“Ho in famiglia tre figli in affido e nei primi tempi ho riservato a loro più attenzioni che agli altri perché trovassero il loro giusto equilibrio nel tessuto familiare”. Stefano Colli-Lanzi sta spiegando il suo approccio alle fusioni e acquisizioni, a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana. L’amministratore delegato di GiGroup sta parlando a un pubblico selezionato di esperti e operatori del settore finanziario le premesse strategiche che hanno portato Gi Group ad essere una big four fra le multinazionali dei servizi al lavoro.
Colli Lanzi conversa con Roger Abarvanel, guru internazionale del management. Il Cedo di Gi Group è stato scelto come guest speaker dallla M&A Academy, un’iniziativa congiunta fra Borsa Italiana, Sda Bocconi e Kpmg. Il mercato delle fusioni e acquisizioni in Italia ha raggiunto nel 2015 il suo massimo storico sia nel mondo che in Italia (dove con 3,17 miliardi, sei volte il volume del 1988, il 4,3% del Pil dell’anno scorso e con un ritmo di crescita superiore a quello del Pil). Lo sottolineano Maximilian Fiani, partner Kpmg, e Leonardo Etro, docente di corporate finance all’Università Bocconi. “L’M&A è in forte crescita a livello mondiale e vede nuovi protagonisti”, hanno sottolineato. “In Italia lo strumento è ancora scarsamente utilizzato, nonostante possa essere decuisivo per la competitività del Paese”. M&A Academy ha selezionato circa 400 aziende italiane già profittevoli, la cui crescita potrebbe essere amplificata graie all’M&A” E da un sondaggio emerge un chiaro “desiderio di M&A” , ma non completamente scevro di diffidenze.
Contro le residue resistenze alla cultura delle crescita aziendale per vie esterne, che M&A Academy ha chiesto a Colli-Lanzi di raccontare la success story di Gi Group: da start-up con una decina di dipendenti e cento milioni di giro d’affari nel 1998; oggi player multinazionale con 2.400 dipendenti e un fatturato di 1,6 miliardi per 68mila risorse full time equivalent movimentate nell’ultimo esercizio. Dove sarete fra cinque anni? Chiede Abravanel. “La nostra soglia-obiettivo è 4 miliardi – dice Colli-Lanzi – e ci vogliamo puntare preparando lo sbarco in America, con la definitiva globalizzazione del nostro gruppo”.
Il take-off di Gi Group resta legato con un’acquisizione e a un’impegnagtiva integrazione organizzativa: quella di Worknet da parte del gruppo Fiat, che aveva già tentato senza successo un’espansione strategica nel comparto dei servizi innovativi per il lavoro. E’ stato allora, ha raccontato Colli-Lanzi che Gi Group si è messa alla prova sul terreno del salto dimensionale e strategico. “La concentrazione sta diventando un drive importante anche nel nostro settore, che in molti paesi resta frammentato. La scelta di GiGroup ha certamente privilegiato l’aumento della dimensione, ma senza mai trascurare la specializzazione: la focalizzazione su specifici segmenti di mercato e lo sviluppo di strutture capaci di offrire soluzioni af hoc. Tenere il gruppo su una traiettoria flessibile di crescita sostenibile fra fasi di espansione e di consolidamento è stata la nostra sfide vincente”.
Colli-Lanzi non ha mancato di rammentare quali cambiamenti stiano rivoluzionando il mercato delle staffing agency: che gestiscono soft-skill e risorse umane lungo l’intero percorso in-between-out. Ciò che per “intermediari di reale valore” è core business per un sistema-Paese può fare una differenza decisiva nelle statistiche dell’ccupazione. 2In Italia – ha ricordato – la bolla della disoccupazione giovanile è per parte imporrtante legata a un drammatico mismatching fra domanda e offerta di competenze: troppi giovani non si formano od orientano in modo corretto ed è così che troppe aziende restano drammaticamente alla ricerca di risorse qualificate, necessarie subito per dare ripresa e competitività all’Azienda-Paese”.