Il nuovo governo deve fare i conti con il rebus del rinnovo dei contratti statali: l’intesa firmata con i sindacati va concretizzata e formalizzata. Il nodo relativo ai contratti dei dipendenti riguarda in particolare le risorse da trovare. L’accordo firmato il 30 novembre prevede l’aumento di 85 euro medi per il triennio 2016-2018 e la modifica della legge Brunetta, secondo cui i dipendenti pubblici vanno classificati in fasce di merito e secondo cui il 25% degli statali giudicato meno meritevole non abbia diritto agli incentivi. I fondi stanziati con la legge di Bilancio 2017 sono meno di 900 milioni, ma non sarebbero sufficienti per garantire l’aumento promesso, anche se venissero sommati ai 300 della precedente legge di Stabilità. Servono, infatti, come riportato da Il Fatto Quotidiano, 2 miliardi l’anno. Inoltre, dal punto di vista normativo, la contrattazione va riaperta con il varo del nuovo Testo unico sul pubblico impiego e la preparazione di quattro atti di indirizzo firmati dal ministro competente. Quando l’Aran, agenzia che rappresenta il governo nella trattativa, li avrà ricevuti, potrà essere avviata la trattativa con le sigle sindacali, quindi il rischio è che la questione non venga risolta prima dell’estate del prossimo anno.



Nei giorni scorsi anche la Cisl ha avanzato, per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali, alcune richieste al nuovo governo. Come ha sottolineato la Segretaria Generale Annamaria Furlan, si legge sul sito del sindacato, quello di Gentiloni è stato “un discorso di grande responsabilità e di alto profilo istituzionale, ma anche di chiarezza sul piano programmatico e politico”: l’impegno del governo sarà comunque giudicato “alla prova dei fatti”. Sull’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici Furlan ha sottolineato che “è fondamentale per la Cisl continuare sulla strada del dialogo e del confronto tra il Governo ed il sindacato” e che è necessario dare “il via subito ai rinnovi dei contratti pubblici, sulla base dell’intesa siglata due settimane fa con il sindacato, in modo da aprire una nuova fase nella pubblica amministrazione. Il paese ha bisogno di risposte concrete ma per uscire dalla crisi bisogna farlo tutti insieme, concorrere al raggiungimento degli stessi obiettivi in una logica di coesione sociale e di partecipazione dei corpi sociali e dei lavoratori alle scelte economiche e sociali”.



Riguardo al rinnovo dei contratti statali, dopo la fiducia ottenuta dal nuovo governo, i sindacati chiedono che la trattativa non si fermi. L’intesa politica è stata firmata dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia (che è stata confermata alla guida del dicastero) e Cgil, Cisl e Uil. Proprio l’Esecutivo nazionale della Uil si è riunito ieri per una valutazione sull’evoluzione politica e istituzionale in seguito all’esito del voto per il referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre. La Uil chiede al governo Gentiloni “di dare continuità e attuazione agli accordi già definiti in materia di previdenza, di pubblico impiego e di messa in sicurezza del Paese per prevenire catastrofi sismiche e idrogeologiche”. Per quanto riguarda i contratti statali il sindacato sottolinea che “entro la fine di questo anno, occorre varare sia i decreti attuativi dei provvedimenti sulla previdenza sia l’atto di indirizzo per avviare i tavoli categoriali per il concreto rinnovo dei contratti nel pubblico impiego”.



La firma dell’intesa politica per il rinnovo dei contratti statali era arrivata dopo sette anni di blocco lo scorso 30 novembre. Un accordo “propedeutico alla riapertura dei tavoli per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti, ormai fermi da sette anni nonostante la sentenza dalla Corte Costituzionale che ne ha ritenuto illegittimo il blocco”, aveva sottolineato la Uil dopo la firma. L’obiettivo della firma dell’accordo sul rinnovo dei contratti statali era quello di “ridare senso, attraverso un processo di delegificazione, alla funzione della contrattazione, riconoscendola quale fonte naturale della disciplina dell’organizzazione del lavoro e rilanciare la partecipazione e le relazioni sindacali, sterilizzate dal 2009”. E ieri l’Esecutivo nazionale della Uil ha sottolineato di nuovo i risultati positivi conseguiti dal punto di vista sindacale nel 2016, “sia sul fronte contrattuale, con rinnovi per oltre 8 milioni di lavoratori, sia sul fronte delle pensioni, con la firma delle già citate intese, sia sul fronte delle tutele occupazionali, con la conferma delle risorse per gli ammortizzatori sociali”.