più completo e opportuno l’ottava salvaguardia.

I lavoratori edili sono pronti a scioperare per chiedere più controlli nei cantieri e criteri per il pensionamento anticipato diversi da quelli fissati dal Governo con la riforma delle pensioni. Succede in provincia di Cagliari, dove Fillea e Feneal hanno indetto un’agitazione di un’ora e un’assemblea per chiedere tra le altre cose di rivedere l’Ape social. “Fissare il tetto di 36 anni di contributi o massimo 1.350 euro di pensione, vuol dire fare propaganda, perché in tal modo si escludono dal provvedimento la maggior parte degli operai”, evidenziano i sindacati, ricordando che in edilizia il lavoro è discontinuo ed è difficile quindi mettere insieme così tanti contributi. Dunque “è irresponsabile rinviare l’età della pensione degli operai edili; per capirlo, basta considerare un dato: il numero di infortuni e incidenti mortali coinvolge per il 50% proprio gli over 60”.

Gli esodati si preparano a una nuova mobilitazione, visto che né la riforma delle pensioni, né la Legge di stabilità 2017 prevedono un’ottava salvaguardia giudicata soddisfacente. La Rete dei comitati degli esodati, quindi, terrà un presidio davanti alle sede del ministero dell’Economia e della Finanze nella mattinata di martedì 8 novembre. Nel pomeriggio, poi, una parte dei manifestanti si recherà in piazza Montecitorio per chiedere un incontro con la Presidente della Camera e altri interlocutori istituzionali con lo scopo di chiedere che l’ottava salvaguardia dia la tutela a tutti i circa 34.000 esodati che sono rimasti esclusi dai precedenti sette interventi. Gli esodati scendono in piazza anche perché temono che il Governo possa distogliere risorse ancora presenti nel fondo esodati per destinarle ad altri interventi che non siano l’ottava salvaguardia definitiva.

Anche Yoram Gutgeld interviene sulla riforma delle pensioni, in particolare dopo le dichiarazioni fatte recentemente da Tito Boeri. Il Commissario alla spending review, in un’intervista a Il Corriere della Sera, spiega che gli interventi sulle pensioni faranno salire le spese per le pensioni “di poco più di due miliardi l’anno. È meno dell’uno per cento dell’ammontare della spesa pensionistica: un ritocco relativamente modesto, mirato alle fasce sociali più in difficoltà e ai lavoratori in alcune categorie usuranti per le quali l’età pensionabile della riforma Fornero è eccessiva”. Rispetto alla proposta di riforma delle pensioni presentata da Boeri, Gutgeld dice che “prevedeva un ricalcolo dei contributi delle pensioni basate sul metodo retributivo: ma tempo che i dati necessari per il ricalcolo non siano disponibili con un livello di certezza che possa passare il vaglio dei tribunali”.

Stando alle novità espresse e pubblicate sulla pagina ufficiale del Sottosegretario Tommaso Nannicini, la riforma pensioni avrà una importante novità su quanto riguarda l’Anticipo pensionistico. «La rata per l’Ape volontaria potrà variare tra il 2% e il 5,5% per ogni anno di anticipo a seconda della percentuale dell’assegno chiesta», sono tra le principali novità presentate da Nannicini. Stando alle conclusioni fatte anche dall’Ansa, se si chiederà l’85% della pensione netta maturata «al momento dell’uscita con l’Ape volontaria la rata media sulla pensione al momento del pensionamento sarà in media del 4,7% per ogni anno di anticipo». I documenti presentati da Nannicini pe la riforma pensioni riportano anche molti esempi pratici e tavole per cercare di capire come l’effetto delle norme possa inficiare sui cittadini pensionati e lavoratori. Come riporta lo stesso sottosegretario sul suo sito, «l’Ape volontaria, ovvero quella che si chiede per scelta mentre in caso di condizioni di bisogno c’è l’Ape social può essere chiesta da dipendenti pubblici, privati e autonomi con 63 anni di età e a 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia se si hanno almeno 20 anni di contributi».

Alla Camera ieri c’è stato il question time sulla riforma delle pensioni che ha coinvolto anche Giuliano Poletti, che doveva tra le altre cose rispondere all’interrogazione di Walter Rizzetto e dei deputati di Fratelli d’Italia riguardante i lavoratori precoci. Il ministro del Lavoro ha ricordato che con la Legge di stabilità si interviene per agevolare il pensionamento anticipato dopo 41 anni di contributi per alcune categorie di lavoratori, per i disoccupati, per i disabili o per persone chiamate ad assistere familiari disabili. Tutto questo in aggiunta alla cancellazione delle penalizzazioni per la pensione anticipata. Poletti ha spiegato che le risorse erano limitate e dunque non c’è stato spazio per varare Quota 41 per tutti. Rizzetto ha preso atto che il Governo non intende quindi risolvere il problema dei lavoratori precoci, altrimenti si sarebbe dato seguito a quanto scritto nella proposta di legge 857 di Cesare Damiano che in commissione Lavoro ha trovato d’accordo maggioranza e opposizioni. Il deputato di Fratelli d’Italia ha quindi ricordato che il Governo ha solo varato l’Ape, ma non dice più nulla sull’ottava salvaguardia degli esodati, su Quota 96, sulle Quindicenni e sulla proroga di Opzione donna, su cui ancora non sono pervenuti i dati del monitoraggio. E di questo tanti elettori, ha aggiunto Rizzetto, si ricorderanno molto presto.

Per la Cisl ci sono diversi aspetti positivi nella Legge di stabilità e secondo Maurizio Petriccioli, “con alcuni correttivi volti a migliorare l’equità degli interventi, se ne può potenziare la capacità espansiva, in direzione della crescita”. Il Segretario confederale della Cisl, nel  corso dell’audizione presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sulla Legge di bilancio, ha anche parlato della riforma delle pensioni, spiegando che “le misure per l’uscita anticipata dal lavoro, tramite l’Ape, si riveleranno tanto più efficaci quanto maggiore sarà la platea di coloro che usufruiranno concretamente dello strumento”. Per il sindacalista, “occorre, pertanto, agevolare la rimozione di ogni ostacolo che possa limitare la fruizione dei diritti riconosciuti dalla legge sulla base dell’intesa fra il Governo e il sindacato”.

Raffaele Fitto ha presentato in una conferenza stampa a Montecitorio la “Convenzione blu”, una due giorni organizzata per il 5-6 novembre a Roma da Conservatori e riformisti con sei tavoli tematici dedicati ai principali temi di attualità politica. Uno di essi sarà dedicato alla riforma delle pensioni. L’idea del partito dell’ex ministro è quella di “un modello pensionistico a capitalizzazione individuale. Lo Stato lasci ogni cittadino libero di versare i propri contributi al fondo privato che ciascuno ritenga migliore e più affidabile per poter stabilire liberamente quando e a che condizioni andare in pensione”. All’evento sono stati invitati anche esponenti di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia e per ogni argomento l’assemblea plenaria di domenica adotterà le proposte “con vere e proprie votazioni”.

Il cumulo contributivo gratuito sarà una delle novità della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità, che ha iniziato il suo iter parlamentare alla Camera. Secondo quanto riporta Italia Oggi, potranno usufruirne tutti i lavoratori, sia dipendenti che autonomi, anche se iscritti alla gestione separata, con l’unica eccezione dei professionisti iscritti alle casse private e privatizzate. Resta da capire se questa misura potrà essere usata anche per raggiungere i 35 anni di contributi necessari ad accedere a Opzione donna. 

Mentre alla Camera la Legge di stabilità 2017, con all’interno la riforma delle pensioni, inizia il suo iter, a Montecitorio è stata presentata “La mia scelta previdente, la nuova Guida alla pianificazione della pensione nel pubblico impiego”, realizzata dai fondi Espero e Perseo Sirio. A scriverne la prefazione è stata Marianna Madia. E il ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione ha scritto un passaggio in cui si legge che “nel processo di riforma del sistema pensionistico, che ha visto il definitivo passaggio al sistema contributivo, la previdenza complementare appare come uno degli strumenti più importanti per assicurare ai lavoratori una maggiore serenità negli anni della pensione”.

Riforma delle pensioni e referendum costituzionale sono collegati? Secondo Rifondazione comunista sì. A Castellina Marittima, in provincia di Livorno, si terrà infatti oggi un dibattito cui parteciperà anche il Segretario nazionale Paolo Ferrero. Nella nota in cui si presenta il dibattito previsto al circolo Arci di piazza Guerrazzi, si legge che  la riforma della Costituzione voluta dal Governo rappresenta “il punto d’arrivo di anni e anni di attacchi ai lavoratori e alle lavoratrici: precarietà, libertà di licenziamento, tagli e privatizzazioni, legge Fornero sulle pensioni, firma di trattati europei che hanno tolto la sovranità ai popoli e l’hanno consegnata a banche e multinazionali”. 

Buone notizie sembrano in arrivo per Opzione donna. La riforma delle pensioni ha introdotto la gratuità del cumulo contributivo, che potrebbe aiutare diverse italiane a raggiungere i requisiti richiesti per accedere appunto a Opzione donna. Se non fosse che, come segnalato da Orietta Armiliato, la Legge di bilancio non consente il cumulo per la pensione di anzianità. La stessa amministratrice del Comitato Opzione donna sulla pagina Facebook del Comitato posta tuttavia parole confortanti: “Siamo confidenti che la Commissione Lavoro, sempre attenta ai principi di equità specie in ambito previdenziale e al femminile, dia battaglia su questo fronte; sappiamo che l’On.MariaLuisa Gnecchi (PD) sta lavorando alla produzione di un emendamento che, se accolto, cancellerà questo ennesimo sopruso ai danni delle donne”.

Giuliano Cazzola torna a “punzecchiare” il Governo Renzi sulla sua riforma delle pensioni. Nelle sue punture di spillo su Formiche.net, l’ex deputato scrive infatti: “La Commissione europea ha sollevato delle riserve sul disegno di legge di bilancio 2017. Pare che il Governo abbia gonfiato i conti della ricostruzione post-terremoto, includendo nel testo stanziamenti inferiori agli importi sui quali ha chiesto il placet della Ue. Immaginiamo, poi, che la Commissione non abbia gradito che il Governo sfori il deficit concordato ‘gettando soldi dall’elicottero’ sulle pensioni”. Come detto, non si tratta della prima critica di Cazzola agli interventi previdenziali dell’esecutivo. E molto probabilmente non sarà nemmeno l’ultima.

Come noto, le speranze di proroga di Opzione donna (che non è stata inserita nella riforma delle pensioni) sono legate ai risultati del monitoraggio Inps in grado di far sapere quante risorse, rispetto a quelle stanziate lo scorso anno, sono ancora disponibili per questo obiettivo. Il Comitato Opzione donna Proroga al 2018 ha quindi pensare di dare mandato a un avvocato per predisporre un atto di diffida indirizzato a Pier Carlo Padoan, in quanto titolare del ministero dell’Economia e delle Finanze. Sembra infatti che sia il Mef a “bloccare” la trasmissione dei risultati del monitoraggio alla Camere. Non resta che vedere se sarà necessario l’invio di questo atto per sbloccare una situazione che crea non poca incertezza in diverse italiane.

Il dibattito sulla riforma delle pensioni prosegue, ma c’è chi potrebbe non ricevere più l’assegno mensile cui avrebbe diritto. Le Camere di Commercio siciliane, secondo quanto scrive Il Giornale di Sicilia, hanno infatti esaurito i fondi e potrebbero non riuscire a erogare le pensioni agli ex dipendenti. I vertici di alcune Camere di Commercio dovrebbero incontrarsi oggi con l’assessorato alle Attività produttive per decidere il da farsi. Sembra che alla base del problema vi sia la lentezza con cui in Sicilia si sta procedendo agli accorpamenti delle Camere di Commercio, mentre continuano a diminuire i contributi camerali. Di conseguenza le entrate diminuiscono mentre i costi restano quasi invariati. Con tutte le conseguenze che ciò comporta.

Mentre la Legge di stabilità 2017, che contiene la riforma delle pensioni, ha iniziato il suo iter parlamentare, i deputati di Fratelli d’Italia hanno deciso di presentare un’interrogazione in aula per il ministro del Lavoro. Walter Rizzetto ha pubblicato sulla propria pagina Facebook il testo cui Giuliano Poletti dovrà rispondere durante il “question time”. I deputati segnalano che c’è ancora incertezza sul destino di esodati, lavoratori precoci e coloro che attendono la proroga di Opzione donna. In particolare si segnala che per quanto riguarda i lavoratori precoci, “sembra che la platea da salvaguardare sia stata notevolmente ristretta a pochi soggetti”. I deputati ricordano che Quota 41 “era già stata valutata in sede di accertamento tecnico e, addirittura, è emerso che ci sarebbe stato un risparmio per le casse dello Stato, pertanto non si comprende perché la platea tutelare sia stata drasticamente ridotta”. Dunque al ministro viene chiesto se si abbia intenzione di garantire o meno Quota 41 per tutti. Una domanda che di certo interessa i lavoratori precoci.

Elsa Fornero è tornata a parlare della riforma delle pensioni varata dal Governo Renzi. Intervistata da Linkiesta, l’ex ministro del Lavoro dichiara di trovare alcuni interventi positivi sulle pensioni, “come per esempio la flessibilità data a lavoratori in condizioni disagiate, a cominciare dai disoccupati”. Questo perché si tratta di “un obiettivo socialmente condivisibile”. Tuttavia, per la professoressa piemontese occorre stare attenti alla platea cui verrà garantito l’accesso a questo pensionamento anticipato gratuito, perché “quanto più allarghiamo l’ambito della cosiddetta ‘Ape sociale’, tanto più rischiamo di caricare di nuovi debiti le generazioni future”. La Fornero trova poi discutibile l’aumento e l’estensione dei percettori delle quattordicesima tra i pensionati, perché si rischia “di dare risorse a chi non ne ha bisogno, e sempre a debito”. L’ex ministro ha anche voluto ricordare che “il governo Renzi non avrebbe potuto presentare una legge di bilancio espansiva, com’è quella per il 2017, senza le riforme del governo Monti”.

La riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità introdurrà l’Ape, che consentirà l’accesso anticipato alla pensione fino a 3 anni e 7 mesi. Tuttavia, all’interno della manovra c’è anche una misura che consente un anticipo sino a sette anni del pensionamento, riservato però ai lavoratori del settore bancario e del credito cooperativo in esubero sino al 2019”. Come ricorda il sito pensionioggi.it, il Governo ha infatti introdotto una contributo statale per le imprese o i gruppo di imprese “coinvolti in processi di ristrutturazione o fusione, interessati da provvedimenti legislativi relativi a processi di adeguamento o riforma per aumentarne la stabilità e rafforzarne la patrimonializzazione”. Di fatto, attraverso il Fondo di solidarietà, saranno possibili dei prepensionamenti fino a sette anni.

I lavoratori precoci si preparano ancora a scendere in piazza contro una riforma delle pensioni che di certo non li soddisfa pienamente. Il 12 novembre a Torino terranno una manifestazione con un corteo che da Porta Susa arriverà fino in piazza Castello per organizzare un presidio davanti alla sede della Regione Piemonte. I lavoratori precoci protesteranno in particolare contro l’Ape, che consente di andare in pensione anticipata chiedendo però di contrarre un prestito che coinvolge le banche e chiede la restituzione di quanto ricevuto nell’arco di venti anni. Inoltre, i lavoratori precoci saranno in piazza per ricordare quanto sarebbe favorito il ricambio generazionale e l’occupazione dei giovani se loro potessero accedere alla pensione dopo 41 anni di contributi. Vedremo se Governo e Parlamento ascolteranno le loro richieste.

Alessandro Giuliani è stato ospite recentemente di Radio Cusano Campus e ha speso anche parole non tanto sull’ultima riforma delle pensioni, ma su l’insieme degli interventi previdenziali degli ultimi anni. Secondo il direttore de La Tecnica della Scuola “oggi, a seguito delle riforme pensionistiche, si va in pensione con 42 anni di contributi, a prescindere dall’età, oppure a 67 anni e mezzo. Ma, con il passaggio dal sistema retributivo a contributivo, si percepisce una mensilità che è di circa il 30% in meno rispetto a quella del 1980. E nel tempo la percentuale di taglio è destinata ad aumentare. Ci troviamo dunque dinanzi ad una doppia penalizzazione”. Il riferimento al 1980 non è casuale. Giuliani ha infatti ricordati che allora l’Inps diceva che si andava in pensione attorno ai 50 anni. Tra l’altro con un assegno di un importo vicino all’ultimo stipendio.

Quella di oggi potrebbe essere una giornata importante per Opzione donna. La Legge di bilancio, che contiene anche la riforma delle pensioni, verrà analizzata oggi in commissione Bilancio alla Camera. “Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato, salvo deroghe, per il giorno 5 novembre pv. Abbiamo ragione di credere che, se si intende inserire in LdB il capitolo Opzione Donna come ‘ventilato’, la relazione attesa relativa al monitoraggio delle risorse dovrebbe essere consegnata entro quest’oggi”, scrive Orietta Armiliato, animatrice del Comitato Opzione donna sulla pagina Facebook dello stesso comitato. In queste stesse ore il Comitato Opzione donna proroga al 2018 sta continuando a pressare il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, affinché venga presentato alle Camere i dati sul monitoraggio. Non resta che attendere aggiornamenti al riguardo.

I lavoratori pubblici si preparano a scioperare il 4 novembre. Anche contro la riforma delle pensioni. La Cub Pubblico Impiego, infatti, evidenzia non solo le scarse risorse stanziate per il rinnovo contrattuale del settore e i tagli operati, ma anche il fatto che il Governo ha varato una legge sulle pensioni che chiede di indebitarsi per venti anni con le banche per poter lasciare il lavoro a 63 anni. Per la Confederazione unitaria di base, bisognerebbe poter accedere alla pensione a 60 anni o con 35 anni di contributi, tornando al calcolo retributivo, mantenendo un canale privilegiato per i lavori usuranti e trasferendo i contributi aziendali dei fondi privati alla previdenza pubblica. Le principali manifestazioni il 4 novembre si terranno in mattinata a Milano in largo Cairoli e a Napoli in piazza Mancini.

Mentre la riforma delle pensioni approda in Parlamento, alcuni recenti dati pongono l’Italia davanti alla Germania per quel che riguarda la previdenza complementare. Lo studio dell’Ocse “Pension markets in focus” evidenzia infatti che gli italiani hanno investito una cifra pari all’8,7% del Pil in pensioni integrative, mentre i cittadini tedeschi si sono fermati al 6,6%. Meglio dell’Italia fa la Spagna, con il 14,3%. I paesi anglosassoni fanno ancora meglio, con gli Usa al 132,9% e il Regno Unito al 97,4%. Tuttavia i risparmi investiti dagli italiani per il loro futuro non fruttano molto: il rendimento reale netto è stato pari all’1,7%, contro una media Ocse del 2,1%.